L’appello del WWF alla Regione:
«Scelte
assurde e pericolose, tornate alla ragione!»
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regione 2020
Denuncia WWF
Abruzzo
«Deregulation venatoria in
Abruzzo: si vuole far sparare di notte e usando mezzi
non consentiti»
PESCARA,
25.5.2020 -
Con sconcerto apprendiamo che la Regione Abruzzo è in
procinto di discutere modifiche al Disciplinare-tipo per
la caccia di selezione che prevedono, nelle aree
critiche di presenza della specie individuate nella
Regione Abruzzo, il prolungamento dell’attività di
caccia al Cinghiale anche durante la notte e il ricorso
a dispositivi quali visori notturni.
La richiesta della Regione ha già ottenuto parere
positivo dell’ISPRA. L’Istituto richiama l’art. 21 della
L. n. 157/92 che non sancisce uno specifico divieto
dell’uso di visori notturni, si tralascia di citare il
precedente art. 13 della stessa legge che al comma 5
vieta tutte le armi e tutti i mezzi per l'esercizio
venatorio non esplicitamente ammessi dall’articolo
stesso e i visori non sono tra i mezzi citati (sul tema
la Corte di Cassazione si è espressa chiaramente con la
sentenza 48459/2015).
Le modifiche al disciplinare-tipo permetterebbero la
caccia in orario notturno anche nella ZPE e nella ZPC
del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e nei SIC
con presenza dell’Orso bruno marsicano, seppur
specificando in un allegato modalità operative ed
eventuali limitazioni da concertare con gli Enti
gestori.
L’Orso bruno marsicano, com’è noto, è una sottospecie a
fortissimo rischio di estinzione che la Regione Abruzzo
è chiamata, insieme ad altri Enti, a tutelare, mettendo
in campo tutte le azioni possibili per la sua
salvaguardia. Prolungando l’attività di caccia di
selezione anche nelle ore notturne, si va ad aumentare
la pressione sui territori visitati da questa specie,
che si muove principalmente di notte, amplificando il
rischio di interferenza con le sue abitudini di vita.
Inoltre, l’Orso ha un ampio areale di espansione e non è
raro osservarlo, soprattutto nelle ore notturne, anche
al di fuori delle aree dei SIC dove è acclarata la sua
presenza e in tali zone non è prevista alcuna
possibilità di limitazione dell’intervento venatorio.
Un’altra modifica che la Regione vuole inserire nel
Disciplinare-tipo è l’abolizione del certificato di
taratura per le carabine utilizzate nella caccia di
selezione e sostituirlo con una autocertificazione. Una
disposizione che ha dell’incredibile ed è estremamente
pericolosa, a discapito della pubblica sicurezza. Senza
il certificato di taratura rilasciato dai poligoni o dai
campi di tiro non è possibile infatti assicurare la
precisione del colpo sparato che potrebbe arrivare a
colpire anche diversi metri lontano dall’obiettivo.
Dichiara Filomena Ricci, Delegata regionale del WWF:
«Le disposizioni in materia di caccia della Regione
Abruzzo ormai sono contrarie alla legge e al buon senso
da diversi anni e soltanto con i ricorsi ai giudici
amministrativi si riesce a ristabilire la legittimità
degli atti. La Regione Abruzzo rifiuta di confrontarsi
su queste tematiche con le Associazioni Ambientaliste,
ci costringe di fatto alle vie giudiziarie e spreca il
denaro degli abruzzesi in cause che puntualmente perde.
Tra l’altro da decenni si affronta il problema cinghiali
affidandosi alla caccia senza prendere atto del
sostanziale fallimento di una tale scelta: i fatti e le
ricerche scientifiche condotte in tutta Europa
dimostrano che la caccia è uno dei principali fattori
responsabili dell’aumento del numero dei cinghiali,
esattamente il contrario di quello che la Regione, prona
agli interessi della parte più retriva del mondo
venatorio, continua a pensare».
WWF Abruzzo
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