Spot della
Polizia di Stato in TV e sui canali social contro la
violenza sulle donne
TERAMO,
16.7.2024 -
La
Polizia di Stato rilancia “Questo non è amore”, la
campagna permanente di comunicazione contro la violenza
di genere, attraverso uno spot televisivo e sui canali
social. Lo spot ricorda che la violenza sulle donne è un
fenomeno che riguarda tutti noi, ogni giorno, non solo
quando accade un fatto drammatico, quando celebriamo una
triste ricorrenza o il 25 novembre, Giornata
Internazionale per l'eliminazione della violenza contro
le donne.
Protagonista dello
spot e del video social è Filomena Di Gennaro, una donna
giovane, intelligente, che ha superato le prove per
entrare nelle forze dell’ordine.
Nel 2017 è stata
violentemente aggredita dal suo ex fidanzato che,
incapace di accettare la fine della loro relazione, le
ha sparato 8 colpi di pistola tentando di ucciderla.
Filomena è sopravvissuta, oggi vive su una sedia a
rotelle ma questo non le ha impedito di rifarsi una
vita, sposarsi, avere dei figli. Dopo aver incontrato un
amore malato, ne ha trovato uno sano, che l’ha aiutata a
superare il momento più drammatico della sua vita e
che oggi la sostiene e la incoraggia a raccontare la
sua storia nelle scuole superiori per insegnare ai
giovani a non tacere di fronte ai primi segnali di un
amore tossico, anche quando non ci riguarda
direttamente. Filomena chiede a tutti di “non voltarsi
dall’altra parte perché siamo tutti coinvolti, come
società nel suo insieme e come singoli cittadini. Ognuno
di noi deve sentirsi responsabile e lavorare affinché
tutti imparino a distinguere l’amore malato dall’amore
sano”.
La Polizia di Stato
è da sempre in prima linea per sostenere e proteggere
sia chi denuncia in quanto vittima sia chi segnala una
situazione di pericolo. Anche queste segnalazioni sono
molto importanti per prevenire e contrastare la violenza
sulle donne. Le Forze di Polizia sono capaci di
intervenire sempre con attenzione, discrezione e
sensibilità, attraverso personale altamente qualificato
e formato.
Al fianco della
Polizia di Stato operano numerose associazioni che
offrono assistenza alle donne vittime di violenza e
rappresentano una insostituibile rete di protezione e
aiuto che contribuisce a far fronte al fenomeno.
Lo spot da 30
secondi verrà trasmesso sulle reti RAI e sarà visibile
anche sui canali social della Polizia di Stato. E’ stato
prodotto in collaborazione con il Dipartimento per
l’informazione l’editoria della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
REPORT ANALISI
CRIMINOLOGICA DELLA VIOLENZA DI GENERE 1 gennaio – 30
giugno 2024
ATTIVITÀ DEL SERVIZIO
ANALISI CRIMINALE NELL’AMBITO DELLA VIOLENZA DI GENERE
Nell’ambito del
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, presso la
Direzione Centrale della Polizia Criminale è istituito,
ai sensi dell’art. 8 della Legge 1° aprile 1981, n. 121,
il Centro Elaborazione Dati che “provvede alla
raccolta, elaborazione, classificazione e conservazione
delle informazioni e dei dati”. Il Centro
Elaborazione Dati rappresenta la fonte primaria per il
monitoraggio delle attività delle Forze di polizia e dei
diversi fenomeni delittuosi sul territorio.
Il Servizio Analisi Criminale della
Direzione Centrale Polizia Criminale, quale polo per il
coordinamento informativo e per l’analisi interforze dei
fenomeni criminali, attraverso i dati acquisiti dal
Sistema di Indagine (SDI), integrati con le informazioni
che pervengono degli Uffici territoriali delle Forze di
polizia, nonché da notizie acquisite dalle c.d. fonti
aperte, elabora documenti di analisi sui reati afferenti
la c.d. violenza di genere nonché studi e
approfondimenti tematici sugli omicidi volontari con
vittime donne.
Nello specifico vengono in primo
luogo analizzati alcuni delitti, i c.d. reati spia
o reati sentinella, che sono spesso già parte
integrante della violenza di genere, ovvero
possono costituire un campanello d’allarme del fenomeno:
sono considerati tali gli atti persecutori (art.
