PESCARA,
29.9.2016 –
Da poco
emessa l’ordinanza del TAR Abruzzo che,
accogliendo il ricorso del WWF Italia, sospende
l’efficacia del calendario venatorio 2016/17
della Regione Abruzzo per quanto riguarda
l’estensione del periodo di caccia fino a
gennaio ad alcune specie avifaunistiche
(Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio, Tordo
sassello).
Grande
soddisfazione viene espressa da Luciano Di Tizio
(nella foto),
delegato regionale del WWF Abruzzo: «E' una
sconfitta di chi ha voluto impostare la gestione
venatoria senza ascoltare le nostre proposte che
semplicemente chiedevano un po’ di buon senso e
il rispetto delle normative italiane e
comunitarie».
Dopo che nelle scorse
settimane il TAR Abruzzo aveva sospeso il
calendario venatorio regionale di fatto
impedendo preapertura e apertura della caccia a
settembre, ieri i giudici del Tribunale
abruzzese hanno ritenuto di primaria importanza
il rispetto delle indicazioni dell’ISPRA,
l’Istituto nazionale che fornisce pareri sulla
materia venatoria, e hanno rigettato le ragioni
addotte dalla Regione per giustificare il
prolungamento dei periodi di caccia.
Dieci
avvocati tra quelli della Regione Abruzzo e
quelli delle associazioni venatorie sono
intervenuti ieri in udienza a L’Aquila per
difendere un indifendibile calendario venatorio.
Dalla parte della fauna e della stragrande
maggioranza di abruzzesi contrari alla caccia il
solo avvocato del WWF, l’avv. Michele Pezone
che, nonostante l’evidente disparità nei numeri
è riuscito a dimostrare la fondatezza delle
posizioni dell’Associazione. I giudici hanno
giustamente applicato il principio di
precauzione secondo il quale non è possibile
allungare i periodi di caccia fino a gennaio
senza studi e monitoraggi delle specie sul
territorio.
«Perché
la Regione Abruzzo, al pari di tante altre
regioni italiane, continui a seguire i diktat
delle associazioni venatorie, rimediando così
sonore sconfitte davanti alla magistratura
amministrativa è qualcosa di inspiegabile -
dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF
Italia che ha firmato il ricorso per
l’Associazione -. Sono anni che puntualmente
i calendari venatori abruzzesi subiscono delle
pesanti censure. Viene da chiedersi se gli
amministratori e i funzionari regionali
agirebbero così se fossero direttamente chiamati
a pagare per le loro scelte, invece di far
ricadere i costi amministrativi e legali di
questi comportamenti sulla testa dei
contribuenti».
Il WWF
rinnova ancora una volta l’invito alla Regione a
cambiare strada e ad aprire un confronto serio
con il mondo ambientalista per giungere ad una
gestione faunistica corretta.
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