PESCARA,
7.6.2016 –
Con l’ultimo bollettino degli
idrocarburi redatto dal Ministero dello Sviluppo
Economico attraverso l’apposito Ufficio apposito
– UMIG -, arrivano a cascata richieste di
proroga nel mare prospiciente la costa
abruzzese.
Quello che salta di più agli
occhi è la richiesta di proroga della
sospensione temporale dell’area di permesso dove
si sviluppa il progetto conosciuto come Elsa 2.
L’area è prospiciente la riserva naturale di
Ripari di Giobbe.
I permessi di ricerca possono
usufruire di 2 proroghe di 3 anni ciascuna dopo
i primi 6 anni dal conferimento. Oltre a queste
proroghe, se ci sono attività, possono usufruire
di un ulteriore anno di proroga.
Elsa 2 che, gravita nel permesso
di ricerca B.R268.RG, aveva già “sparato” tutte
le cartucce. Doveva scadere nel 2014, ma slittò
grazie a un’altra richiesta di sospensione
dovuta alla procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale in atto. Il “Decreto Renzi” del
dicembre del 2015 ha eliminato Elsa 2 che ha
seguito il destino degli altri progetti in
itinere entro le 12 miglia, insieme ad Ombrina.
Perché arriva oggi questa nuova
richiesta di sospensione? In che cosa sperano i
petrolieri?
Altro elemento di preoccupazione,
è l’istanza di variazione del programma dei
lavori relativi all’istanza di concessione di
coltivazione denominata Colle Santo, presentata
dalla CMI Energia SpA, un deleterio progetto,
che gravitava a ridosso del Lago di Bomba e che
ha visto la netta opposizione di ben 19 Comuni,
oltre ad Associazioni, Comitati e singoli
cittadini, sino alla vittoria del 2015. Anche in
questo caso, secondo le informative del
Ministero, l’area di permesso dovrebbe essere
già scaduta. Senza considerare la sentenza del
Consiglio di Stato che ha confermato in tutto e
per tutto l’inidoneità di quell’area per
attività estrattive.
È triste vedere come tutto venga
rimesso continuamente in discussione. L’Abruzzo
e l’Italia vogliono cogliere il treno delle
nuove opportunità o vogliono sprofondare ancora
più in basso, mettendo a repentaglio interi
territori e un mare già duramente colpito da
scarichi inquinanti, cementificazione costiera e
pesca eccessiva?
Si è appena conclusa la Settimana
Europea dell’Economia Circolare che ha promosso
un sistema economico pensato per potersi
rigenerare da solo, in antitesi all’economia
lineare, vecchia ormai di 3 secoli e
responsabile della attuale crisi ambientale,
economica e sociale. Abbiamo la possibilità di
andare verso un futuro sostenibile fatto di
innovazione e ricerca, ma anche di investimenti
pubblici e privati sempre più consistenti.
Perché in Italia, come in Abruzzo, si vuole
continuare a parlare di infrastrutturazioni
pesanti e petrolio, esattamente come
cinquant’anni fa?
Fabrizia Arduini
Referente Energia WWF Abruzzo |