GIULIANOVA,
4.11.2015 -
Il tempo lascia
il…tempo che trova. O meglio: per lui, atleta
amatoriale maniacale e puntiglioso, è pure
importante, ma è relativo rispetto al contorno
che ne ha fatto ormai un personaggio della New
York Marathon. Infatti, Mario Bollini, 65enne
maresciallo dell'Aeronautica in pensione, è
rientrato a Giulianova dalla sua 30^
partecipazione alla corsa della Grande Mela
soddisfatto per il risultato agonistico che, in
termini di cifre, è così sintetizzato: 4h 10’ e
43”, 16069° su 57.000 concorrenti e 739° su
2.200 italiani in assoluto, 53° nella categoria over 65, 7° degli italiani. Mario, però, non sta nella pelle quando
svuota la valigia degli aneddoti che ne
consacrano il primato e i galloni di decano della
maratona più famosa del mondo. «Ho incontrato
italiani che mi hanno gridato: tu sei Mario
Bollini, quello del record di presenze!».
La
fierezza, poi, lo sommerge quando, con gli occhi
che gli brillano, racconta dei
suoi incontri “eccellenti”: «Sull’aereo di ritorno da New York mi sono
trovato la medaglia d’oro olimpica di Atene
2004, Stefano Baldini, seduto dietro di me.
Quando, conversando, gli ho detto che avevo
corso la mia 23^ maratona consecutiva su 30 in
assoluto mi
ha fatto i complimenti».
Nell’albergo dove ha
alloggiato, Super Mario ha incontrato anche Gelindo Bordin, altro “oro” alle Olimpiadi di
Seul 1988, che aveva già conosciuto alla
maratona di Venezia:
«Gli ho rivelato
che in gara non ho potuto forzare ed ho dovuto
tenere un passo regolare per via di un problema
al tendine avvertito fino al 30 ottobre,
praticamente la vigilia della corsa. Lui ha
commentato: “E allora è andata davvero bene”».
Non è
mancato, ovviamente, all’ormai consolidato
appuntamento dell’allenamento degli italiani, il
venerdì, al Central Park dove il portacolori
della Ecologica G ha ritrovato
Franca Fiasconi, vincitrice nel 1998, e Giacomo
Leoni, trionfatore nel 1996, con i quali
familiarizza da anni.
«La
Fiasconi mi ha confessato anche le sue emozioni
per la vittoria di 17 anni fa: “Non ero favorita
e nessuno avrebbe scommesso sul mio successo. Ho
avvertito una grande gioia” mi ha svelato».
Possono sembrare
semplici tocchi di colore a un senso
abitudinario della vita di Bollini. Ma sono
colori a tinte forti per il suo spirito semplice
e per la sua applicazione professionale di un
sano hobby. Il fatto è che per Mario Bollini la
New York Marathon è diventata una ragione di
vita per la quale il tempo, cronometrico e
anagrafico, è solo un dettaglio trascurabile.
Come gli anni (e le maratone) che gli scivolano
addosso senza lasciare rughe. |