«Emergenza idrica nel
teramano mentre da anni mandiamo a scarico l’acqua del
Gran Sasso»
TERAMO,
31.1.2025 -
In seguito alle recenti chiusure
temporanee della fornitura di
acqua potabile nel teramano,
dovute a interventi di
manutenzione al potabilizzatore,
l’Osservatorio Indipendente
sull'Acqua del Gran Sasso,
promosso da WWF, Legambiente,
Mountain Wilderness, ARCI,
ProNatura, Cittadinanzattiva,
Guardie Ambientali d’Italia -
GADIT, FIAB, CAI e Italia
Nostra, desidera richiamare
l'attenzione su una situazione
sempre più critica e
insostenibile.
Mancano ancora diversi mesi
all’estate e già ci troviamo in
debito di acqua. Continuare a
perdere l’acqua del Gran Sasso
in un quadro generale sempre più
caratterizzato dal cambiamento
climatico e dalla diminuzione
delle precipitazioni, è una
scelta assurda che non possiamo
più permetterci. La messa in
sicurezza dell'acquifero del
Gran Sasso non è mai partita
nonostante quasi otto anni di
commissariamento. Questo ritardo
è inaccettabile, soprattutto in
un momento in cui le risorse
idriche sono sempre più scarse e
preziose. Continuare a non agire
significa condannare il nostro
territorio a una crisi idrica
senza precedenti. Non possiamo
permetterci di aspettare ancora:
è necessario agire subito per
garantire la protezione di
questa risorsa vitale.
Comuni e stima della
popolazione coinvolta
Sono circa venti i comuni della
provincia di Teramo che stanno
subendo interruzioni nella
fornitura di acqua potabile. Si
può stimare che oltre 200.000
cittadini siano coinvolti nelle
interruzioni idriche. Questo
dato evidenzia l’ampia portata
del disagio che interesserà una
parte significativa della
popolazione provinciale.
Acqua del Gran Sasso a
scarico
Mentre centinaia di litri di
acqua al secondo continuano ad
essere buttati via, i lavori per
mettere in sicurezza l’acquifero
del Gran Sasso non sono ancora
neppure stati progettati. Una
risorsa di qualità eccezionale è
ancora a rischio e dal 2017 si
continuano a mandare a scarico
circa 80/100 litri al secondo
perché non si è in grado di
garantire l’impermeabilità dai
Laboratori sotterranei
dell’INFN.
Nel frattempo, si utilizzano
costosissimi potabilizzatori e
si cercano nuove sorgenti da
prosciugare.
Questo spreco è un paradosso
intollerabile.
Impoverimento delle sorgenti
Le sorgenti stanno mostrando
segni di impoverimento. Le
nevicate, anche in alta quota,
non sono più quelle di dieci
anni fa, con un conseguente
impatto significativo sulla
disponibilità di acqua.
Il potabilizzatore di Montorio
al Vomano, un tempo utilizzato
per far fronte alle crisi
estive, è oggi essenziale per
l'approvvigionamento idrico
ordinario. Questo è un segnale
preoccupante: anche in una
regione ricca di acqua come
l’Abruzzo, il futuro potrebbe
riservare seri problemi di
approvvigionamento.
Recupero delle acque di
drenaggio
Il recupero delle acque di
drenaggio della galleria che
ospita il Laboratorio INFN è
possibile solo con la messa in
sicurezza dell’acquifero, ma
francamente non si è ancora
capito se questo è un obiettivo
della struttura commissariale.
Attualmente, queste acque,
ancora oggetto di sequestro da
parte dell’autorità giudiziaria,
sono portate a scarico. Si
tratta di una risorsa preziosa
che potrebbe essere utilizzata
per integrare
l'approvvigionamento idrico
della zona, ma solo una volta
garantita la sicurezza
dell'acquifero.
Recupero delle acque dal
canale di gronda ENEL
Un’altra risorsa che non può
essere trascurata è l’acqua
proveniente dal canale di gronda
ENEL "Opera di presa Fontenera",
in località Casale San Nicola di
Isola del Gran Sasso.
A causa di fenomeni franosi che
hanno danneggiato l’opera di
presa, oltre 250 litri al
secondo di acqua non vengono
attualmente utilizzati. È
necessario intervenire per
ripristinare questa fonte e
garantirne l'utilizzo.
Ridurre le perdite
Secondo l’ISTA l’Abruzzo è la
seconda peggiore regione
italiana per quanto riguarda la
dispersione idrica: il 62,5%
dell’acqua potabile immessa in
rete va persa (media nazionale
42,4%) e anche se la provincia
Teramo è la più virtuosa le
perdite comunque sfiorano il
30%.
Considerazioni finali
Oltre 200.000 cittadini stanno
provando sulla loro pelle cosa
vuol dire avere uno scarso
accesso all’acqua, mentre
centinaia di litri al secondo di
acqua di alta qualità continuano
ad andare a scarico. Il ritardo
politico nel contrasto efficace
al cambiamento climatico e per
la messa in sicurezza
dell’acquifero è inaccettabile e
rischia di compromettere il
futuro idrico del nostro
territorio. Queste situazioni
sono note a tutti e sono state
più volte evidenziate anche
durante le audizioni della
Commissione regionale
d’inchiesta sull’emergenza
idrica nella passata
consigliatura.
Osservatorio Indipendente
sull'Acqua del Gran Sasso
Testata
giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della
Stampa del tribunale di Teramo