Venerdì 12 Febbraio
- Lungi da me vestire i panni del difensore
d’ufficio o del pubblico ministero nella vicenda
degli “appalti e sesso” e degli “sciacalli”
emersa sul terremoto de L’Aquila e che vede
coinvolta anche una persona capace di toccare il
cuore della gente comune, Bertolaso. Troppo
lontana dalla mia realtà. La vicenda, a parte
un’ovvia indignazione, mi lascia una patina di
riflessione amara in bocca, un interrogativo
inquietante a prescindere: c’è davvero un Grande
Fratello che riesce a controllare ogni nostra
mossa, ogni nostro colloquio, ogni nostro
respiro? Come mai si possono rintracciare
intercettazioni di qualsiasi colloquio
telefonico di qualsiasi momento del nostro agire
quotidiano? Questo significa che se parlo al
telefono con mio padre, con i miei figli, o con
un mio amico o una mia amica, persone con le
quali, magari, mi disinibisco usando termini e
frasi forse inappropriati ma pericolosamente
interpretabili nella loro buonafede, posso
finire sotto inchiesta o addirittura in
gattabuia? La tecnologia ha portato ben oltre
George Orwell e, in certi casi, Giulio Verne.
Ripeto, fuori dal merito della vicenda-Bertolaso
e dai suoi risvolti squallidi, credo proprio che
questa vita ci stia togliendo il sorriso, la
normalità. Soprattutto la naturalezza, che in
gergo moderno chiamano privacy. |