Venerdì 19 maggio, il
professor Ugo Di Toro con “Platone e il mito della
caverna” chiude la rassegna del pensiero
GIULIANOVA, 17.5.2023 -
Giunge al termine
“Pomeriggi filosofici. Passeggiate nel pensiero”, la
serie di sei incontri proposti dalla Biblioteca civica
“Vincenzo Bindi” di Giulianova e curati dal professor
Aldo Marroni. L’ultimo appuntamento si svolgerà venerdì
prossimo 19 maggio alle 18 con il professor Ugo Di Toro,
docente di Storia dell’etica e delle politiche sociali
presso l’Università̀ degli Studi “G. d’Annunzio” di
Chieti-Pescara. Di Toro interverrà su Platone e sul mito
della caverna, che si trova nell’opera più ambiziosa del
filosofo greco, “La
Repubblica”. Si tratta di un dialogo impegnato a
ricercare la giustizia sia per il singolo individuo sia
per la comunità politica.
«Nel mito
situato nel Libro VII della Repubblica - spiega Di
Toro - Platone ci fa conoscere la nostra condizione
di uomini che si nutrono di illusioni, di ombre
proiettate sul fondo della caverna. Una condizione dalla
quale da soli gli uomini non riescono a svincolarsi,
proprio perché sono convinti che quella sia la verità,
la realtà. Come dei Prometei dimezzati gli esseri umani
vivono legati, incatenati, e non possono voltarsi
indietro per osservare la fonte della loro illusione.
Solo alcuni individui riescono a slegarsi e a girare la
testa verso l’imboccatura della caverna. Questi esseri
formidabili non sono giganti o esseri mitologici, sono
proprio i filosofi che con la loro forza intellettuale
riescono esplorare questo nuovo mondo e offrono vie
migliori per giungervi. I filosofi possono pensare la
crisi politica, diagnosticarne la causa e risanare la
pólis, la comunità politica. Ma per avere successo
questo progetto deve poter contare su una conversione
degli uomini incatenati, almeno di coloro che hanno un
sano equilibrio delle parti della loro anima».
Ugo Di Toro insegna
Storia dell’etica e delle politiche sociali presso
l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di
Chieti-Pescara. Ha pubblicato articoli su Parmenide di
Elea, Platone, Marco Aurelio, Macrobio; ha pubblicato il
volume L’enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel
proemio (Aracne 2010); ha curato con Aldo Marroni i
volumi, Muse ribelli. Complicità e conflitto nel sentire
al femminile (ombre corte, 2012); Scrittori e gusto
urbano fra Settecento e Ottocento, di Francesco Iengo
(ombre corte, 2015); ha curato con Antonella Del Gatto
il volume, Metropoli. Estetica, arte, letteratura. Saggi
in memoria di Francesco Iengo (ombre corte 2016).
Venerdì 5 maggio
Biancamaria Di Domenico e “Per una nuova filosofia dello
straniero”
GIULIANOVA, 4.5.2023 -
La rassegna dei
“Pomeriggi filosofici” nella Biblioteca comunale
“Vincenzo Bindi” giunge domani, 5 maggio, al quarto
incontro. Ospite dell’appuntamento, alle 18, sarà
Biancamaria Di Domenico, docente, giornalista e
traduttrice.
Al centro della
dissertazione sarà il tema “Per una nuova filosofia
dello straniero”. Nello scenario politico contemporaneo,
in cui dominano ancora pratiche legate al vecchio
assetto dello Stato-nazione e in cui imperversano i
rapporti neoliberistici di produzione e della
comunicazione digitale, la singolarità dell’Altro
disturba e inquieta. Accusato da più parti di essere
“fuori luogo”, di occupare un posto non suo, il migrante
- così come per certi versi l’ebreo nel Novecento -
diviene oggi il capro espiatorio di una società in
perenne stato di ebollizione.
«Ed è in questo
scenario – spiega Biancamaria Di Domenico - che
la figura dei marrani, gli ebrei costretti dalla
violenta campagna antisemita spagnola alla conversione
al cristianesimo per scampare all’esilio o alla morte, è
da ricordare come l’esempio di una scissione ancora più
radicale: sono «l’altro dell’altro». Tuttavia, nella
nuova era dei muri e del filo spinato, in un mondo
costellato dai campi di internamento per stranieri, si
fa sempre più pressante l’esigenza di un impegno
consapevole che si faccia carico della sofferenza dei
diseredati, dei “dannati della terra”, perché c’è un
obbligo verso ogni essere umano per il solo fatto che è
un essere umano – per dirla con le parole di Simone Weil.
Così, solo aprendo la strada ad una nuova etica della
responsabilità, si può ripensare ad un autentico modo di
coabitare».
Biancamaria Di
Domenico è stata docente di Lingua e civiltà inglese nei
licei di Bologna. Attualmente vive ed insegna nella
Provincia di Teramo. Giornalista, traduttrice, è
collaboratrice del Centro Studi “Vincenzo
Filippone-Thaulero” di Roseto degli Abruzzi, è stata
Cultrice di Letteratura italiana moderna e contemporanea
all’Università “D’Annunzio” di Pescara, specializzandosi
nell’insegnamento dell’italiano per stranieri e nel
sostegno didattico. I suoi studi si sono concentrati
principalmente sui rapporti tra ricerca filosofica e
pratiche socioeconomiche nelle civiltà emergenti. Ha
pubblicato articoli e saggi per quotidiani e riviste.
Per Pazzini: Primo Levi. Perché dire la Shoah (2017) e
Walter Benjamin. La religione del capitalismo (2019).
Correlato
Giovedì 2 marzo Aldo
Marroni apre la rassegna di incontri alla Biblioteca
Bindi
GIULIANOVA,
28.2.2023 - La
direzione della Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” è
felice di invitare la cittadinanza alla nuova proposta
di approfondimento culturale dal titolo “Pomeriggi
filosofici. Passeggiate nel Pensiero” che prenderà
inizio da giovedì prossimo, 2 marzo.
Gli incontri, che
proseguiranno fino a maggio, vedranno il contributo del
curatore, il professor Aldo Marroni, direttore emerito
dell'istituzione bindiana, e di studiosi e docenti come
Gabriele Di Francesco, Vincenzo Di Marco, Biancamaria Di
Domenico e Ugo Di Toro.
Il primo
appuntamento si svolgerà
giovedì 2 marzo alle
ore 18 nella sala centrale della Biblioteca di
corso Garibaldi dove il prof. Marroni, docente di
estetica presso l’Università degli Studi “D’Annunzio” di
Chieti-Pescara, ci guiderà attraverso il tema “La
modernità e la nascita dell’estetica”.
«L’avvento
dell’epoca moderna rappresenta un passaggio fondamentale
per la comprensione di un nuovo paradigma culturale che
vede il soggetto divenire il protagonista della sua
storia, personaggio principale sul teatro del mondo
– spiega il professor Marroni - L’Io accresce la sue
sicurezze. La celebrazione della ragione quale nuova
divinità, lo spinge a sperimentare inedite modalità di
interpretare il mondo e la società. Appaiono discipline
nuove, la scienza si sente finalmente libera di indagare
la natura. La filosofia ferma finalmente la sua
attenzione sull’uomo, ne vuole comprendere le passioni e
i turbamenti. Nasce nel 1750, in questo momento di
grandi rivolgimenti culturali, l’estetica , ad opera del
filosofo tedesco A. G. Baumgarten, che la definisce
"scienza della conoscenza sensibile". L’estetica
incrocerà nel suo cammino tutte le scienze umane,
compresa l’arte».
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