612 bis c.p.), i maltrattamenti contro
familiari e conviventi (art. 572 c.p.), le
violenze sessuali (art. 609 bis, 609 ter,
e 609 octies c.p.) e alcune fattispecie
delittuose introdotte con la legge n. 69 del 19 luglio
2019, recante “Modifiche al codice penale, al codice
di procedura penale e altre disposizioni in materia di
tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”,
che ha, inoltre, ampliato il sistema di tutele per le
donne vittime di violenza di genere.
In particolare, con riferimento a
suddetta legge, nota anche come “Codice rosso”, vengono
analizzati i dati relativi ai reati di violazione dei
provvedimenti di allontanamento dalla casa familiaree del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati
dalla persona offesa (art. 387 bis c.p.),
diffusione illecita di immagini o video sessualmente
espliciti (art. 612 ter c.p.), costrizione
o induzione al matrimonio (art. 558 bis c.p.)
e deformazione dell’aspetto della persona mediante
lesioni permanenti al viso (art.583 quinquies
c.p.), al fine di approfondirne l’andamento.
Per quanto attiene alle donne
uccise, non viene effettuata un’analisi dei “femminicidi”
in quanto tale definizione, pur costituendo un termine
di uso comune per indicare gli omicidi con vittime di
genere femminile compiuti come atto estremo di violenza
misogina, non trova corrispondenza in una fattispecie
codificata nel nostro ordinamento giuridico e si presta,
pertanto, ad interpretazioni1.
L’esame viene, quindi, sviluppato
sugli omicidi volontari, attraverso lo studio e
l’analisi di tutti i dati interforze acquisiti
dalla Banca Dati delle Forze di polizia, che vengono
confrontati ed integrati attraverso le fonti aperte e
con le informazioni che pervengono dai presidi
territoriali di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
I dati raccolti sugli omicidi
volontari rivestono un carattere operativo in quanto
sono suscettibili di variazione in relazione
all’evolversi dell’attività di polizia e delle
determinazioni dell’Autorità Giudiziaria; in ragione di
ciò il Servizio Analisi Criminale periodicamente
provvede al loro confronto e aggiornamento con i dati
del Sistema di Indagine (SDI). L’esame degli elementi
informativi acquisiti permette di ricostruire la
dinamica dell’evento, il movente, l’ambito in cui si è
svolto il delitto e le eventuali relazioni di parentela
o sentimentali che legavano i soggetti coinvolti.
La promulgazione della legge 5
maggio 2022, n. 53 recante “Disposizioni in materia
di statistiche in tema di violenza di genere”, ha,
inoltre, segnato un passaggio epocale, che si pone
nell’ottica del potenziamento e del coordinamento nella
raccolta dei dati sullo specifico tema, perseguendo
l’obiettivo di meglio comprendere il fenomeno anche al
fine di fornire un più puntuale supporto al Decisore
nell’elaborazione delle strategie di prevenzione e
contrasto.
In particolare, in adempimento
delle disposizioni di cui all’articolo 5 della predetta
legge, la Direzione Centrale della Polizia Criminale ha
sviluppato le attività propedeutiche a dotare la Banca
dati SDI di funzionalità che consentano, con riguardo a
numerose fattispecie di reato23,
qualora si tratti di violenza di genere, la
raccolta di specifici dati utili a definire la relazione
autore-vittima, attraverso un “set minimo” di “modalità”
relazionali3 ed eventuali ulteriori
informazioni qualora note.
Tra queste ultime rientrano
l’età e il genere degli autori e delle vittime, la
relazione che intercorre tra loro, le informazioni sul
luogo dove è avvenuto il fatto, la tipologia di arma
eventualmente utilizzata, la consumazione del reato in
presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o
delle vittime e se la violenza è commessa unitamente ad
atti persecutori.
La nuova procedura per la raccolta
dei dati è operativa a partire dall’1 gennaio 2024, ed è
accompagnata da una specifica attività di formazione da
parte delle singole Forze di polizia, sulla base di una
nota d’indirizzo con allegata “istruzione operativa”
elaborati dalla Direzione Centrale della Polizia
Criminale.
Verrà, quindi, progressivamente
potenziata l’analisi dell’andamento della specifica
delittuosità, che costituisce un valido strumento anche
per valutare l’impatto della normativa e come essa
riesca a rendere più immediate e incisive le misure di
protezione a sostegno delle vittime vulnerabili.
Molti degli elaborati di analisi
prodotti non sono condivisi soltanto con le Autorità e
le Istituzioni interessate al fenomeno4,
ma vengono anche pubblicati sul sito del Ministero
dell’Interno, a disposizione dei media e di tutti
i cittadini che desiderino essere informati sulla
problematica in questione.
