PESCARA,
29.1.2016 –
«Gli
emendamenti concordati dai sindaci e avallati
dal presidente della Regione D’Alfonso, così
come emersi anche dal servizio dedicato oggi dal
TG3 all’argomento, rischiano di svilire il Parco
Nazionale della Costa Teatina e di cancellarne
l’esigenza primaria, che resta comunque quella
di tutelare l’ambiente»: è netta la
bocciatura da parte del delegato Abruzzo del WWF
Luciano Di Tizio e dal presidente regionale di
Legambiente Giuseppe Di Marco sulle proposte di
emendamento alle misure di salvaguardia varate
dal commissario De Dominicis.
«Il testo
predisposto dal commissario – spiega Di
Tizio – rappresentava già una concessione
alle realtà locali. Nella proposta della regione
si va oltre e si delinea quello che appare come
un parco burletta, nel quale i sindaci e l’ANAS
possono dichiarare “di rilevante interesse
pubblico” qualsiasi strada e cementificare a
proprio piacere. Non ci dimentichiamo che questa
è la Regione che ha già devastato un tratto
integro di costa con una strada, la
Postilli-Stazione di Tollo, perfettamente
inutile alla collettività».
«C’è anche
di peggio – aggiunge Di Marco - quando si
pretende di far salvi gli strumenti urbanistici
solo adottati e non ancora approvati: una scelta
in contrasto con la legge quadro sui parchi
oltre che con il buon senso. È evidente che lo
stallo di questi 15 anni è dovuto all'incapacità
di guardare oltre le ragioni del cemento che al
pari del petrolio attanaglia la nostra regione
in un'ottica di bad economy».
L’impressione
di WWF e Legambiente è che la politica locale,
non potendo più fermare il Parco, lo voglia
svilire per la sostanziale miopia politica di
chi continua a coniugare lo sviluppo del
territorio principalmente con l’occupazione del
suolo e il cemento mentre occorrerebbero piani
regolatori a zero consumo di suolo, piani di
adattamento e mitigazione dei cambiamenti
climatici, azioni di riqualificazione e
rigenerazione urbana e una tutela del paesaggio
agrario che è parte fondamentale del brand
turistico della costa dei Trabocchi. Tutto ciò
rende ancora più palese quanto fosse strumentale
la discussione sui pericoli per l'agricoltura: è
facile chiedersi difronte a questo potenziale
scenario quanto di questo suolo tra cinque anni
resterebbe a disposizione degli stessi
agricoltori.
Bisogna invece guardare al futuro e alla green
economy come scelte che diano finalmente
risposta a scommesse da troppo tempo disattese e
che costituiscano il futuro per l'intero
territorio e per le nuove generazioni affinché
abbiano la possibilità di un'occupazione
possibile e fuori dai vecchi schemi che sono la
causa della crisi che ci ha avvolti, non certo
la soluzione. La richiesta che le due
associazioni rinnovano ancora una volta è che la
Presidenza del Consiglio dei Ministri vari
l’atteso decreto sulla base di quanto disposto
dal commissario e non di chi sta cercando di
salire in corsa su un treno che ha avuto a
disposizione e ignorato per 15 lunghi anni.
Circa la governance sarà bene ricordare infine
che, legge alla mano, il consiglio del Parco è
composto da otto membri la metà dei quali scelti
dai Comuni del territorio. Nel Parco Nazionale
della Costa Teatina ci sono otto comuni, uno su
due sarà nel consiglio, ma forse, dati i
precedenti, i nostri politici non saranno capaci
neppure di mettersi d’accordo su questo... |