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L'angolo sportivo di Lino Manocchia

www.giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

Speciale New York Marathon

Mario Bollini, 60 anni, di Giulianova, militare dell'aeronautica in pensione: Domenica 7 novembre parteciperà per la 25a volta alla Maratona di New YorkLe nozze d'argento di Super Mario

Ci sara' anche il "veterano" della longa marcia, come la chiamano i messicani, il  giuliese  Mario Bollini, sessantenne che celebra le "nozze d'argento" con la New York Marathon, un record mondiale. L'arenile di Giulianova e' stato testimone della preparazione di Bollini da mesi e mesi, anche sotto il sole e nella calura dell'estate, il milione  di italoamericani che affolleranno il percorso della gara (Brooklyn ed il Bronx) faranno da degna cornice all'intramontabile decano che si ostina a non cedere, degno interprete di uno sport che non concede facilmente vittorie e medaglie ma che sa gratificare il sacrificio, la determinazione, la passione della disciplina motoria più naturale. Il piccolo Super Mario, che non ha mai accettato sponsor per non tradire la maglia dell'Asd Ecologica G Giulianova, si è ritagliato un importante spazio nella quarantennale storia della New York Marathon. E Lino Manocchia, per queste nozze d'argento da Guinnes, ha inteso regalare a Bollini un prezioso dono di sensibilità giornalistica.

 
 

LA  MARATONA DI NEW YORK AMA I PODISTI ITALIANI

               

di Lino Manocchia

 

New York, Venerdì 5 Novembre 2010 -  «Se vogliamo avere una nazione sana, dobbiamo correre». Con questa frase John Fitzgerald Kennedy diede ufficialmente il via ad un fenomeno che oggi ha raggiunto proporzioni incredibili. In America, correre è diventata una passione, una mania, quasi un dovere. Si corre dappertutto: nei parchi, sulle strade, fra gli alberi o in mezzo alle automobili. Dopo il “footing” è nato il “jogging” che è lo sport più in voga del momento.
La differenza tra il “footing” ed il “jogging” è una questione di velocità: chi pratica il footing si limita più o meno a marciare, a passeggiare a ritmo sostenuto, il jogger, invece, corre, pur senza voler stabilire alcun record.
L’America delle automobili ha riscoperto dunque il piacere di andare a piedi, ci è arrivata per gradi, dopo aver sbandierato ai quattro venti che salute vuol dire bicicletta e che una sana pedalata regala anche la felicità.


LA MARATONA DI NEW YORK
Una volta all’anno, il fascino del gruppo riprende il sopravvento: nascono così le grandi maratone. E quella di New York, dal 1970, quando emise i primi vagiti, è diventata la più grande di tutte, o almeno la più affascinante e famosa.
Di solito a New York oltre  36 mila podisti di mezzo mondo partecipano alla Maratona della Grande Mela, tutti seguaci del jogging, che compiono i 42 chilometri del percorso lungo le strade della metropoli, partendo dal ponte più lungo dei 12 esistenti intorno all’isola di Manathan, quello intitolato a Giovanni da Verrazzano, per arrivare al traguardo nel Central Park. Uno spettacolo imponente che vede due milioni di newyorkesi applaudire i concorrenti per i quali l’organizzazione prepara 40 mila  bicchierini di carta, litri di acqua pura, e oltre 300 dottori ed infermieri sparsi lungo il percorso.
Al “boom” della corsa si è affiancato subito quello delle industrie. Oggi si parla di un giro di affari intorno al miliardo di dollari. Scarpette, tute, calzoncini vanno a ruba, così come le pubblicazioni specializzate nonché manuali, rapporti sui vantaggi che il jogging offre e sul sistema di praticarlo nel modo più corretto. Va detto che oltre 500 mila dollari sono stati devoluti ad organizzazioni sportive ed enti bisognosi.


LA PAROLA AL DOTTORE
A differenza dei giovani, le persone di una certa età praticano il jogging in maniera molto meno competitiva e ciò facilita il lavoro del medico il quale può intervenire perentoriamente al nascere di complicazioni coronariche.
«Il jogging è fisiologicamente utile solo se praticato regolarmente ed in maniera adeguata, servendosi di giuste attrezzature», spiega il dottor Franz Ritucci Chinni, residente a Long Island, «Sono sconsigliabili gli sbalzi improvvisi di temperature, perciò l’individuo deve tener conto, eseguendo l’attività motoria, del clima, dell’altitudine, e delle brusche differenze termiche. Spesse volte la scarsa acclimatazione può compromettere l’esito dell’intero esercizio». «Generalmente», aggiunge Ritucci, «gli inconvenienti più gravi occorsi durante la pratica di questo sport sono l’infarto e le aritmie legate ad incidente coronarico. Le cause sono l’eccessivo sforzo ed il brusco cambiamento del tenore di vita».
Il dottor Ritucci è particolarmente esperto di medicina dello sport, è originario di Vasto (Chieti) ed ha seguito al mio fianco le cronache di diverse maratone newyorkesi per televisione e giornali italiani.