L’analisi criminologica della
violenza di genere, infatti, consente anche di offrire
delle chiavi di lettura per una comprensione più
approfondita del fenomeno, restituendo la dimensione
reale dell’agire criminale contro le donne, dando
contezza dell’azione comune nel contrasto al fenomeno, e
contribuendo a una generale sensibilizzazione
sull’esistenza e le caratteristiche di tale violenza,
che si qualifica come una problematica di civiltà la
quale, a fianco e forse prima ancora di un’azione di
contrasto, richiede una crescita culturale e una presa
di coscienza collettiva attraverso l’impegno corale di
tutti gli attori sociali.
LA
VIOLENZA DI GENERE
La violenza contro le donne
costituisce un ambito particolare che, per sua stessa
natura, non è legato alle normali dinamiche criminali,
rendendo quindi opportuna una particolare metodologia di
approfondimento.
REATI SPIA
Per avere una chiara percezione del
fenomeno della violenza contro le donne,
un’analisi specifica viene quindi dedicata, in primo
luogo, ai cosiddetti reati spia o reati
sentinella, ovvero a quei delitti che sono ritenuti
i possibili indicatori di una violenza di genere, in
quanto verosimile espressione di violenza fisica,
sessuale, psicologica o economica diretta contro una
persona in quanto donna: sono ritenuti tali gli
atti persecutori (art. 612-bis c.p.), i
maltrattamenti contro familiari e conviventi (art.
572 c.p.) e le violenze sessuali (art. 609-bis,
609-ter e 609-octies c.p.); queste ultime,
particolarmente gravi e certamente parte integrante
della violenza di genere, vengono accorpate con i
reati spia solo per esigenze di logica espositiva.
In particolare, nel triennio in
esame, con riferimento ai reati commessi, si evidenzia,
per tutte le fattispecie in esame,un trend
in progressivo e costante incremento nel corso degli
anni, ad eccezione di un lieve decremento degli atti
persecutori in flessione in relazione all’anno 2022.
L’analisi inoltre si concentra nel
periodo 1 gennaio – 30 giugno 2024, confrontato
con l’analogo semestre del 2023.
Nello specifico si registra una
diminuzione sia degli atti persecutori, che
da 9.359scendono a 8.592 (-8%),
che delle violenze sessuali che da 2.991
passano a 2.923 (-2%); mentre aumenta
il numero dei maltrattamenti contro familiari e
conviventi per cui si registra un incremento (5%),
passando da 11.808 a 12.424.
Va precisato che si tratta di un
trend da verificare nel prosieguo, in quanto si
tratta di dati non consolidati e suscettibili di
variazione in incremento, tenuto conto anche del ridotto
tempo intercorso dalla conclusione del semestre.
Per quanto attiene alle vittime
delle fattispecie di reato monitorate nel triennio in
esame
(2021-2023), l’incidenza di
quelle di genere femminile risulta pressoché costante,
attestandosi tra il 74 ed il 75% per gli atti
persecutori, tra l’81 e l’82% per i
maltrattamenti contro familiari e conviventi e con
valori intorno al 91% per le violenze sessuali.
Il grafico sottostante permette di
visualizzare come, sia nel triennio che nei periodi
parziali considerati, il reato maltrattamenti contro
familiari e conviventi evidenzi un trend in
crescita, mentre si regista un lieve decremento per le
violenze sessuali nel 2022 rispetto al 2023 e nei
semestri esaminati5.
Gli atti persecutori, invece, evidenziano nel
triennio un trend lievemente in aumento, mentre
nel periodo parziale considerato un decremento.
CONTRASTO AI REATI
CORRELATI ALLA VIOLENZA DI GENERE
La tabella sottostante evidenzia
come, dal 2021 al 2023, l’azione di contrasto ai delitti
in argomento abbia fatto registrare un tendenziale
incremento.
I dati relativi alle segnalazioni a
carico dei presunti autori noti, infatti, mostrano, nel
triennio, un incremento, rispettivamente del
6% per gli atti persecutori, dell’11%
per i maltrattamenti contro familiari e conviventi
e del 15% per le violenzesessuali.
Tale trend si conferma anche
dal raffronto tra il primo semestre 2024 (Gennaio
– Giugno 2024) e l’analogo periodo del 2023. In
particolare per gli atti persecutori si registra
un aumento delle segnalazioni a carico dei presunti
autori noti pari al 18%, per i maltrattamenti
contro familiari e conviventi parial 23%
e per le violenzesessuali pari
al 5%.
