ROMA,
14.1.2017 -
Il Deputato
di Sinistra Italiana Gianni Melilla interpella
il Ministro dell'economia e delle finanze
Per sapere - premesso
che:
negli ultimi mesi
grande attenzione viene riservata, sia da parte
dei media e sia da parte del mondo
politico-finanziario, alle vicende che
riguardano il tracollo del Monte dei Paschi di
Siena;
nella seduta di lunedì
9 gennaio scorso l’Aula della Camera dei
deputati ha esaminato e votato più mozioni per
chiedere al Governo di intervenire al fine di
dare stabilità al sistema bancario italiano nel
suo insieme e restituire la massima fiducia a
risparmiatori e investitori;
contestualmente l’Aula
si è espressa favorevolmente per l’istituzione
di una commissione parlamentare di inchiesta
sulle vicende e sulle cause che hanno
determinato la crisi di Banca delle Marche,
Banca popolare dell’Etruria, Cassa di risparmio
di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti, Monte
dei Paschi di Siena e Banca Popolare di Vicenza
e Veneto Banca (mozione n. 1-01457);
in merito alla Cassa
di risparmio di Chieti lo scrivente ha già
presentato atti di sindacato ispettivo e va
ricordato che la problematicità relativa a
questa situazione nasce in tempi lontani, ma
avrebbe potuto essere fortemente ridimensionata
grazie ad un’adeguata azione di vigilanza da
parte delle autorità di controllo all’uopo
preposte;
la Carichieti è stata
commissariata dal Ministero dell’economia e
delle finanze, con decreto del 5 settembre 2014,
su proposta della Banca d’Italia ed è stata
posta in amministrazione straordinaria per
pesanti irregolarità amministrative;
conseguentemente
Bankitalia ha nominato Salvatore Immordino nuovo
Ad di Carichieti , al posto di Riccardo Sora;
il commissario
Immordino ha lasciato l’incarico nel momento in
cui è stato nominato dalla banca centrale al
vertice della Rev Spa, la cosiddetta
“pattumiera” dei crediti deteriorati, questa
ultima nomina è avvenuta pochi giorni prima che
il giudice fallimentare di Chieti, Nicola
Valletta, dichiarasse con sentenza lo stato di
insolvenza dell’ex Cassa di risparmio di Chieti,
una sentenza che ha tirato in ballo proprio la
gestione dei commissari;
il giudice
Valletta ha trasmesso gli atti alla Procura
della Repubblica, come è riportato anche sul
giornale online
ilcentro.gelocal.it
del 6 dicembre 2016;
il Fondo interbancario
ha finanziato la risoluzione delle crisi di
Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di
risparmio di Ferrara e Carichieti, per un totale
di 3,7 miliardi che sono stati anticipati da
Intesa San Paolo (credito poi parzialmente
ceduto a Mps), Unicredit e Ubi Banca (credito
poi parzialmente ceduto a Banco Popolare);
il valore totale
dell’intervento è servito a coprire le perdite
derivanti dalla svalutazione delle sofferenze,
per un valore nominale di 8,5 miliardi di euro,
ricapitalizzare i nuovi istituti (1,8 miliardi
di euro per le quattro succitate banche,
compresa Carichieti) e infine creare la bad
bank Rev Gestione Crediti SpA (136 milioni
di euro) a cui è stato affidato il recupero
degli 8,5 miliardi;
il 19 luglio scorso -
quando l’ex AD ed ex commissario Immordino era
già stato nominato alla Rev SpA - nella sentenza
che ha ridisegnato lo scenario dell’ex
Carichieti, della debacle e del ruolo dei
commissari, il giudice Valletta ha scritto:
“Risulta che in atti non vi sono elementi che
consentano di affermare l’esistenza di uno stato
di insolvenza al momento dell’avvio della
risoluzione. Non vi è dubbio invece che
l’insolvenza vi fosse al momento dell’emanazione
del provvedimento di liquidazione coatta
amministrativa. A tale epoca, infatti la
Carichieti, proprio in conseguenza delle misure
adottate nell’ambito del procedimento di
risoluzione, non presentava più alcun elemento
nell’attivo patrimoniale, a fronte di passività
per 45 milioni di euro”;
l’insolvenza si
baserebbe “su perdite scaturite da rettifiche di
valore netto dei crediti di cui però non è stata
data alcuna giustificazione”;
recentemente, il pm
Falasca che conduce tutte le inchieste sulla
Carichieti, ha iscritto Salvatore Immordino nel
registro degli indagati;
in questi ultimi
giorni il dibattito intorno alla vicenda del
Monte dei Paschi di Siena è stato soprattutto
incentrato sulla necessità di rendere noti, in
nome della trasparenza, i nomi dei grandi
debitori morosi (la cosiddetta black list)
che hanno causato il dissesto della banca, nel
dibattito sono intervenuti il presidente
dell’ABI, il Garante della privacy,
sottosegretari di Governo nonché rappresentanti
politici di spicco -:
quali misure intenda
porre in essere per chiarire il corretto operato
degli ultimi amministratori e dei commissari
preposti alla risoluzione della Cassa di
risparmio di Chieti, tenuto conto che nella
succitata sentenza si lamenta il fatto di non
aver potuto verificare se la valutazione dei
crediti di difficile o impossibile esigibilità
sia stata fatta correttamente o si sia invece
rivelata troppo severa, con una svalutazione
eccessiva che ha intaccato il patrimonio
causando il dissesto;
se, come nel caso di
Mps, non ci sia stata una ‘disinvolta’ gestione
del credito e quali e quanti siano i maggiori
debitori morosi della Cassa di risparmio di
Chieti. |