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L'angolo sportivo di Lino Manocchia

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Il Match del Secolo rivissuto da un testimone d'eccezione

 

INCONTRO STORICO AL MADISON SQUARE GARDEN: NINO BENVENUTI BATTE EMILE GRIFFITH

di Lino Manocchia 

 

E' notizia di questi mesi che Nino Benvenuti si sta impegnando in varie iniziative per aiutare il rivale di allora e l'amico di oggi Emile Griffith, malato di Alzehimer ed in difficoltà. Grazie ai due pugili la "nobile arte" ha conosciuto una trilogia da leggenda: 17 aprile 1967, al Madison Square Garden di New York Benvenuti batte Griffith (52-7), campione dei medi Wbc e Wba, ai punti in 15 round dopo aver atterrato l' avversario nel 2° round ed essere andato kd nel 4°. 29 settembre 1967: al Shea Stadium di New York Benvenuti subisce un kd al 14° round e perde ai punti (un giudice aveva 7 riprese per parte). 4 marzo 1968: ancora al Madison vince Benvenuti ai punti ed è decisivo un kd subito da Griffith nel 9° round. Quale emozione più toccante del ricordo, dalla viva voce del giornalista giuliese-americano che seguì l'evento della magica notte che il 17 aprile 1967 portò Benvenuti alla conquista del titolo mondiale dei Pesi Medi e della leggenda? (dir)

 

New York, Martedì 4 Maggio 2010 - Lo scorso 17 aprile è caduto il 43mo  anniversario di un evento storico-sportivo che un atleta, ventinovenne, conquistò sul palco cordato del mitico Madison Square Garden.  L´incontro col titolo mondiale dei medi  sul piatto d´oro vedeva di fronte la "speranza" dell´Italia pugilistica, che sarebbe stato eletto "Fighter of the year" 1968,  ed il boxeur, campione dei medi, definito il piu´ forte e tecnico dell´epoca. Giovanni “Nino” Benvenuti, nato all´Isola d´Istria "osava" sfidare il negro Emile Griffith nella Mecca del Pugilato seguito da una carovana di 500 tifosi i quali tornarono a casa senza voce per le grida  di "Nino, Nino". Il Garden, in quel tempo, stava esalando gli ultimi aneliti prima di essere abbattuto per far posto al nuovo mastodontico impianto circolare, che tutt´ora domina, ma che  non offre piu´ gli incontri storici di Muhammad Ali (Cassius Clay) e  Joe Frazier, o  Marciano e Jersey Joe Walcott. Le vie che circondavano il Garden erano quasi impraticabili, zeppe di macchine parcheggiate e gli organizzatori dell´evento non avrebbero potuto accogliere le centinaia di vetture per l´Incontro del secolo. Ma  dopo pochi giorni, un signore dal  cappello nero ed un enorme diamante al mignolo sinistro, disse a John Condon (P.R. del Garden) di non preoccuparsi "per il match Benvenuti Griffith le strade saranno libere e pulite." E tanto fu.

Ripensando a questi episodi, abbiamo estratto una video cassetta dell´ incontro  rinfrescando cosi´ le memorie di 43 anni fa… Il cronista per l´occasione si trovo´ a bordo ring insieme ad un collega Rai di Roma col quale condivise pareri, dati ed impressioni. La Rai per preservare il sonno degli italiani non trasmise il match alla Tv ma scelse di farlo via radio, con un ascolto di 16-18 milioni di radioascoltatori. Bastarono 2 riprese e Griffith saggiò il duro del canavaccio, per un destro al mento, piazzato da Nino. Ma a congelare la speranza italiana  giunse alla quarta ripresa un kd di Benvenuti che si fece contare 8 volte per  riprendersi con vigore. Qualche goccia di sangue sgorgò dal naso del campione italiano e lo seguì sino alla fine senza troppe noie.  Sino al dodicesimo round la cronaca registro´ scambi di colpi, "abbracci" e spinte, nonche´ qualche testata del torello nero Griffith, prontamente richiamato dal referee Mac Con. Abbiamo rivisto con serenita´ quel pugile temuto da avversari e stimato da scrittori,ed abbiamo riacceso un´altra nostra convinzione:  lo stile di Emile non aveva dell´entusiasmante  e interesse. Saltellava,  tentava il colpo, che Nino evitava varie volte, ricambiando la dose. Dov’erano gli attacchi micidiali di Rocky Marciano, la potenza di Walcott, la classe di Charles Ezzard? E sino alla 12ma ripresa, si puo´ dire francamente che ambedue i pugili non avevano offerto gran che di concreto. La "marea italiana" aumentava di clamore e “Nino, Nino” era una sola voce, mentre Griffith cercava di piazzare qualche colpo, alla cieca, a testa bassa. Nino Benvenuti  impiegò i minuti finali per "distruggere" la nomea, l´esperienza, il coraggio di Emile Griffith meritando, al termine dei 15 round, il verdetto di 10-5 dal primo giudice di bordo e 9-6 dal referee ed un altro giudice. Il Madison Square Garden “impazziva". Nino Benvenuti aveva conquistato per l´Italia uno dei piu´ prestigiosi titoli del pugilato. Il  manager, l´amico Bruno Amaduzzi, che durante gli allenamenti  di Grossinger (Stato di New York) cercava di tener nascosto il suo "poulain" (non lo abbiamo mai compreso) sul ring mentre i secondi asciugavano il sudore a Nino, si scalmanava, come fosse aggredito da tante zanzare, mentre il neo  campione salutava tutti con un sorriso grande cosi´ e le braccia in alto, in segno di vittoria, mentre i piu´ fervorosi lo alzavano sulle spalle. Tante memorie, tanti dettagli tornano alla mente anche con  i nostri servizi per Stadio (divenuto Stadio Corriere dello sport n.d.r.). Alla vigilia la maggioranza  criticava il match che"non avrebbe dovuto aver luogo", ma dopo 30 minuti di sangue e sudore, si sono convinti  ed hanno ammesso che Nino era il degno rappresentante della classe mondiale. La sorte volle Griffith di nuovo di fronte all´italiano, e un´altra volta ancora nel rinnovato Madison Square Garden, che Benvenuti tenne a battesimo con la terza vittoria sul nero delle Isole Vergini. Quello fu il principio della fine di altri 48 incontri della sua carriera. Nino era entrato nel tempio dei grandi con Tiberio Mitri -triestino- che purtroppo concluse la sua carriera sotto le mazzate del Toro del Bronx Jacke La Motta. Tutto appartiene al passato che ritorna vivido alla memoria. Momenti indimenticabili senza dubbio.

LINO MANOCCHIA

Lino Manocchia è nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, e di Filomena Spadacci.

Ha incontrato ed intervistato personaggi come: Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Rocky Marciano, Juan Manuel Fangio, Mario Andretti e tanti altri illustri personaggi. Durante il lavoro con Voice of America, Manocchia ha avuto modo di intervistare cinque Presidenti americani: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Carter e Clinton.
Il pugilato, insieme all'automobilismo,  lo ha conosciuto cantore delle gesta più leggendarie del secolo scorso.
 
 
 

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