GIULIANOVA,
18.12.2012 -
La recente riapertura spero ponga all’ordine del
giorno l’adesione della nostra biblioteca al
Sistema Bibliotecario Nazionale, la rete delle
biblioteche italiane (circa 5000) raggruppate in
poli locali (attualmente una ottantina). E’
triste infatti constatare che la biblioteca
Bindi, definita in questa occasione come
“preziosa”,“prestigiosa”, “orgoglio della città”
, nel nuovo sistema SBN semplicemente … non
esiste. Tale sistema, promosso dall’ Istituto
Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) del
Ministero per i beni culturali, ha l’obiettivo
di superare la frammentazione del ricchissimo e
variegato mondo delle biblioteche esistenti in
Italia. Solo con l’inserimento nel SBN,
attraverso l’adeguamento di standard e
catalogazione, si valorizzerà veramente il
patrimonio bibliografico lasciato alla città da
Vincenzo Bindi e si parteciperà ai servizi di
rete fra biblioteche. Poiché il polo
bibliotecario teramano esiste da oltre un
decennio non c’è nulla di trascendentale da
fare: bisogna solamente aderire, munendosi però
di un bibliotecario qualificato.
Per quanto attiene ai lavori eseguiti sulla
biblioteca, sarà bene ricordare che sono stati
realizzati in gran parte con fondi CIPE che
all’epoca la regione nel piano di riparto
destinò (assessore Sabatini) al sistema museale
di Giulianova, articolato su tre interventi:
Biblioteca Bindi, ex caserma da poco acquistata
dalla provincia e sottobelvedere. Quasi dieci
anni fa, nell’ambito dell’amministrazione Cameli,
alcuni avevano concepito di dare “respiro” alla
biblioteca e comunque di realizzare contenitori
culturali sempre necessari per una città che non
riesce a rendere fruibile il suo patrimonio
culturale: dalle tele della scuola di Posillipo,
alle opere di Pagliaccetti.
In tale ottica la biblioteca Bindi doveva
rimanere una “casa museo”, ed ospitare
esclusivamente il lascito di Bindi, altrimenti
“il centro storico cittadella della cultura e
dell’arte” rimane una semplice enunciazione.
L’amministrazione attuale ubicando gli uffici
tecnici nella ex caserma ha fatto scelte
diverse, ma ha rinunciato a dar vita al polo
museale, che avrebbe potuto veramente
qualificare la nostra città. |