 

GLI ITALIANI A N.Y.

Non sono pochi gli atleti italiani che hanno preso parte, in 4 edizioni anche vincendola, e continuano a partecipare alla ormai mitica maratona di N.Y., che alle 7 del mattino del 7 novembre scattera'  infilandosi come un serpente umano nell'interminabile ponte di Verrazzano per espandersi lungo tre sobborghi, Brooklyn, Manattan, Bronx, ed infine esaltarsi nel sempre verde Central Park.

Anche noi, modesti reporters, abbiamo preso parte a ben otto Maratone in veste di osservatori, il piu' delle volte in auto dalla quale scendevamo in punti strategici onde fare il nostro "consuntivo".

 

Chi non ricorda le due consecutive vittorie  di Orlando Pizzolato (campione 1984 e 1985)  il quale addirittura sbalordi' tecnici ed avversari con la sua marcia poderosa e trionfale.

"Mi sembra di sognare. Spesso mi pizzico una guancia e sorrido", mi disse Orlando, al microfono della Rai, seduti su una panchina del Central Park. Pizzolato e' indubbiamente la nostra icona che tanti ci invidiano, non solo per la sua potenza fisica, ma  per la tecnica che distribuisce ai piu' giovani. "L'unica manifestazione che mi stimola e' la Maratona, una  competizione che rappresenta l'apice della preparazione, l'ultimo passo della mia evoluzione tecnica", ci ha detto allora il campione del quale, successivamente, sono stati emuli altri grandi maratoneti del tricolore: Gianni Poli e Giacomo Leone nel settore maschile, e Franca Fiacconi, la più “medagliata” della nostra pattuglia, nel settore femminile.

 

Allungando la striscia di Orlando, Gianni Poli, da Lumezzane, arrivò all’indimenticabile affermazione nella maratona di New York del 1986, davanti al superfavorito De Castella, che era considerato uno dei migliori maratoneti del mondo. "Quel giorno non pensavo di arrivare primo in Central Park, invece ho trovato la giornata in cui tutto ha funzionato perfettamente nella maratona più famosa del mondo. Si, ho battuto De Castella, ma dietro c'erano altri atleti importanti quali Hussein, Pizzolato che a New York era considerato quasi un re, visto che le due edizioni precedenti le aveva vinte lui, e tanti altri. Vincere a New York ti fa conoscere anche dai non addetti ai lavori. Gli sponsor, quando la gente ti è vicina, ti sono ancor più vicino!", ha ricordato il 53enne maratoneta (www.epodismo.com).

Giacomo Leone, 39enne di Francavilla Fontana tenne fede al suo cognome e il suo ruggito riportò in Italia il titolo della Maratona di N.Y. nel 1996, con il tempo di 2:09:54, che rimane tuttora il record dei nostri alfieri. Leone, per altro, è stato l'ultimo europeo, tra gli uomini, a vincere la corsa della Grande Mela, prima dell'inizio del dominio africano spezzato nel 2006 da un atleta brasiliano.

Franca Fiacconi, romana oggi di 45 anni sempre in spolvero nella disciplina, trionfò nel 1998, apice di un palmares che nella Maratona di New York comprende anche due "argenti" (1996 e 2000), ed il "bronzo" nel 1997.

“Sono grande! Finalmente ho ottenuto quello che volevo”, fu il  primo pensiero tagliando il traguardo da vincitrice, unica  italiana donna della storia, a New York. Una sensazione che solo a chi taglia quel mitico traguardo al Central Park rimane appiccicata addosso per sempre come se l'eternità si racchiudesse in un attimo.

 

esclusiva di www.giulianovailbelvedere.it con la collaborazione di Ludovico Raimondi

Lino Manocchia è nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, e di Filomena Spadacci.

Ha incontrato ed intervistato personaggi come: Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Rocky Marciano, Juan Manuel Fangio, Mario Andretti e tanti altri illustri personaggi. Durante il lavoro con Voice of America, Manocchia ha avuto modo di intervistare cinque Presidenti americani: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Carter e Clinton.
 
 
 

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