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REGIONE 2016

 

Sel: «Sulle trivelle errore sganciarsi dalla battaglia referendaria»

Dopo M5S, anche il Coordinamento Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà  Abruzzo manifesta la sua contrarietà alla posizione del Governatore

 

PESCARA, 18.1.2016 – La scelta del Presidente D'Alfonso di sganciare l'Abruzzo dalla cordata delle 10 regioni che chiedevano un referendum sulle trivellazioni in mare è un errore politico e strategico che condanniamo con forza. Contemporaneamente troviamo irrispettoso il non aver sottoposto la questione al Consiglio Regionale, unico organismo democratico deputato. Anche per questo il Sottosegretario Mazzocca, ha espresso in tutte le sedi istituzionali il proprio dissenso rispetto alla scelta circa la “cessazione dell'oggetto del contendere”.

Sulla questione delle trivellazioni in Adriatico, è bene fare un po’ di chiarezza: un risultato di straordinaria importanza è stato raggiunto: Ombrina Mare non si farà. Stessa sorte è riservata a tutti i progetti a distanza dalla costa inferiore alle dodici miglia. Il governo è stato costretto a fare marcia indietro grazie alla mobilitazione popolare e alla iniziativa referendaria promossa dalle Regioni, alla quale SEL ha dato un contributo molto rilevante. A tale proposito giova ricordare che il Manifesto di Termoli, assunto poi dalla Conferenza delle Regioni, è stato scritto a quattro mani da Aldo Berlinguer e Mario Mazzocca, delegati regionali all'ambiente di Basilicata e Abruzzo.

Questa spiacevole situazione innescata dal Presidente D'Alfonso si aggiunge alle tante criticità rilevate dal nostro partito rispetto alle politiche regionali e sarà inserita nei temi della verifica di governo che SEL Abruzzo terrà nelle prossime settimane come già annunciato da tempo. Da subito Sel Abruzzo chiamerà a discutere delle questioni ambientali e della vicenda sopra citata le tante associazioni e movimenti ambientalisti che hanno animato la battaglia contro Ombrina Mare e le trivellazioni in Adriatico.

SEL continuerà la sua battaglia, contro il governo Renzi, per una svolta profonda della sua politica energetica, ancora fondata sull'utilizzo massiccio dei combustibili fossili senza alcun investimento importante sulle rinnovabili, uniche fonti energetiche che permetterebbero all'Italia di far fronte agli impegni sottoscritti alla conferenza mondiale sul clima di Parigi.

 

Il Coordinamento Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà - Abruzzo

 

Tommaso Di Febo Coordinatore Regionale SEL

 
 
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M5S: «Il Presidente D'Alfonso preferisce Renzi agli Abruzzesi»
 

L'AQUILA, 17.1.2016 - Il Presidente di Regione Abruzzo rinuncia al referendum contro le trivelle. Nella scelta tra il suo territorio e il benvolere di Renzi, proprio non ce la fa a scegliere l’Abruzzo e, ancora una volta, dice sì a Renzi, prendendo in giro tutti gli abruzzesi. E lo fa attraverso un atto di Giunta, alla "chetichella", come un bimbo che non vuole farsi scoprire dalla mamma mentre ruba la marmellata dalla credenza. Luciano D'Alfonso - dopo averci raccontato di essere stato l'ispiratore del Referendum di iniziativa regionale nel famigerato "incontro di Termoli" - ha battuto la ritirata, scavalcando e ignorando il Consiglio Regionale. Nessuna considerazione per le decisioni prese all'unanimità dal Consiglio al completo, D'Alfonso prende in giro i consiglieri di maggioranza e di centro destra che ci avevano messo la faccia per promuovere il referendum. Non prende in giro il M5S che era, con grande rammarico, certo che salvare il "mare blu" non f osse realmente intenzione di D'Alfonso. Forse meglio salvare quel rapporto (quasi inesistente) con Renzi.

Il PD è la maggioranza che lo sostiene ancora una volta dimostrano ai propri elettori di contare come il due di coppe quando la briscola è denari. Il presidente non ce la fa a scegliere la tutela del territorio e della volontà dei cittadini e, con un ennesimo atto contro la democrazia, agevola il caro Renzi, al quale questo referendum proprio non è andava giù. 

“Il M5S ha sempre sottolineato l'ipocrisia delle azioni del PD a non-tutela del territorio, la sindrome bipolare che portava i parlamentari PD prima a votare in favore del decreto Sblocca Italia e poi firmare per i referendum NoTriv, le leggi incostituzionali del PD in Regione, le criticità e i limiti del referendum di iniziativa regionale. Eppure il M5S ha votato ogni proposta  perché il territorio andava tutelato con ogni arma a disposizione”, commenta Sara Marcozzi, M5S in Regione.

“Al contrario, le iniziative concrete ed efficaci del M5S, come la proposta di un impegno economico da parte della Regione per una campagna informativa referendaria, non sono state votate dalla maggioranza di D'Alfonso. Ora capiamo perché! Inoltre, la prevaricazione del tutto illegittima delle deliberazioni consiliari è assai preoccupante. Questo governo viola quotidianamente i più elementari e condivisi principi democratici, oltre al Regolamento regionale e alla Costituzione Italiana. Del resto non è la prima volta che il Consiglio decide una cosa e, subito dopo, in una riunione di maggioranza nella notte, i coerenti consiglieri cambiano idea: ricordiamo cosa avvenne per i punti nascita! - rincara Marcozzi -. Se proprio l’Abruzzo doveva battere la ritirata” aggiunge “avrebbe dovuto deciderlo il Consiglio, non una riunione di maggioranza. Questa quotidiana prevaricazione dei diritti e delle prerogative dell'opposizione svili sce la democrazia e gli atti del consiglio e svela, ancora una volta, tutta la debolezza di questo Governo Regionale che agisce di nascosto".

Suonano sempre più come una canzone stonata quei richiami al "rispetto delle istituzioni e dell'assise regionale" che il presidente del Consiglio pronuncia pretestuosamente solo quando conviene alla maggioranza.

 "Ci domandiamo anche che fine abbia fatto il delegato Lucrezio Paolini (IDV). Non commenta? E i delegati supplenti della "opposizione", si fa per dire, Mauro Febbo (FI) e Lorenzo Sospiri (FI) che li abbiamo nominati a fare? Siamo basiti!" conclude Marcozzi.

M5S Abruzzo

D'Alfonso: «Niente referendum, con il Governo nuova trattativa»

 

(ANSA) - PESCARA, 18.1.2016 - "Con lo stop alle 12 miglia per le ricerche petrolifere in Adriatico abbiamo già fatto molto, ma ora c'è da difendere anche le Tremiti. Con il Governo inizia una nuova trattativa". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, spiegando come si è arrivati a fermare la procedura di Ombrina Mare, norma scritta a Palazzo Chigi "il 10 dicembre a tutela di quelle 12 miglia che abbiamo tutelato e che vogliamo ingrandire". D'Alfonso ha poi spiegato perché l'Abruzzo, unica regione, non ha seguito le altre sul confronto referendario dopo averlo promosso: "Con le 12 miglia abbiamo attenuato la norma, mi ero impegnato con il Governo a non attivare il conflitto di attribuzione, perché era cessata la materia del contendere.
 Quanto alla nuova trattativa mi impegno alla fiducia nei confronti di Palazzo Chigi per altri risultati".

 

 

 

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