La Citigas Coop
dona al Comune di Giulianova quattro panchine letterarie
con le citazioni di Gabriele D’Annunzio, Ignazio Silone,
Ennio Flaiano e Donatella Di Pietrantonio
La
panchina con la poesia "Al fiero Abruzzo" di Gabriele
D'Annunzio
News
GIULIANOVA 2020
Arredo urbano
Quattro panchine
letterarie installate in piazza Fosse Ardeatine
GIULIANOVA,
30.10.2020 -
Un angolo
letterario incastonato al centro della città, che
celebra i grandi autori della letteratura abruzzese. Un
dono agli amanti delle lettura e a Giulianova che, dal
2017, riceve riconoscimento di “Città che legge”, la
qualifica che il Centro
per il libro e la lettura,
d’intesa con l’ANCI – Associazione Nazionale
Comuni Italiani, conferisce
sulla base alla presenza dellebiblioteche
e librerie in base al numero di abitanti, come anche in
base alle iniziative di istituzioni, scuole e
associazioni, nell’ambito delle politiche per la
promozione del libro e delle lettura, messe in campo da
Mibact, quali “Libriamoci”, “Il Maggio dei Libri”, #ioleggoperchè,
ma anche rassegne editoriali come “Giovedì in terrazza”
a Palazzo Bindi, un’iniziativa del Polo Museale Civico
che promuove volumi su temi storici ed artistici
abruzzesi, o come “Quid”, rassegna letteraria ed
artistica annuale dell’Associazione “Arts Academy”, o
anche gli appuntamenti del circolo virtuoso “Il Nome
della Rosa”.
Nell’ambito della
diffusione e la promozione della lettura quattro
panchine letterarie, recanti le citazioni estratte da
opere di Gabriele D’Annunzio, Ignazio Silone, Ennio
Flaiano e Donatella Di Pietrantonio, sono state donate
al Comune di Giulianova dalla Citigas Coop, azienda
giuliese che opera sul
territorio nel settore del gas metano.
Un’iniziativa
fortemente voluta dal Sindaco Jwan Costantini, che si è
impegnato nella ricerca di aziende giuliesi che
volessero accogliere il progetto.
In mattinata gli
operai della ditta hanno provveduto ad installarle in
piazza Fosse Ardeatine, alla presenza della Vice Sindaco
Lidia Albani, degli Assessori Paolo Giorgini e Giampiero
Di Candido, del funzionario dell’Ufficio Tecnico
comunale Fabrizio Iacovoni e della Presidente della
Citigas Coop Liana Ciccone.
«Un
gesto davvero significativo quello della Citigas Coop
che, come accaduto con Europa Acciai, ha voluto dare il
proprio contributo per regalare alla nostra città
un’opera di pregio e riqualificazione
– dichiara il Sindaco Jwan Costantini – annunciamo che molto
presto verranno installate altre panchine letterarie in
città, frutto della generosità di altre virtuose aziende
giuliesi».
«Grazie
alla Citigas
Coop che, dimostrando attaccamento agli ideali di
promozione culturale e turistica della nostra città, le
ha fatto dono di queste panchine speciali
– dichiara la Vice Sindaco Lidia Albani – che celebrano,
attraverso la trascrizione di citazioni estratte da
lettere, riviste e testi letterari, quattro grandi
autori della nostra letteratura. Un’occasione non solo
per veicolare la passione per la lettura ma anche per
far conoscere Giulianova sotto il profilo
turistico-culturale. Un ringraziamento doveroso va anche
al direttore t.s. del Polo Museale Civico Sirio Maria
Pomante per la cura del progetto e la scelta degli
autori».
«Un
regalo alla città e tutti i giuliesi che amano la
lettura –
dichiara la Presidente di Citigas Coop Liana Ciccone –
incastonato
in un angolo letterario che conserverà nel tempo la
memoria di alcune delle eccellenze letterarie abruzzesi
in Italia e nel mondo, come Gabriele D’Annunzio, Ignazio
Silone, Ennio Flaiano e Donatella Di Pietrantonio».
