GIULIANOVA
(Te), 6.11.2013
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Mario Bollini è tornato dalla sua 28^ Marathon
di New York, la 27^ consecutiva, con il sorriso
di soddisfazione di sempre. Nella corsa di
domenica 3 Novembre scorso, è risultato 8694°
sugli oltre 50 mila concorrenti partiti dal
Ponte di Verrazzano, 61° della sua categoria
Master 60-64 anni, lui che di anni ne ha 63 e
quindi ha fatto meglio di tanti sessantenni
anche più giovani, 373° in assoluto dei 1810
italiani, con un tempo (3h 43' 25") che lo
conferma nel novero della prima fascia. Ma al di
là del riscontro tecnico-agonistico, comunque
rilevante, il maresciallo dell'Aeronautica in
pensione si è sentito nuovamente circondato da
grande affetto e considerazione a livello
mediatico, ma anche da qualche punta di invidia
da parte di chi millanta di essere il veterano
della corsa della Grande Mela al suo posto.
L'atleta giuliese racconta le emozioni e
l'esperienza vissute quest'anno a New York
cominciando proprio dal record di fedeltà che
costituisce ormai la sua ragione di vita, alla
quale dedica una intera annata di sacrifici e di
allenamenti, e che intende difendere a denti
stretti: «Durante la conferenza stampa, alla
quale mi ha chiamato a partecipare al suo fianco
la campionessa Franca Fiacconi, testimonial
della rappresentativa italiana, un ferrarese ha
rivendicato il primato delle partecipazioni alla
New York Marathon, sostenendo di avere disputato
due edizioni più di me senza che però esse
risultino negli annali. E difatti anche le
autorità italiane hanno verificato che il
primatista sono io. Per altro, nel mondo nessuno
vanta come me 25 partecipazioni consecutive alla
maratona newyorkese!». Supermario va in
brodo di giuggiole con l'entusiasmo di un
adolescente soprattutto quando parla della sua
amicizia con la Fiacconi, che a New York ha
vinto l'oro nel 1998, due argenti nel 1996 e nel
2000, e il bronzo nel 1997: «In conferenza
stampa mi ha chiamato "mito" e il venerdì
precedente la maratona ha voluto allenarsi con
me al Central Park. Lei continua ad essere una
riferimento importante della folta schiera di
italiani». La caratteristica della NY
Marathon 2013 è stato il grande freddo:
«Abbiamo corso a zero gradi, ho visto un
concorrente piegarsi in due dal dolore vittima
di una congestione a circa 1 chilometro e mezzo
dal traguardo. Lo hanno soccorso cinque medici e
sanitari, una scena angosciante fortunatamente
conclusa solo con un grande spavento!».
Manco a dirlo, il tempo strettamente necessario
a smaltire le fatiche di New York, e Bollini
riprenderà a correre, come Forrest Gump di cui
ricorda la purezza d'animo.
Ludovico Raimondi |