Occorre, inoltre, sottolineare la
necessità di una verifica successiva, trattandosi per il
2024 di dati non consolidati e suscettibili di
incremento dovendosi tenere conto anche dei tempi
necessari allo sviluppo delle attività di indagine.
CODICE ROSSO
Nell'analisi a confronto dei
medesimi periodi, i reati introdotti dal cosiddetto
Codice rosso (legge 19 luglio 2019, n.69).
I dati evidenziano un trend
in costante crescita per la violazione dei
provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e
del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla
persona offesa (art.387-bis c.p.). Per quanto
riguarda la diffusione illecita di immagini o video
sessualmente espliciti (art.612-terc.p.) e
la costrizione o induzione al matrimonio (art.558-bis
c.p.) si registra un andamento ondivago: dopo una
lieve diminuzione nel 2022, segue un aumento,
rinvenibile anche nei periodi parziali esaminati.
Diverso andamento si rileva, invece, per la
deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni
permanenti al viso (art.583-quinquies c.p.),
che, dopo un aumento nel 2022, evidenzia una diminuzione
nel 2023 e nel periodo dei semestri raffrontati.
In termini percentuali i dati
fanno, registrare, nel triennio, un generale aumento:
per la costrizione o induzione al matrimonio del
21%; per la violazione dei provvedimenti di
allontanamento dalla casa familiare e del divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa
del 18%; per la deformazione dell'aspetto della
persona mediante lesioni permanenti al viso del 3%;
per la diffusione illecita di immagini o video
sessualmente espliciti dell’1%.
Infine, confrontando il periodo
Gennaio – Giugno 2024 con l’analogo semestre del 2023,
si sottolinea che vi è un generale progressivo aumento
dei casi registrati per tutte le fattispecie in esame,
ad esclusione del delitto di deformazione
dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti
al viso, per il quale invece emerge un lieve calo
(-9%).
La prevalente incidenza delle
vittime di genere femminile per la delittuosità in esame
(in particolare per la costrizione o induzione al
matrimonio), tranne che per la deformazione
dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti
al viso (art.583-quinquies c.p.).
Analizzando, invece, i dati
relativi alle segnalazioni a carico di presunti
autori noti, la tabella sottostante evidenzia che,
nel corso del triennio, l’azione di contrasto ha visto
un aumento per le violazione dei provvedimenti
di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa
pari al 20%, e per il reato di
deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni
permanenti al viso pari al 32%. Diminuiscono,
invece, le segnalazioni a carico dei presunti autori
noti per i reati didiffusione illecita di
immagini o video sessualmente espliciti (-6%)
e costrizione o induzione al matrimonio (-3%).
Nel primo semestre del 2024
rispetto all’analogo periodo del 2023, invece, si
registra un aumento dell’azione di contrasto per tutte
le fattispecie considerate, ad esclusione per la
deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni
permanenti al viso
(-5%).
OMICIDI CON VITTIME DI
GENERE FEMMINILE
L’escalation della
violenza può purtroppo degenerare nel più grave dei
delitti contro la persona, ovvero l’omicidio
volontario, di cui all’art. 575 c.p.
Come rappresentato in premessa, per
quanto attiene alle donne uccise, non viene effettuata
un’analisi dei “femminicidi” in quanto tale
definizione, pur facendo riferimento a una categoria
criminologica nota e costituendo un termine di uso
comune per indicare gli omicidi con vittime di genere
femminile compiuti come atto estremo di violenza
misogina, non trova corrispondenza in una
fattispecie codificata nel nostro ordinamento giuridico
e si presta, pertanto, ad interpretazioni. Da
sottolineare che l’ISTAT, Istituto con il quale da tempo
il Ministero dell’Interno (in particolare attraverso la
Direzione Centrale della Polizia Criminale) ha in atto
un rapporto di collaborazione interistituzionale, è
impegnato, in ambito internazionale, per
l’individuazione di criteri univoci, ai fini statistici,
per la definizione della categoria del “femminicidio”6.
L’esame viene, quindi, sviluppato
sugli omicidi volontari, attraverso lo studio e
l’analisi di tutti i dati interforze acquisiti dalla
Banca Dati delle Forze di polizia, che vengono
confrontati ed integrati attraverso le fonti aperte e
con le informazioni che pervengono dai presidi
territoriali di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri7.
Lo studio degli elementi
informativi acquisiti permette di ricostruire la
dinamica dell’evento, l’ambito in cui si è svolto il
delitto e le eventuali relazioni di parentela o
sentimentali che legavano i soggetti coinvolti.
