PESCARA,
6.10.2016 –
È stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5
ottobre il Decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 10 agosto 2016, di applicazione
dell’art. 35 del Decreto-legge 12 settembre
2014, n. 133 (cd. Sblocca Italia), relativo alla
“Individuazione della capacità complessiva di
trattamento degli impianti di incenerimento di
rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o
autorizzati a livello nazionale, nonché
individuazione del fabbisogno residuo da coprire
mediante la realizzazione di impianti di
incenerimento con recupero di rifiuti urbani e
assimilati”
Tra gli otto inceneritori pianificati, ne viene
previsto uno in Abruzzo.
Il
Governo, nonostante l’opposizione delle
associazioni ambientaliste, delle comunità
locali e di gran parte delle Regioni, insiste
nella previsione di nuovi inceneritori, anche se
è stato ampiamente dimostrato – basandosi sui
dati ufficiali dell’ISPRA – che il numero di
impianti presenti attualmente in Italia è più
che sufficiente a coprire il fabbisogno
nazionale.
Grave anche la volontà del Governo di non
sottoporre il piano inceneritori a una
preventiva Valutazione Ambientale Strategica.
«Aver mantenuto la previsione di un
inceneritore in Abruzzo - dichiara Luciano
Di Tizio, delegato regionale del WWF -,
dimostra l’assoluto disinteresse del Governo per
le volontà locali. La Regione Abruzzo ha già
ribadito la propria opposizione a un
inceneritore sul proprio territorio, dimostrando
come non sia necessario prevedere un impianto
del genere. Lo stesso hanno fatto tante altre
regioni raccogliendo le osservazioni delle
associazioni ambientaliste. A livello nazionale,
il WWF ha evidenziato come le previsioni del
DPCM siano in contrasto con i dati forniti dagli
stessi organi governativi. È evidente che ci si
trova davanti ad una scelta ideologica e di mero
appoggio a quanti vogliono costruire nuovi
impianti del genere a scapito della raccolta
differenziata e del recupero di materia. È
altrettanto evidente che ci opporremmo in tutti
i modi a tale scelta profondamente sbagliata,
pericolosa per la salute umana e priva di
fondamento dal punto di vista tecnico». |