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L'Ordine degli Architetti PPC della provincia di Teramo chiede agli Enti di attivarsi in tempi brevi.
 

 
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Mobilità
Boom di biciclette, soprattutto sulla costa. Ma le città non sono pronte
 

TERAMO, 24.8.2020 - Il post emergenza Covid-19 ha fatto tornare alla ribalta l'interesse per l'uso della bicicletta in ambito urbano, complice anche il bonus per l'acquisto delle due ruote a pedali (non ancora erogato) ed una serie di misure che dovrebbero facilitare la realizzazione di percorsi ciclabili, anche in sede promiscua, da parte dei Comuni.

Sulla costa, soprattutto d'estate, non è una novità che il numero di
biciclette superi ampiamente, in particolare sui lungomare, quello delle automobili (come evidenziato da uno studio in ambito di un progetto Civitas del 2010) ma l'aumento esponenziale della domanda di mobilità ciclistica non ha fatto mai riflettere le amministrazioni sul fatto che è necessario adeguare l'offerta.

E così, nell'estate 2020, mentre grandi città come Roma, Torino, Milano, ecc., tentano di risolvere, almeno in parte, i problemi di mobilità legati anche, ma non solo, alla necessità di distanziamento dovuta alla pandemia, creando reti ciclabili "di emergenza", tramite la nuova tipologia delle "corsie ciclabili" (inserite dall'art. 229 del Decreto Rilancio e definite come "parte longitudinale della  carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere  la  circolazione sulle  strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di  marcia degli altri veicoli e contraddistinta  dal  simbolo  del  velocipede. 


La  Corsia ciclabile è parte della ordinaria corsia veicolare, con
destinazione alla circolazione dei velocipedi"), nelle nostre città poca
o nulla si sta facendo, preferendo ignorare il fenomeno, continuando a
pensare che la sola componente trasportistica urbana sia quella
motorizzata.

La questione è ulteriormente peggiorata dal fatto che, già prima
dell'estate, la Regione ha ampiamente pubblicizzato il territorio
abruzzese come accogliente per il turismo in bicicletta, invitando i
visitatori a pedale sui 131 km del tratto abruzzese della Ciclovia
Adriatica, tratto ampiamente incompleto e, dove esistente,
impercorribile per i turisti ciclisti itineranti a causa della
promiscuità degli usi e della inadeguatezza delle sezioni stradali, del
fondo, della mancanza di segnaletica e di servizi adeguati. Ma anche il
turista stanziale che voglia utilizzare la bicicletta per spostarsi in
città trova non pochi problemi, come la mancanza di percorsi ciclabili
protetti e, non ultimo, l'assenza di parcheggi per le biciclette.

Infatti mentre per le auto si invocano sempre più parcheggi, e guai a
sottrarre spazi di sosta per automobili per adibirli ad usi più
collettivi, il problema dalla sosta delle biciclette sembra non
esistere, almeno per gli amministratori, tranne quando si adottano
campagne di "tolleranza zero" per multare le tante bici che affollano
marciapiedi, aiuole, ecc. Il problema però esiste e, se per le auto si
cerca di risolvere creando più parcheggi (sbagliando, perchè invece si
dovrebbero incentivare altre forme di mobilità), non si comprende perchè analoga cura non si ponga per fornire le città di parcheggi per
biciclette.

Eppure in Abruzzo esiste una legge regionale, la n. 8 del 2013, che
promuove la "costruzione e dotazione di parcheggi attrezzati, liberi o
custoditi" prevedendo che "nel quadro delle indicazioni del Piano
regionale della mobilita' e dei trasporti e dei relativi piani di
attuazione, una quota non inferiore al dieci per cento dei posti auto
previsti, adeguatamente attrezzata, è riservata al parcheggio di
biciclette".

Invece, girando per le nostre città della costa, a parte qualche rara
eccezione, di parcheggi adeguati per le biciclette non c'è traccia, e le
stesse sono ammassate dove capita, occupando spesso spazi pedonali, con un altissimo rischio furto.

Ora che l'estate volge al termine l'Ordine degli Architetti PPC chiede
alle Amministrazioni Comunali, alla Provincia e alla Regione, ognuno per le proprie competenze, di iniziare a pianificare piani e interventi per la mobilità ciclistica e pedonale, applicando le norme vigenti e
predisponendo i piani regionali, provinciali e comunali (PUMS e
BICIPLAN), che, integrando le previsioni della pianificazione
urbanistica e territoriale "ordinaria", tengano conto anche della
componente modale ciclistica e pedonale. Il futuro va in questa
direzione, i nostri territori non possono farsi trovare impreparati.

 

Ordine Architetti PPC Provincia Teramo

 

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