ROMA,
2.6.2017 -
La proposta dei collegi
elettorali per Camera e Senato nella nostra
Regione è irrazionale, strumentale e
inaccettabile.
Le proposte di collegi sono
frutto di sciatteria ed improvvisazione, e
obbediscono all'unico criterio della "corsa al
voto, prima possibile e ...chi se ne frega!".
Innanzitutto bisogna dire che il
voto dei cittadini non è uguale in ogni
provincia:
la provincia di Chieti ha 2
collegi alla Camera pieni con 387.956 cittadini
mentre la provincia di L'Aquila ne ha 2 pieni
con appena 297.424 cittadini mentre la provincia
di Pescara ha 1 collegio e mezzo con 314.661
cittadini e così come la provincia di Teramo ne
ha 1 e mezzo con 306.349 cittadini!
I conti NON tornano.
I collegi vanno costruiti su
numeri omogenei e non ci possono esserci
differenze così rilevanti. Era così con i
collegi uninominali della legge Mattarella,
frutto di una riflessione tecnica di alcuni mesi
per superare incongruenze e irrazionalità.
Invece ora si vuole andare di
corsa dando appena un giorno per fare gli
emendamenti!
Il principio della continuità
territoriale è poi non garantito.
Basti pensare che Giulianova sta
in un mega collegio che arriva nell'alta Valle
Pescara, a Popoli e Bussi!
Oppure i comuni della Valle
Peligna che in parte vanno sotto L Aquila e in
parte addirittura con Avezzano, con la perdita
grave di un ruolo di rappresentanza che la legge
Mattarella aveva garantito con l'aggiunta più
naturale di una parte dei comuni dell'alta val
Pescara per raggiungere il numero di cittadini
necessari.
Per i collegi senatoriali
addirittura la provincia di Pescara ha un pezzo
della provincia di Teramo mentre la Val Pescara
sta in quella dell'Aquila senza alcun criterio
oggettivo.
Siamo alla umiliazione delle
ragioni del territorio abruzzese.
Chiediamo a Renzi Grillo
Berlusconi e Salvini, nessuno dei quali peraltro
è parlamentare, di riflettere meglio e
consentire alla Regione Abruzzo e agli Enti
Locali, tramite ANCI e Upi, di fornire una
proposta da esaminare dal Parlamento per la
nuova legge elettorale.
Questa storia non si può chiudere
in pochi giorni.
On. Gianni Melilla |