Di seguito le
citazioni riportate sulle panchine letterarie.
- Ennio
Flaiano (Pescara, 1910 - Roma, 1972): «Caro Scarpitti, adesso
che mi ci fai pensare, mi domando anch’io che cosa ho
conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè
l’orgoglio di esserlo […] Me ne andai all’età di cinque
anni, vi tornai a sedici, a diciotto ero già trasferito
a Roma, emigrante intellettuale, senza nemmeno la
speranza di ritornarci. Ma le mie “estati” sono
abruzzesi, e quindi conosco bene dell’Abruzzo il colore
e il senso dell’estate, quando dai treni che riportavano
a casa da lontani paesi, passavo il Tronto e rivedevo le
prime case coloniche coi mazzi di granturco sui tetti,
le spiagge libere ancora, i paesi affacciati su quei
loro balconi naturali di colline, le più belle che io
conosco. […] questa lettera che mi hai cavato con la tua
dolce pazienza non volevo scriverla, per un altro
difetto abruzzese, il più grave, quello del pudore dei
propri sentimenti. Non farmi aggiungere altro.»
Lettera di Ennio Flaiano all’amico
Pasquale Scaltritti, giornalista e letterato abruzzese
- Ignazio Silone (Pescina,
1900 - Ginevra, 1978): «Il destino degli uomini
nella regione che da circa otto secoli viene chiamata
Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne [...] il
fattore costante della loro esistenza è appunto il più
primitivo e stabile degli elementi, la natura [...] Le
montagne sono dunque i personaggi più prepotenti della
vita abruzzese, e la loro particolare conformazione
spiega anche il paradosso maggiore della regione, che
consiste in questo: l’Abruzzo, situato nell’Italia
centrale, appartiene in realtà all’Italia meridionale [...] E
questo perché la storia, che quel carattere ha formato,
è stata spesso assai dura, oscura e penosa, in un
ambiente naturale quanto mai aspro, tra i più tormentati
dal clima, dalle alluvioni, dai terremoti. Il carattere
peculiare del vero uomo abruzzese è dunque un’estrema
resistenza al dolore, alla delusione, alla disgrazia;
una grande e timorosa fedeltà; una umile accettazione
della “croce” come elemento indissociabile della
condizione umana.»
Ignazio Silone, "Abruzzo e Molise",
Touring Club, 1948
[...] Ah sì, le calme de ’l
tuo ciel divine mi fecero poeta, i sorrisi d’un mar senza
confine là tra la mia pineta: tra la pineta mia dov’ho passati i momenti più belli, dove ho goduti i miei sogni dorati e i canti de gli uccelli; dov’io disteso su l’erbetta molle mille volte piangendo ho rimirato il sol che dietro a ’l colle si nascondea fulgendo, o un nuvolo leggero e luminoso natante via pe ’l cielo ne l’ampio plenilunio silenzioso come un argenteo velo; dove ho provate voluttà sì strane i murmuri ascoltando de’ vecchi pini, a cui da lunge un cane rispondeva latrando, o la solenne musica de l’onde che increspandosi appena
venian soavi a le ricurve sponde a ribaciar l’arena… [...]
Gabriele D'Annunzio, "Al fiero
Abruzzo"
- Donatella Di Pietrantonio (Arsita,
1963): « Per dormire appena un po', ricordavo il
mare. Il mare a poche decine di metri dalla casa che
avevo creduto mia e abitato da quando ero piccola a
qualche giorno prima. Solo la strada separava il
giardino dalla spiaggia, nei giorni di libeccio mia
madre chiudeva le finestre e abbassava le tapparelle
fino in fondo per impedire alla sabbia di entrare nelle
stanze. Ma il fragore delle onde si sentiva, appena
attutito, e di notte conciliava il sonno. Me lo
ricordavo nel letto con Adriana.»
Donatella Di Pietrantonio, "L'Arminuta"
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