pescara,
10.5.2018 -
Come la cronaca di questi giorni
ben evidenzia, con l’approssimarsi della
stagione estiva sembrano moltiplicarsi gli
eventi sportivi e i raduni di vario genere
organizzati nelle aree protette abruzzesi, e in
particolare nel Parco Regionale Sirente Velino e
nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
È certamente auspicabile che i
Parchi possano rappresentare anche un volano per
lo sviluppo economico e turistico dei territori
protetti, ma va sempre ricordato che si tratta
di aree di grande valenza naturalistica e con un
elevato indice di biodiversità, che vanno prima
di ogni altra cosa rispettate e tutelate. Sono
da evitare manifestazioni che prevedano
l’impiego di mezzi motorizzati ed è comunque da
evitare un carico antropico eccessivo: la
presenza, sia pure limitata nel tempo, di
centinaia di persone (partecipanti,
organizzatori e spettatori) in spazi ristretti e
delicati può comportare pesantissime
alterazioni, soprattutto nella stagione di
riproduzione della fauna e di ripresa della
vegetazione floristica.
A questo proposito Legambiente,
WWF e Ambiente e/è Vita chiedono:
- a chi è
chiamato a rilasciare autorizzazioni, un’attenta
valutazione e un’adeguata analisi delle diverse
richieste avanzate dando ove occorrano adeguate
prescrizioni e limitazioni o anche vietando gli
eventi se la loro natura è tale da rappresentare
un rischio per il territorio;
- agli organi di
vigilanza, la predisposizione di servizi di
controllo in ogni occasione potenzialmente a
rischio per scongiurare danni all’ambiente.
Non si dimentichi che in
occasione di eventi che investano più territori
comunali e aree a vario titolo protette, il
D.P.R. n. 357 /97 obbliga a predisporre una
Valutazione di Incidenza che certifichi la
mancata alterazione di habitat e specie
protette. L’intento del legislatore, che in
questo caso le associazioni condividono, non è
certo quello di impedire qualsivoglia
manifestazione ma di sancire dei limiti da
rispettare per non danneggiare un patrimonio
naturale che appartiene alla collettività. Le
aree protette nascono a tutela della fauna,
della flora e degli habitat e non sono dei
“parchi giochi” aperti a ogni genere di
attività, come tra l’altro gli eventi dello
scorso anno, incendi compresi, hanno ben
dimostrato.
Le attività sportive e i raduni
all’interno di aree di interesse naturalistico o
comunque sottoposte a vincoli vanno
accuratamente regolamentate in modo da
contemperare le esigenze turistico-ricreative
con gli obblighi di tutela imposti dalla legge e
dalle direttive europee. Occorre in altre parole
far sì che l’uso del territorio sia organizzato
in modo da non danneggiarlo. Le associazioni
hanno operato secondo questo principio anche
nella fase di consultazione per la rimodulazione
della Legge Quadro regionale n.38/96 sulle aree
protette contribuendo, insieme agli altri
portatori di interesse a definire la proposta
attualmente all’esame del Consiglio regionale.
Legambiente, WWF e Ambiente e/è
Vita rivolgono infine un appello al Consiglio
regionale perché si superi la fase di
commissariamento del Parco regionale Sirente
Velino che si protrae ormai da oltre tre anni.
Occorre ricostituire il consiglio direttivo
dell’ente e garantire, come legge vuole, la
presenza tra gli altri di un rappresentante
delle associazioni ambientaliste che possa, tra
l’altro, concorrere a delineare percorsi di
piena sostenibilità nell’interesse dell’area
protetta e, più in generale, della tutela del
patrimonio naturale, che è poi interesse
dell’intera collettività non solo abruzzese.
L’auspicio è che si arrivi presto
alla definizione del disciplinare che regola
all’interno delle aree protette le attività
sportive e lo stesso turismo attivo che devono
essere necessariamente sostenibili e rispettosi
della biodiversità. |