TERAMO,
13.1.2018 -
Questa mattina, nel corso di un incontro presso
la Prefettura di Teramo, i rappresentanti
dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del
Gran Sasso hanno consegnato al Prefetto una
lettera indirizzata al Presidente della
Repubblica.
La
consegna era stata concordata con l’Ufficio del
cerimoniale della Presidenza della Repubblica al
quale l’Osservatorio si era rivolto nei giorni
scorsi in previsione della visita del Presidente
Mattarella ai Laboratori di Fisica Nucleare del
Gran Sasso del prossimo 15 gennaio.
L’Osservatorio ha così inteso informare anche il
Capo dello Stato della situazione di emergenza
dell’acquifero del Gran Sasso.
Di
seguito si riporta la lettera indirizzata al
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ill.mo Presidente della
Repubblica,
nell’ultimo anno l’Abruzzo è
stato colpito da innumerevoli emergenze che
hanno sconvolto la quotidianità delle nostre
città: dalle terribili scosse di terremoto
dall’agosto 2016, al grave maltempo del gennaio
2017, fino alla crisi idrica del maggio del 2017
nell’intera provincia di Teramo.
L’Abruzzo non è privo di risorse,
intelligenze ed eccellenze che potrebbero
garantirne un riscatto sociale, politico ed
economico.
L’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare il prossimo 15 gennaio giustamente
festeggia 30 anni di attività dei Laboratori del
Gran Sasso, uno dei massimi centri di ricerca
che il nostro Paese può vantare.
I Laboratori sono ospitati nel
massiccio del Gran Sasso che, per ogni
abruzzese, assume innumerevoli significati: il
gigante che dorme; la più alta montagna
dell’Appennino; il simbolo indiscusso di un
Parco nazionale; la congiunzione con il resto
del Paese tramite un’importante arteria
autostradale (che però lo ha ferito al cuore con
un inspiegabile progetto ingegneristico); ma
soprattutto rappresenta la più grande risorsa
d’acqua della regione, capace di rifornire oltre
la metà della popolazione abruzzese (circa
700.000 persone).
Ed è proprio in questo ultimo
prezioso bene che l’intera comunità abruzzese
negli anni è stata più volte colpita: come ormai
accertato da tutti gli Enti interessati,
l’interferenza con l’acquifero del Gran Sasso,
sia dei Laboratori sotterranei di Fisica
Nucleare, sia delle gallerie autostradali
dell’A24, ha più volte messo a rischio la
principale risorsa idrica della regione.
Tra l’8 e 9 maggio 2017, a causa
di un ultimo incidente, le cui dinamiche sono
ancora da chiarire, il consumo d’acqua
proveniente dal Gran Sasso è stato vietato in
quasi tutta la provincia teramana, determinando
una situazione di caos con vere e proprie corse
all’accaparramento di acqua in bottiglia nei
negozi e nei centri commerciali.
A seguito di questo incidente le
associazioni WWF, Legambiente, Mountain
Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva,
Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia
Nostra e FAI hanno costituito l’Osservatorio
Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso:
l’obiettivo è fornire un contributo per la
ricerca delle soluzioni da adottare ad una
situazione che perdura da troppi anni e che ha
visto nel passato anche il sequestro dei
Laboratori e la nomina di un commissario
straordinario da parte del Governo nazionale per
la gestione dell’emergenza, nonché la spesa di
oltre 80 milioni di euro per interventi di messa
in sicurezza.
In questi otto mesi
l’Osservatorio ha dato vita ad una serie di
incontri pubblici e tante altre iniziative molto
partecipate sul territorio (riassunte nella
scheda allegata), ma dobbiamo evidenziare con
rammarico come ancora oggi non ci sia chiarezza
e non si manifesti una volontà di collaborazione
da parte di tutte le Istituzioni preposte alla
gestione di tale situazione.
La Regione Abruzzo ha sempre
negato all’Osservatorio, così come a qualsiasi
altro soggetto della società civile, di
partecipare quale “uditore” alla Commissione
tecnica per la gestione del rischio idrico del
Gran Sasso, mentre abbiamo dovuto registrare una
posizione ondivaga da parte dell’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare che, ad oggi, non
ha rispettato il Protocollo d’intesa
sottoscritto su iniziativa della Regione e non
ha fornito soddisfacenti rassicurazioni rispetto
agli esperimenti condotti nei Laboratori per i
quali vengono utilizzate grandi quantità di
sostanze pericolose e, per il futuro, anche
radioattive.
Per denunciare questo deficit di
trasparenza, lo scorso 11 novembre a Teramo
l’Osservatorio ha organizzato la Manifestazione
per l’Acqua Trasparente, un corteo pacifico, ma
fortemente determinato, che ha attraversato il
centro cittadino e che ha visto l’adesione
dell’Assemblea dei Sindaci dei Comuni della
Provincia di Teramo, di decine e decine di
associazioni, comitati, sindacati e forze
politiche, ma soprattutto di oltre 3.000
cittadini che hanno marciato per chiedere
trasparenza, partecipazione e sicurezza nella
gestione dell’acquifero del Gran Sasso.
L’interferenza tra
acquifero/autostrada/laboratori costituisce
un potenziale pericolo per centinaia di migliaia
di persone che bevono l’acqua del Gran Sasso,
per l’ambiente e anche per l’economia di questo
territorio. Tale situazione è nota dall’inizio
degli Anni 2000 grazie alle prime denunce delle
associazioni ambientaliste che, anche in questo
caso, hanno anticipato le Istituzioni
nell’individuazione dei problemi. Ma nonostante
siano passati più di 15 anni non si sono ancora
compiute le scelte necessarie per risolvere
questa situazione e, anche dopo l’emergenza
dell’8/9 maggio 2017, non si registrano concreti
passi avanti.
Come Osservatorio chiediamo
quindi di porre la giusta attenzione a tale
problematica e di garantire la piena
applicazione dell’art. 118 della Costituzione
che permette in senso orizzontale al cittadino,
sia come singolo, sia attraverso i corpi
intermedi, di avere la possibilità di cooperare
con le Istituzioni nel definire gli interventi
che incidono sulle realtà sociali a lui più
vicine, avendo ben presente che in questo caso
entrano in gioco due beni tutelati dalla
Costituzione: l’ambiente (art. 9) e la salute
(art. 32).
L’Osservatorio vuole essere parte
della soluzione del problema, vuole svolgere un
ruolo di stimolo e collaborazione, mettendo a
disposizione delle Istituzioni competenze e
conoscenze, e vuole anche controllare che
finalmente, dopo oltre 15 anni, si
possa veramente trovare una soluzione definitiva
che garantisca la piena tutela di un bene
primario come l’acqua.
In questo periodo storico, in cui
nel nostro Paese troppo spesso si registra una
ingiusta distanza fra Istituzioni, politica e
cittadini, è necessario lavorare per cancellare
questa lontananza e costruire una nuova proposta
di comunità che si ritrovi insieme per la
soluzione dei problemi.
Nel ringraziarLa per l’attenzione
dedicata, cogliamo l’occasione per porgerLe i
più sinceri saluti, certi di un Suo autorevole e
concreto impegno a favore delle nostre istanze. |