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Interlocutorio l'incontro in Regione con la proprietà, alla presenza della regione Abruzzo, delle OOO.SS. e delle RSU. Per la Befafance Italia hanno partecipato il leader site, Corporente, il dottor Lalatta e l’avvocata Castelli dello studio Albè.

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Tortoreto
BETAFENCE: Le "strategie aziendali" continuano a non convincere i sindacati
 

TERAMO, 4.2.2021 - Si è concluso l'incontro in Regione con la proprietà Betafance, alla presenza della regione Abruzzo, delle OOO.SS. e delle RSU. Per la Befafance Italia hanno partecipato il leader site, Corporente, il dottor Lalatta e l’avvocata Castelli dello studio Albè.


Oltre a discutere del piano sociale, che continua a non convincerci, l’incontro è stato prettamente interlocutorio.


Per la Betafence ha esordito Lalatta che, nel confermare il piano, ne ha fissato l'inizio già da marzo 2021, da quando quindi, secondo la proprietà, si inizierebbero a dismettere prodotti e linee produttive.

 

Come abbiamo fatto notare, parliamo di una tempistica
diversa da quella delineata nell’ultimo incontro, fissata nel terzo quadrimestre 2021.


Lalatta ha prospettato la possibilità di utilizzo della cassa “covid” fino a marzo e ad una possibile successiva attivazione della cassa integrazione straordinaria – qualora non prorogassero quella “covid” - giustificandone l’utilizzo ad un andamento altalenante e
non lineare dell’anno 2021. A questo proposito, abbiamo chiesto quali sarebbero le strategie aziendali, attuali e future, che l’attuale governance sta mettendo in atto per scongiurare un calo della produzione ed anche riacquistare la fiducia nei clienti, in quanto sembrerebbe che il recente aumento del 20% del listino prezzi, li stia invece allontanando, compromettendone definitivamente i rapporti.


“Strategie aziendali” queste, che danno l’impressione di far venire meno la catena di sostenibilità essenziale per il mantenimento dello stabilimento di Tortoreto, piuttosto che puntare all’obiettivo proclamato di fare del poultry un punto di eccellenza-

 

Una situazione grave, non solo per via della dismissione di otto linee – secondo loro - “improduttive”, ma per via della “esternalizzazione” di altre quattro, due prodotte da terzi e due da delocalizzare.

 

Insomma, lavoro che viene portato via dallo stabilimento di
Tortoreto, per ridurre costi e aumentare ricavi, che invece ne avrebbe necessità per il mantenimento di 150 posti di lavoro.
Abbiamo richiesto quindi, vista la poca chiarezza del piano e a tutela dell’occupazione, che si metta in atto lo strumento della solidarietà, che ci consentirebbe di essere tutti ancora ancora ancorati alla Betafance (con la possibile fuoriuscita volontaria).
 

L'azienda, nel ritenere che la richiesta da noi avanzata prevedrebbe una revisione sostanziale del piano presentato, si è riservata di approfondire la questione, rimandandone l'esito al prossimo incontro che si terrà tra 7 - 10 giorni.

 

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