GIULIANOVA,
31.7.2018 -Pensava
di essere riuscito ad eludere i controlli un
peschereccio che - nella notte tra il 29 e e il
30 luglio - rientrando in porto, si era visto
salire a bordo un team ispettivo composto da
personale del Nucleo Controllo Pesca della
Guardia Costiera di Giulianova.
Il peschereccio, infatti, aveva
occultato un ingente quantitativo di vongole
della specie “chamelea gallina” – per la
precisione, oltre 1 quintale eccedente i
400 kg, quantitativo massimo giornaliero
autorizzato per lo stesso peschereccio –
all’interno di un quadro elettrico disalimentato,
appositamente modificato per nascondere – come
nei film – prodotto ittico nel vano retrostante.
Il comportamento sospetto non è
sfuggito però agli occhi dei militari che, dopo
i primi controlli di routine si sono
accorti che qualcosa non andava e, dopo una
prima ispezione visiva, hanno capito che quel
quadro elettrico disalimentato nascondeva
qualcosa.
La conferma arrivava pochi minuti
dopo: svitando alcuni bulloni sospetti, infatti,
il quadro elettrico si apriva ai loro occhi come
uno scrigno, mostrando il prodotto ittico
stoccato tra il quadro e la paratia.
A conclusione dell’attività di
controllo è scattato così il sequestro del
prodotto ittico pescato illegalmente, nonché
dell’attrezzo utilizzato per l’attività
illecita, oltre ad un verbale dell’importo di
4.000 euro a carico del comandante del
peschereccio per aver pescato un quantitativo
superiore a quello consentito.
L’attività dei militari però non
è terminata con i controlli a bordo delle unità
da pesca poiché, una volta in banchina, gli
stessi si sono accorti della presenza di alcuni
colli poco più distanti: si trattava di un
ulteriore quintale di prodotto,
verosimilmente abbandonato in banchina da chi lo
stava portando via illecitamente, fuggito una
volta accortosi della presenza in zona dei
militari, prima che questi sbarcassero dal
peschereccio.
Ancora allo stato vivo e vitale
al momento del sequestro, il prodotto è stato
poi rigettato in mare, e riconsegnato così
all’ecosistema marino che se n’era visto
indebitamente privato.
«Il
prodotto sequestrato – afferma la Guardia
Costiera – equivale a due quintali di vongole
che sarebbero state immesse sul mercato prive di
qualsiasi certificazione che ne attestasse
provenienza e qualità, in spregio ai più
basilari diritti del consumatore. Inoltre, la
cattura di tale prodotto rappresenta un danno
per l’ambiente marino e il suo ecosistema –
ricorda la Guardia Costiera – che va rispettato,
in primis degli operatori del settore, ed è a
questo che servono i limiti ai quantitativi di
cattura imposti». |