Il Sindaco
Costantini annuncia che verrà avviato l’iter per la
richiesta del conferimento alla Presidenza della
Repubblica, perché venga finalmente riconosciuto l'alto
tributo di vittime e feriti civili della Resistenza, il
più alto della provincia di Teramo.
Piazza
Caduti 29 febbraio 1944 (dietro al Municipio)
News
GIULIANOVA 2020
Anniversario
della Liberazione d’Italia
La Città di Giulianova
chiederà di essere insignita della medaglia d'oro al
valor civile
GIULIANOVA,
25.4.2020 -
In occasione
dell’Anniversario della Liberazione d’Italia, il Sindaco
Jwan Costantini comunica alla cittadinanza che si
attiverà per avviare l’iter per il conferimento alla
Città di Giulianova della Medaglia d’oro al
valore civile da parte della Presidenza della
Repubblica, perché venga finalmente riconosciuto
l'alto tributo di vittime e feriti civili della
Resistenza, il più alto della provincia di Teramo.
Grazie ai
contributi di Riccardo Cerulli, protagonista
della Resistenza giuliese e teramana, e agli studi e
alle ricerche degli ultimi anni, sopratutto di Andrea
Palandrani e di Walter De Berardinis, oggi
appare nitido il tributo che Giulianova pagò - il più
alto nella provincia di Teramo, in termini di vite, di
dolore e di violenza durante l'occupazione nazi-fascista,
la ritirata dei tedeschi e i bombardamenti degli
alleati. Dall'agosto 1943 all'aprile 1944, si
contano 111 bombardamenti, decine di morti e di feriti.
Numeri che oscillano tra i 23 caduti riportati da
un documento della Prefettura, ai 52 secondo altri.
In ogni caso, il
numero maggiore di vittime della Provincia. Il 1944,
l'anno bisesto, si aprì con i tedeschi a minare il
porto. Giulianova era solcata da numerose traiettorie
aeree, aerei nazifascisti diretti in Africa e aerei
anglo-americani diretti a Nord, a partire dall'ottobre
del '43, infatti, subì circa 120 operazioni di
mitragliamento, bombardamento e spezzonamento, che
provocarono diversi morti e feriti e il danneggiamento o
la distruzione di svariate abitazioni, causando
l'inevitabile esodo dei giuliesi verso le località
limitrofe più sicure.
Tra le incursioni
più potenti vi furono quelle del 29 febbraio 1944:
come tre terribili ondate, alle ore 13.00, 13.30 e 15.30
ad essere bombardato da aerei alleati fu il rione di San
Rocco, proprio davanti alla chiesa omonima e all'antico
ospedale della città, poi Istituto "Castorani": 10
morti, tra questi il giornalista Francesco
Manocchia, e 29 feriti.
Intanto, nel marzo
dello stesso anno era nata la brigata partigiana "Giuliese
Garibaldi" che arrivò a 80 combattenti
guidati da Riccardo Cerulli. Un altro gruppo che
si costituì fu la brigata “Alfredo Parere”, che
operava in stretto collegamento con Cerulli.
Senza dimenticare,
tra gli altri, Vincenzo Alleva, accusato di aver
spezzato quello che in realtà era un filo telefonico, e
per questo attraversato da due colpi di fucile e da un
colpo di pistola alla tempia nei pressi di villa
Migliori, sede del comando tedesco, e Flaviano
Pultrone, che i nazisti uccisero a colpi di
moschetto e poi crivellarono di pugnalate, reo di non
aver consegnato il proprio cavallo, seppure non lo
possedesse più.
Oggi, nel mezzo del
centro storico, dove un tempo c'erano case e vite, resta
una ferita, proprio alle spalle del Municipio, Piazza "Caduti
29 Febbraio 1944", ma pochi, ancora troppo pochi,
conoscono i nomi di coloro che persero la vita in questo
luogo e in altri della città, sotto le bombe e per mano
dei nazisti, e sanno che Giulianova merita la Medaglia
d'oro al valore civile.
Ufficio Stampa
Comune di Giulianova
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