Mario
Bollini: «Giusto annullarla, ma la mia 27ª NY
Marathon è salva»
GIULIANOVA, 9.11.2012
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Il record è salvo, ha resistito anche
alla cancellazione. La corona di "decano" non
gliel'ha tolta nemmeno l'uragano Sandy perchè
l'organizzazione della New York City Marathon ha
ugualmente riconosciuto la partecipazione alla
grande corsa agli iscritti convenuti nella
Grande Mela e che avevano assegnato il
pettorale. Mario Bollini,
il 62enne maresciallo dell'aeronautica in
congedo di Giulianova e portacolori
dell'Ecologica G, era lì, tra le decine
di migliaia che sarebbero stati pronti a prendere il via
dal Ponte di Verrazzano. Ci racconta lui stesso
quanto è successo: «Venerdì mattina ero andato a
prendere il pettorale, che, per la cronaca, mi
era stato assegnato tra i partenti della prima
fascia, quella delle prime file.
Sembrava che tutto fosse normale, dove eravamo
noi New York appariva viva come sempre. Al rientro in albergo, intorno alle 18,
appresi invece che alle 17.30 il sindaco
Bloomberg
aveva
emesso il comunicato della cancellazione della
corsa».
- Quindi, eri partito lo stesso da Giulianova
nonostante le notizie su Sandy?
«Io
sono partito il 1 novembre mattina senza
problemi. Mamma e mio fratello mi avevano
avvisato delle notizie allarmanti provenienti da
New York ma sono stato evidentemente fortunato
perchè dall'Aeroporto di Fiumicino sono partito
con l'unico volo non annullato in quella
giornata! Alle 16 di New York siamo atterrati
tranquillamente. Roberto Fedeli, nostro
riferimento da Roma, doveva partire mercoledì,
invece è potuto arrivare a New York solo
venerdì»
- Come hai preso la cancellazione della
maratona?
«La decisione del Comune di New York e
dell'organizzazione è stata giusta. In effetti,
non c'era l'atmosfera della festa, della gioia e
dell'entusiasmo che contraddistingue la maratona
più bella del mondo. Correre in quelle
condizioni, con zone prive di luce e con tutti i
segni della devastazione lasciati dall'uragano
non avrebbe avuto senso. Una signora, rifugiata
nell'albergo dove alloggiavo, mi fece
vedere le immagini della sua abitazione
memorizzate sul telefonino. Spaccature
incredibili. "Sono salva per miracolo", mi
confessò»
- Tu
hai vissuto anche la Maratona del dopo 11
settembre 2001. Hai rivissuto, in questa
occasione, le stesse sensazioni?
«In buona parte. Nel 2001 fu davvero scioccante vedere
l'enorme "buco" nero a Grand Zero e avvertire
ovunque l'intenso odore dell'acciaio fuso delle torri
gemelle crollate. Fu l'allora sindaco Giuliani
a decidere che la corsa fosse effettuata
ugualmente»
-
Questa volta, sei restato a New York in vacanza,
se così si può dire?
«Sono ripartito martedì alle 18 da New York, ma
domenica ho partecipato alla "corsa autogestita"
capeggiata da Giacomo Leone, il vincitore della
maratona nel 1996. Eravamo un gruppo
di oltre cento italiani al quale, via via, si
sono aggregati francesi ed altri maratoneti
di diversa provenienza. Siamo partiti da Central Park e
raggiunto il ponte di Brooklyn tutti
insieme passando anche davanti alla municipalità. Al
ritorno, corsa libera con tanto di striscione
d'arrivo simbolico, che ho tagliato tra i primi. Un milanese gigantesco non si è dato pace
per come io, piccolo e con i miei passettini brevi e
veloci, abbia staccato lui con leve così lunghe.
Tutto, ovviamente, con spirito di amicizia e per il gusto della corsa e di
stare insieme, ma nel rispetto del momento e
delle situazioni vissuti da New York»
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Era la tua 27ª partecipazione...
«Vero, ma la partecipazione è salva negli
annali. A chi era a New York tra gli iscritti e con il pettorale
già assegnato è stata ugualmente consegnata la
medaglia di partecipazione con l'iscrizione di
diritto per l'edizione del 2013. Il
mio record di fedeltà, insomma, ha resistito
anche se è stato giusto annullare la corsa. Noi
siamo quelli delle generazioni anni '50-'60 che
credono ancora nei valori ideali e che i soldi
nella vita non sono tutto. Lì, purtroppo, ho
assistito anche a casi di iscritti che
chiedevano rimborsi anche di 20 dollari!» |