Operazione PESHA: Fermati
15 nigeriani appartenenti a un sistema di stampo mafioso
TERAMO,
21.7.2020 -
A conclusione di una lunga e articolata attività di
indagine, stamani è stato eseguito il Decreto che
dispone il fermo di 19 cittadini nigeriani facenti parte
di un’associazione di tipo mafioso denominata
“Supreme Eiye Confraternity (SEC)” o “EIYE”,
sodalizio radicato in Nigeria, ma diffuso in molti Stati
europei ed extraeuropei, equiparato
per struttura e forza intimidatoria alle mafie
tradizionali.
Il cult è strutturato in articolazioni nazionali
denominate AVIARY suddivise, a loro volta,
in cellule territoriali locali chiamateNest(nido).
Il fermo è stato disposto dalla Direzione Distrettuale
Antimafia di L’Aquila sotto il coordinamento del
Sostituto Procuratore David Mancini ed eseguito dalla
Squadra Mobile di Teramo, diretta dal V.Q.A. Roberta
Cicchetti, con il personale della Sezione Contrasto alla
Criminalità Organizzata, in collaborazione con la
Squadra Mobile di Ancona.
La complessa attività si pone nel
solco di analoghe importanti indagini nazionali sugli Eiye e ne costituisce approfondimento
ulteriore e conferma del radicamento di tali gruppi
mafiosi e della rete di relazioni, anche internazionali,
che li rende particolarmente insidiosi.
Le persone fermate sono organiche
alla cellula locale (Nest) denominata “PESHA”
che ha competenza geografica e territoriale dalla zona
costiera della provincia di Teramo fino ad Ancona.
L’attività di indagine, che è lo sviluppo di quelle
culminate nelle operazioni di luglio 2019 (Operazione
“Subjection” in materia di tratta di giovani
nigeriane) e di dicembre 2019 (Operazione the
“Travelers” in materia di riciclaggio di ingenti
profitti illeciti in Nigeria), ha permesso di
accertare che la suddetta cellula territoriale degli “Eiye”,
così come l’associazione mafiosa di
cui costituisce una costola, si caratterizza per
la “segretezza del vincolo associativo”, la “ritualità
dell’affiliazione”, l’adozione di linguaggio e
simbologia rigorosi, la violenza delle azioni.
L’ingresso nell’associazione è subordinato ad un “rito
di affiliazione” che avviene alla presenza del vertice e
di altri membri del gruppo e nel corso del quale si
alternano atti di violenza a riti tribali e viene
formulato il giuramento di fedeltà agli Eiye con il
quale l’affiliando si impegna al rispetto delle regole
dell’associazione denominate “orientation”.
L’ingresso nella confraternita prevede l’obbligo alla
partecipazione, mediante il pagamento di una sorta di
“tassa di iscrizione”, al finanziamento della
confraternita verso la quale gli associati sono a
disposizione tendenzialmente “per la vita”.
Caratterizzata da una rigida
gerarchia con la previsione di ruoli e cariche cui
corrispondono specifici poteri all’interno, deputati al
controllo del rispetto delle regole interne,
ed è finalizzata alla commissione di
un numero indeterminato di delitti: reati di
riciclaggio ed illecita intermediazione finanziaria
verso la Nigeria; tratta di giovane donne sessualmente
sfruttate lungo la strada Bonifica del Tronto e
sottoposte a violenze e vessazioni; cessione di
stupefacenti; reati violenti nei confronti di aderenti
ad altri cults o punitivi nei confronti di altri
connazionali.
La simbologia ed i codici linguistici sono ulteriore
garanzia e connotato di segretezza: sono ispirati al
mondo degli uccelli (Eiye è un uccello mitologico
della tradizione nigeriana) e richiamano colori ed altri
elementi individualizzanti comunemente riconosciuti
all'interno della comunità nigeriana come simboli tipici
del cultEiye.
Gli appartenenti al sodalizio oggetto della presente
indagine cosi come avviene per le mafie tradizionali si
avvalgono della forza di intimidazione del vincolo
associativo, determinando assoggettamento, omertà,
controllo del territorio, con particolare riferimento
alla comunità nigeriana, ma con inevitabile riflesso
sulla comunità complessiva.
