PESCARA,
25.7.2016 –
I cittadini si stanno mobilitando, attraverso
amministratori locali, politici, associazioni e
movimenti per una grande battaglia di civiltà in
difesa del territorio.
Per la società di gestione a questo punto
sarebbe più corretto il nome “Autostrada contro
i Parchi”
Una serissima minaccia per l’Abruzzo e uno
schiaffo per gli abruzzesi: questo - secondo
WWF, Legambiente, Pro Natura, FAI, Italia
Nostra, Marevivo e Archeoclub - rappresenta il
progetto del gruppo Toto di modifica del
tracciato autostradale della A24 e della A25.
Non è un caso se contro la progettata variante
si sta creando nella regione un movimento
d’opinione che vede uniti amministrazioni
locali, associazioni e politici. Migliaia di
cittadini che tutti insieme, come già accaduto
in altre occasioni (terzo traforo del Gran
Sasso, Centro Oli di Ortona, Ombrina Mare, solo
per citare gli episodi più recenti) sono scesi
vittoriosamente in campo per difendere il
territorio messo a rischio da interessi
imprenditoriali e da una politica incapace di
tenere conto dei reali bisogni della
collettività e di guardare seriamente al futuro
della regione.
Già nel gennaio scorso, quando si cominciò a
parlare sulla stampa della modifica del
tracciato autostradale, denunciammo l’assurdità
di un progetto che, tra l’altro, andrebbe a
incidere sull’area delle sorgenti del Pescara,
là dove nel sottosuolo c’è il bacino imbrifero
più grande d’Italia e forse d’Europa, che
fornisce acqua potabile a oltre metà degli
abruzzesi; un progetto che attraverserebbe SIC e
riserve regionali di importanza strategica per
la natura in Abruzzo, che rovinerebbe per sempre
paesaggi unici, vera ricchezza di questa
regione. Nel solo tratto abruzzese sarebbero
infatti previsti altri cinque trafori, diversi
viadotti, bretelle… con un impatto paesaggistico
enormemente negativo. La definimmo già a gennaio
un’opera inutile e devastante per l’ambiente.
Un giudizio che non possiamo che ribadire oggi,
quando emergono inquietanti dettagli su questo
progetto.
Le autostrade esistenti (in gestione alla
società “Autostrada dei Parchi” sino al 2030,
con pedaggi costosissimi per gli utenti) sono
largamente sufficienti per il traffico tra
l’Abruzzo e Roma, modificarle è una vera follia.
Se dovesse passare questa idea sarebbe anche
necessario cambiare la denominazione sociale del
gestore in “Autostrada contro i Parchi”, più
aderente alla realtà.
WWF, Legambiente, Pro Natura, FAI, Italia
Nostra, Marevivo e Archeoclub
chiedono al Governo di non prendere neppure in
considerazione la modifica proposta dal gerente
e ai consiglieri regionali abruzzesi, qualsiasi
sia il loro gruppo politico di riferimento, di
opporsi decisamente e chiaramente a questo folle
progetto, sostanzialmente inutile per la
collettività e dannoso per l’ambiente, da
bocciare senza mezzi termini. È inoltre
auspicabile che ogni comune della regione, non
solo quelli direttamente coinvolti nel
tracciato, faccia sentire la propria
opposizione: sono infatti sotto attacco gli
interessi veri e profondi di tutti gli abruzzesi
e tutti insieme dobbiamo difenderci. |