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I Ricordi di Lino Manocchia

giulianovailbelvedere tra le stelle di Hollywood

 

Joan Crawford, la donna americana

 

 

 

NEW YORK, 12.3.2013 - Buona sera Miss Crawford. Due domandine per la radio italiana Rai?

«Volentieri, ma prego, non domande insidiose».

Al nostro microfono l’attrice Joan Crawford, considerata una fra le massime dive della sua generazione con alcuni capolavori tra cui “Grand Hotel”.

«Vedo che lei è ben “foderato” di mie informazioni».

Corre la sera del gennaio 1960, “adunata” newyorkese delle star amanti di qualcosa di nuovo e di buono che la Grande Mela offre col sorriso, in occasione della prima mondiale del film Donne in cerca di amore” del regista Jean Negulesco.

Lei è mai stata in Italia? (...Momento di riflessione…)

«Ah si, l’Italia, è molto bella» (...altra pausa…) «lei non sa che una buona parte dei miei film sono stati doppiati da circa 15 magnifiche voci italiane? Conosce Tina Lattanzi? Ne ha doppiati 15”

La filmografia dell’attrice, nata in Sant’Antonio nel Texas, col nome di Lucille Fay Le Sueur (Joan Crawford), conta oltre 80 film (n.d.r)

Hanno scritto che lei non conosce bene la matematica...

«Sono stata Presidentessa della Coca Cola, ma dopo la morte di mio marito Alfred Steele, chairman della compagnia, non vi son rimasta molto (dicono sia stata licenziata; n.d.r). Io amo i ceroni, le luci, le macchine da presa e poi quel “Ciack si gira” che mi infiamma. Forse lei non sa, ma io sono nata davanti ad una macchina cinematografica e tutto quello che guadagno, spendo. Credo solo al dollaro».

E’ vero che ha avuto quattro mariti?

«Domanda insidiosa, ma per lei… si».

Rifarebbe tutto da capo?

«Certo ed avrei i miei figli che mi adorerebbero, ma non i maschi».

 

Noto una piccola confusione: Lei ha adottato 4 figli, ma la preferenza va alle due sue gemelline Cathy e Cindy? Un po’ imparziale con i maschi?

«Credo di non essere imparziale»

 

 

 

Chi è l’attore da lei preferito?

«Ho lavorato con tanti ottimi e belli attori. Avrei difficoltà a dare una medaglia al migliore»
Qual è stato il regista, l’attore che hanno deciso la sua assunzione e ascesa ad Hollywood?

«Nessuno ha deciso che Joan Crawford diventasse attrice. E’ stata Joan Crawford a decidere di diventare una star»

Quale della folta schiera di film girati considera il migliore?

«Senza dubbi “Il Grand Hotel” di Edward Gouding, con Walace Berry primo attore. Mi procurò anche un Oscar» (negli anni 60, la Crawford fu proclamata “la personificazione della donna americana”; n.d.r)

 

La giovinezza della Crawford è tutto un susseguirsi di uragani amorosi, successi e debacle artistici dovuti essenzialmente al suo carattere esuberante ed irrequieto.

L’attrice impose un nuovo modello di donna dolce e femminile, ma anche indipendente e sfacciata, in una fortunata serie di commedie e melodrammi, spesso al fianco del grande Clark Gable.

Nel 1939 interpretò un importante ruolo nella commedia “Donne” diretto dal grande George Cukor, insieme a Norma Sheerer, Ros Russel e Paulette Goddard.

Nel 1940 tornò a fianco di Clark Gable nel celeberrimo “L’isola del diavolo”.
Nel 1945 ottenne un altro Oscar come migliore attrice con il film “Il romanzo di Mildred”, cui fecero seguito due altri Oscar.

Da segnalare che agli inizi degli anni venti fu partner in una società di produzione cinematografica di Joseph Kennedy (il padre del defunto Presidente degli Stati Uniti), e per qualche anno ne fu anche l’amante.

Alla mia ardita domanda A lei piacciono molto gli uomini?, rispose: «Amo il sesso utile per un complesso chiaro, tuttavia io preferisco farlo per amore».

Dopo il divorzio da Douglas Fairbanks, Joan si sposò altre tre volte con gli attori Franchot Tone, Philip Terry e con Alfred Steele.

La diva subì numerosi acciacchi fisici, con una polmonite che riuscì ad eliminare per fortuna, ma nel 1964 si riammalò gravemente di polmonite e non riuscì a completare la lavorazione della pellicola “Piano, piano, dolce Carlotta” che l’avrebbe rivista accanto alla Davis e fu sostituita da Olivia de Haviland.

Successivamente prese parte a una serie di mediocri film “horror” , l’ultimo dei quali fu “Il terrore di Londra”, girato in Inghilterra. Nel 1970 Joan si ammalò di cancro allo stomaco e morì nel 1977 per attacco cardiaco, in completa solitudine, nella sua casa di NeYork. Nel testamento diseredò la figlia Cristina e il figlio Christopher («per motivi che loro sanno» scrisse), lasciando ogni sua sostanza alle altre due figlie Cindy e Cathy.

Il suo corpo riposa nel cimitero di Hartsdale a New York.

Lino Manocchia

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 
 
 
 

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