Le indagini hanno, infatti, permesso di documentare che
il potere intimidatorio del gruppo si sostanziava nella
commissione di violente punizioni corporali nei
confronti di affiliati non rispettosi delle rigorose
regole, nel ricorso all’esercizio di violenza fisica
anche per la risoluzione dei conflitti interni ritenuti
di ostacolo alle finalità delinquenziali e di predominio
dell’associazione, nel costringere terzi ad affiliarsi
anche contro la loro volontà o per opporsi e scontrarsi
con cult rivali (come quello dei “ Black Axe”)
al fine di assumere e mantenere il predominio
nell’ambito della vasta comunità nigeriana.
Nel corso dell’indagine sono state documentate molte
riunioni dei membri dell’associazione che avvenivano
prevalentemente, per ragioni di segretezza, nelle
abitazioni dei capi. Durante tali riunioni questi
(denominati Ibaka) definivano le strategie
criminali del gruppo. Nel corso di tali riunioni sono
state compiute violente azioni punitive decise dall’Ibaka
e sono avvenute affiliazioni, come nel caso di uno degli
appartenenti al gruppo che, dopo il violento pestaggio
subito, ha deciso di collaborare con l’autorità
inquirente.
Sono state documentate aggressioni fisiche da parte dei
membri dell’associazione avvenute a Martinsicuro per
costringere terzi ad affiliarsi, violenti scontri
avvenuti a Pesaro e ad Ancona con gli appartenenti
all’opposta confraternita nigeriana dei “Black Axe”,
violenze poste in essere in danno di alcune giovani
donne, costrette a prostituirsi lungo la SP Bonifica del
Tronto, secondo l’ormai noto schema del vincolo di
restituzione del debito, imposto tramite rituale juju.
Il fermo è stato disposto in quanto per molti degli
indagati era imminente la fuga, visti i contatti con
connazionali in Francia, Germania, Belgio, Svezia ed i
progetti di espatrio condivisi, anche con loro familiari
già dimoranti all’estero.
Le persone finora fermate, la maggior parte
irregolarmente soggiornanti nel territorio nazionale e
quasi tutti privi di stabile attività lavorativa, sono:
JOHNSON Osagie residente in Jesi (AN);
ONA Oziegbe domiciliato in San Benedetto del
Tronto (AP);
JEGBEFUMA Kelvin, domiciliato in Martinsicuro
(TE);
AMAYO Kelly domiciliato in San Benedetto del
Tronto (AP);
YOUCEF Keen domiciliato in Jesi (AN):
EGBOGHO Righteous domiciliato in Ascoli
Piceno;
SAMUEL John, domiciliato in Martinsicuro
(TE);
OKHUEVBIE Frankly domiciliato in Grottammare(AP);
ENUGO Jesse domiciliato in Martinsicuro (TE);
OMOKHOMOIN Solomon domiciliato in
Martinsicuro (TE);
OSAHENI Igbinosa Kelvin, domiciliato in Jesi
(AN);
EWANSIHA Ikponmwosa Ede domiciliato in Jesi
(AN);
EHIAGUINAH Prince Michael Osolase domiciliato
in Ancona;
CHRISTOPHER Mark domiciliato in Agrigento.
In seguito il provvedimento di fermo è stato
eseguito anche nei confronti di:
IGBINEWEKA Junior alias EWEKA Junior,
rintracciato a Galatina (LE).
Saliti pertanto a 15 i soggetti interessati dalla
vasta operazione.
Per l’esecuzione dei fermi la Squadra Mobile di Teramo
ha operato oltre che in collaborazione con la Squadra
Mobile di Ancona che ha collaborato nelle indagini, con
l’ausilio delle Squadre Mobili di Ascoli Piceno e di
Agrigento e con il Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo”
di Pescara.
Si è tuttora alla ricerca di altri 5 indagati al momento
irreperibili ed attivamente ricercati.
Il filmato relativo ad alcuni momenti salienti
dell’attività del gruppo criminale è visionabile al
seguente link: