GIULIANOVA,
13.7.2018 -
Buone nuove relativamente alla ex Colonia “Rosa
Maltoni Mussolini”, l'imponente complesso sul
lungomare Zara nord suddiviso in quattro corpi
di fabbrica, con una superficie coperta di circa
40.000 mq., nato nel 1936 come una delle
struttura talassoterapiche più importanti
realizzate all'epoca dall'INAM, poi ENAM, l'Ente
Nazionale Assistenza Magistrale soppresso nel
luglio 2010 con subentro prima dell'INPDAP e poi
dell'INPS, che è tuttora l'ente proprietario.
«Ebbene
proprio l'INPS – annuncia il sindaco
Francesco Mastromauro – lo scorso
10 luglio ha concluso la prima
operazione di apporto al Fondo i3-Silver,
gestito da Invimit SGR, dei primi due asset
immobiliari selezionati per essere riconvertiti
a “senior housing” secondo un nuovo modello
residenziale che si sta sviluppando solo oggi in
Italia per rispondere alle esigenze di carattere
sociale e demografico del mercato della terza
età. Uno è il Lido Alberoni a Venezia Lido e
l'altro è proprio il complesso ex colonia
“Maltoni Mussolini” di Giulianova sul quale
verranno subito avviate le attività di
progettazione finalizzate alla riconversione
della struttura in residenze appositamente
pensate per il mercato della “terza età” dotate
di una serie di servizi collettivi in grado di
coniugare le esigenze di indipendenza con quelle
di socialità ed assistenza. Invimit
– prosegue il sindaco - prevede di realizzare
investimenti per la valorizzazione degli
immobili per circa 24,6 milioni di euro,
dotandoli così di una nuova vita e permettendo
la loro reintegrazione nei rispettivi tessuti
urbani. Una operazione, questa dell'INPS, che
finalmente si misura sul piano della
concretezza e che consentirà di restituire nuova
vita ad un complesso pur pregevole ma dal 1992
inutilizzato e poi rimasto in condizioni di
abbandono e di degrado nonostante i tentativi di
ristrutturazione, sollecitati negli anni
seguenti, che però, per una serie di
problematiche di natura tecnico commerciale, non
andarono a buon fine. Certo non si è trattato di
un iter semplice. Della questione mi ero
occupato già in precedenza, con la prima
richiesta di recupero inoltrata il 1 marzo
2011 a Valeria Vittimberga, allora
direttore generale preposta alla
Direzione Centrale Approvvigionamenti e
Provveditorato dell'INPDAP, cui altre ne
seguirono. Ma è stato soprattutto il
10 settembre del 2013 che è iniziato un
importante percorso di condivisione con l'INPS
sul futuro del complesso. In quel giorno,
infatti, dopo le mie richieste e sollecitazioni
incontrai i vertici dell'Istituto previdenziale,
nell'ordine il dirigente generale del credito e
del welfare Maurizio Manente, il
dirigente dell'ufficio strutture sociali
Cristian Amato e, ancora, Gennaro
Langella, coordinatore centrale per la
consulenza tecnico-edilizia, Alberto Scuderi,
dirigente generale regionale per l'Abruzzo, il
dirigente Giuseppe Ferrigno, il direttore
provinciale di Teramo Domenico De Fazio e
Michele Giannitto del coordinamento
tecnico-edilizio per l'Abruzzo. Ne scaturì
proprio la volontà di dare gambe al
recupero ed alla
valorizzazione del grande complesso facendone
appunto un polo di rilevanza nazionale con
funzione sociale. Quello che oggi appare quindi
non più un auspicio ma direi proprio una
prospettiva concreta». |