Sulla base di tali premesse
metodologiche il presente paragrafo offre una panoramica
degli omicidi volontari consumati, e nello specifico di
quelli con vittime donne, negli ultimi tre anni e nel
periodo 1 gennaio – 30 giugno 2024, confrontato
con l’analogo periodo del 2023.
Osservando l’andamento annuale del
triennio in esame, si evidenzia come dopo un lieve
incremento delle vittime di genere femminile
relativamente all’anno 2022, tale trend
nel 2023si inverte.
Infatti a fronte dell’aumentototale degli eventi, che nel 2022 passano
da 123 a 130 (6%), emerge una diminuzione
delle vittime donne che, nel 2023, scendono da
130 a 117 (-10%). Relativamente al periodo 1
gennaio – 30 giugno 2024, sono stati registrati
141 omicidi, con 49 vittime donne, di cui
44 uccise in ambito familiare/affettivo; di
queste, 24 hanno trovato la morte per mano del
partner/ex partner.
Analizzando gli omicidi del periodo
sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso
anno, il numero degli eventi è in diminuzione, da 176
a 141 (-20%), come pure è in calo il
numero delle vittime di genere femminile, che da
62 scendono a 49 (-21%).
Anche i delitti commessi in
ambito familiare/affettivo fanno rilevare un
decremento nell’andamento generale, passando da
81 a 67 (-17%); altresì, si
registra una diminuzione per quanto attiene al numero
delle vittime di genere femminile, che da 53
scendono a 44 (-17%).
In flessione, rispetto allo
stesso periodo del 2023, anche il numero degli
omicidi commessi dal partner o ex partner,
che da 36 diventano 29 (-19%) e
quello delle relative vittime di genere femminile,
che da 32 passano a 24 (-25%).
1 Ai fini dell’individuazione di criteri
univoci, ai fini statistici, per la definizione
della categoria del “femminicidio” l’ISTAT è
impegnato in ambito internazionale.
2 Si tratta di 32 fattispecie e alcune
aggravanti, indicate dall’art. 5 della legge n.
53/2022, al comma 3, con le lettere da a) a dd).
3 . coniuge/convivente; 2.
fidanzato; 3. ex coniuge/ ex convivente; 4. ex
fidanzato; 5. altro parente; 6. collega/datore di
lavoro; 7.
conoscente/amico; 8. cliente; 9. vicino di casa; 10.
compagno di scuola; 11. insegnante o persona che
esercita un’attività di cura e/o custodia; 12.
medico o operatore sanitario; 13. persona
sconosciuta alla vittima; 14. altro; 15. autore non
identificato.
4 È in atto una collaborazione con il
Dipartimento per le Pari Opportunità anche ai
fini della partecipazione all’Osservatorio
sul fenomeno della violenza nei confronti
delle donne e sulla violenza domestica ed
al Comitato Tecnico istituito per dare
attuazione al “Piano strategico nazionale sulla
violenza maschile contro le donne”.
5 Si rammenta il dato evidenziato nella pagina
precedente: in termini percentuali i “reati spia”
fanno registrare, nel 2023 rispetto all’anno
precedente, la flessione del dato rilevato per gli
atti persecutori (-10%), i maltrattamenti
contro familiari e conviventi (9%) e le
violenze sessuali (-11%).
6 L’Italia partecipa ai lavori per la
realizzazione di un apposito framework, su
iniziativa delle Nazioni Unite, attraverso l’Ente
delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e la
realizzazione delle donne (UN Women,
ovvero United Nations Entity for Gender Equality
and the Empowerment of Women). A marzo 2022 è
stato approvato lo “Statistical framework for
measuring the gender-related killing of women and
girls (also related to “femicide/feminicide”).
Le variabili individuate per identificare un “femminicidio”,
al momento non tutte disponibili, riguardano la
vittima (21 variabili), l’autore (18 variabili), la
relazione vittima-autore (9 tipologie di relazione),
il modus operandi (5 variabili).
7 Da rammentare che i dati raccolti sugli
omicidi volontari rivestono un carattere
operativo in quanto suscettibili di
variazione in relazione all’evolversi
dell’attività di polizia e delle determinazioni
dell’Autorità Giudiziaria; in ragione di ciò il
Servizio Analisi Criminale periodicamente provvede
al loro confronto e aggiornamento con i dati del
Sistema di Indagine (SDI).
Al link i video
dello Spot della Polizia di Stato contro la violenza
sulle donne, dal 13 luglio in TV e sui canali social