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I RICORDI

di Lino Manocchia

 

giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

 

INTERVISTE ESCLUSIVE DEL PUGILATO CHE FU…

Il settimanale “Boxe Match Sport” (nella foto una copertina) negli anni ’60-’70  era  l’abbecedario pugilistico di mezzo mondo e non temeva la competizione dell’omologo e noto “Boxe Ring” degli Usa. “La Bibbia”  italiana dell'epopea del pugilato non si lasciava sfuggire i grossi calibri della disciplina sportiva. Lino Manocchia curava la rubrica "20 domande a...". In questo numero un campione che ha segnato un'epoca negli anni Venti insieme a Jack Dampsey

 

Gene  Tunney, il filosofo del ring

 

NEW YORK, 31.7.2015 - James Joseph Gene Tunney, divenuto  pacifico insegnante di Teologia all'Università "Columbia" di New York, fu campione del mondo dei massimi (1926-1928) dopo aver messo K.O. l'amico-rivale Jack Dempsey con un  gancio poderoso che, stando al professore, rappresentava la rivincita del K.O. subito nel 1926 a Chicago.

Inutile insinuare che quei  march furono il frutto di un accordo preso tra i due "compari". I pugni del primo come quelli del secondo non registravano scambi "fraterni".

Basti citare che per quel combattimento le cassette raccolsero oltre 125 mila spettatori paganti e tre milioni di dollari.

«Furono i combattimenti  più feroci che io ricordi», asseriva Jack "lo spaccatore".

La figura di Tunney fu quella di un grande combattente, riflessivo, capace di trasformare un match di pugilato in una partita a scacchi.

«Dopo Gene (Tunney)  accusai un dolore feroce all'occhio destro che gli specialisti non sapevano come...riparare, e decisi di dire addio allo sport che avevo amato più di tante altre cose - affermò il grande Jack, un vero gentleman -. Certo che un altro incontro simile non lo farei nemmeno per 50 milioni».

Un  particolare che Tunney ama ricordare a distanza di tempo: «Per il primo match giunse il famoso gangster Al Capone, indeciso su chi puntare. Dopo  domande e risposte e suggerimenti tecnici, il grande Al puntò su Jack e incassò una somma indescrivibile».

La risposte del professor Tunney alle nostre domande mettono in luce un uomo  sereno, colto, un pensatore e un idealista. In fondo il Gene Tunney di oggi (fine anni '60; ndr) con l'incipiente pancetta non è molto differente da quello più giovane di 40 anni.

 

La penna di Lino Manocchia

20 DOMANDE A… GENE TUNNEY

 

Gene Tunney e Jack Dampsey ricevono lo "Sportsman of the Year Award" il 31 gennaio 1968

 

 

 

Gene,  perchè non s'interessa più di pugilato?"

«Non mi interesso direttamente, ma la boxe  resta sempre la mia  passione. Ho altre mire»

Quali?

«Insegno all'Università, le basta?»

Al Garden ci va mai?

«Quando posso. Del resto gli incontri odierni offrono ben  poco  rispetto a 40 anni fa»

Perchè mister Tunney?

«Lo chieda ai pugili del momento. Io penso comunque che si tratta di mancanza di dignità professionale»

Si salva nessuno? Chi farebbe salire  in una virtuale "Arca di Noe"  pugilistica?

«Il mio gatto, la domestica negra e qualche trattato  di teologia»

Allora Sonny Liston, Cassius Clay...

«Hanno dei bei nomi, nomi da quadrato, gioia degli annunciatori»

Se le chiedessi di fare di Clay un campione, cosa farebbe?

«Comincerei col comprare un chilometro  di nastro adesivo per la sua bocca. Poi comincerei col destro e poi...»

Mister Tunney non cade anche lei nel sentimentalismo col comune… "ai miei tempi"?

«Ai suoi tempi il pugilato era meno sofisticato»

Perchè mister Tunney?

«Lo chieda ai pugili del momento. Io penso, comunque, si tratta di mancanza di dignità professionale. Non solo, sul ring si pensava più alla folla che a noi stessi»

La scomparsa della  TV dal boxing americano ne aiuterà la rinascita?
«Gli spettatori saranno sempre quattro. Il prezzo d'ingresso è troppo alto e il valore dei pugili troppo basso»

Insomma, morte lenta del pugilato?

«Questo mai, semmai sarà un incentivo a preparare  dei "veri pugili"»

Se incrociasse i guantoni oggi con Dempsey, chi pensa vincerebbe?

«Senza dubbio un impresario di pompe funebri»

Si sente molto vecchio?

«Abbastanza. La mia vita oggi è regolata come un orologio. Amo viaggiare... Sono stato anche tre volte a Roma»

Che ne pensa della "Città eterna"?

«Le svelo un segreto. Vorrei andare ad insegnare in una scuola americana in Roma»

Gene Tunney è passato alla storia come il pugile filosofo. Le piace?"

«Mi piace. A quell'epoca  studiavo filosofia e la cosa colpì l'immaginazione dei giornalisti. Ma la filosofia non c'entrava affatto»

C'è stato un pugile che sia emerso su tutti gli altri?

«Forse sì, ma i giudizi sono troppo personali. E' difficile trovare l'esempio perfetto»

Lei è proprio un filosofo...
«E lei mi sta mettendo all'angolo, come nemmeno Dempsey riuscì»

Allora parliamo di altro. Di cosa?

«Dei giovani odierni maltrattati da noi tutti. Quei giovani che, salvo  eccezioni, sono più intelligenti di quanto fossimo noi, le pare?»

Se le dico sì dovrò stare attento  a non far leggere queste cartelle a  mio figlio?

«E' vero comunque. Posso assicurarglielo. Non dimentichi che insegno»

"Mister Tunney, questa rubrica dice: "20 domande a..." ma non riesco a trovare la ventesima da rivolgerle...

«Bene, ne mandi  19 e sicuramente il suo direttore le detrarrà la differenza dal suo salario, e grazie del suo interessamento nei miei riguardi»

 

Il grande Jack, sofferente con l'occhio destro decise di dire addio alle armi per diventare Agente  Costal Guard, sino a quando costruiva il suo famoso Bar di Broadway. Tunney  divenne un  fraterno amico che visitava di volta in volta  l'ex avversario. Nel 1978, ricevuta la placca di Man of the year insieme a Dempsey, rendeva l'anima al Signore per andare a riposare nel cimitero di Stanford (Connecticxut) Aveva 81 anni.

Lino Manocchia

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

Numeri precedenti

Joey Giardello, il pugile che sognava Benvenuti
Jack Dempsey mano di gesso
Livio Minelli, campione di coraggio
Rocky Graziano, il monello di Brooklyn amato lassù
Muhammad Ali, nato il più grande
Joe Louis, il bombardiere nero abbattuto da Rocky
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Carmen Basilio, pugni e cipolle
Rocky Marciano, pugno di ferro e maccheroni alla chitarra
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

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