Ill.mo Presidente
Gianni Chiodi,
sono Ludovica Raimondi,
cittadina abruzzese, nata a Giulianova.
Ho deciso di scriverLe
questa mail, perché sono mesi che leggo e mi
informo riguardo al Centro Oli e agli impianti
petroliferi, che interesseranno la provincia di
Chieti e il 50% del territorio abruzzese e che
mi coinvolgono come cittadina. A poco tempo dal
31 Dicembre non abbiamo parole di rassicurazione
sul futuro dell’Abruzzo né di quello dei suoi
cittadini. Non è mia intenzione parlare delle
ricerche portate avanti dalla Dottoressa Maria
Rita D’Orsogna, che Lei conoscerà
dettagliatamente, come neppure delle
argomentazioni addotte da coloro che attivamente
si adoperano, ormai da qualche tempo a questa
parte, per informare educare e sensibilizzare
tutti noi sui progetti politico-economici che
stanno decidendo sulle nostre vite. Le voglio,
invece, scrivere da semplice cittadina, che sta
vivendo con ansia questa attesa, questo silenzio
politico, avendo seriamente a cuore il futuro di
questa terra, quello proprio e dei suoi
conterranei.
Abito, come detto sopra, a
Giulianova, una località che ha la fortuna di
essere bagnata dal mare e abbracciata
maternamente dalla montagna. Vivo in collina e
ho sempre avuto l’opportunità di affacciarmi
alla finestra e di guardare il mare, il porto,
le case che ricoprono la pianura di Giulianova
Lido: sono cresciuta facendo lunghe e piacevoli
passeggiate sulla costa, d’inverno e d’estate,
entrando in un mondo emozionale che
difficilmente può essere spiegato e descritto a
parole. Non ho mai dovuto fare km per
raggiungere la spiaggia, per gustare il piacere
di un bagno estivo, per respirare l’odore di
salsedine e per ascoltare il rumore delle onde.
Il mare per me non è una realtà onirica, al
contrario è tangibile, visibile e vivibile. Esso
mi ha offerto l’occasione di conoscere gente
proveniente dal nostro entroterra, piuttosto che
da altre parti d’Italia e d’Europa: i turisti
affollavano e affollano le nostre spiagge, i
nostri ombrelloni, i nostri alberghi
incentivando l’economia locale. Tanta gente ama
raggiungere i luoghi balneari della costa
abruzzese per poter respirare aria pulita, sana,
rigenerante. Il mare è il mondo in cui sono
cresciuta e che mi porto dentro.
Il porto con le sue
imbarcazioni è l’alcova di egregie dignità
umane, come quelle dei pescatori, che vivono
del proprio lavoro, ossia di ciò che il mare
offre. Il mare è tutto per noi e so che non
parlo solo come giuliese: la gente di mare che
abita lungo la costa abruzzese è numerosa e ciò
che ci accomuna tutti è la nostalgia e la
contemplazione di questa distesa azzurra che,
con i suoi colori sempre diversi, ricchi di
sfumature, raggiunge i nostri cuori e le nostre
anime. Non posso pensare a un “altro” mare se
non a questo che vivo quotidianamente. Non posso
immaginare che altri uomini possano “disturbare”
una parte del mio mondo. Anticamente gli uomini
credevano che la terra fosse intoccabile e che
atti di tracotanza verso di essa fossero puniti
dagli Dei: il nostro patrimonio letterario e
culturale è pregno di storie esemplari a
riguardo.
Perché toglierci il
piacere di sognare, di immaginare, di vivere
ammirando quello che la Natura regala
quotidianamente ai comuni mortali? Perché
accanirsi contro ciò che da sempre c’è e che per
sempre sarà a prescindere dal Nostro esistere?
Perché privarci del vanto di essere figli del
mare, figli di questa terra? Perché privare la
nostra regione della sua vitalità ed essenza?
Non è tollerabile e non è
accettabile che esponenti politici, votati dal
popolo perché migliorino e garantiscano il bene
comune, la salute dei cittadini e la loro
sicurezza rimangano indifferenti alla richiesta
di tutelare il presente di questa regione e il
futuro dei suoi abitanti. Non si può rimanere
trincerati nei palazzi governativi, quando
un’intera popolazione chiede di poter vivere di
agricoltura, di pesca, di aria pura. Non si può
tacere di fronte alla domanda di aiuto e di
supporto.
Dov’è finito il senso
della Bellezza e dell’ Estetica? Dove l’ Amore
per l’ambiente che ci circonda? Dove il
sentimento di giustizia sociale? Perché la
politica non guarda più agli uomini che ogni
giorno devono lottare per salvaguardare i posti
di lavoro, le piccole proprietà, i guadagni che
hanno accumulato con onestà e dignità? Perché
sacrificare tutto questo per il guadagno di
Altri? Perché cancellare l’Essenza di questo
lembo d’ Italia, di terra, per scopi che sono
lontani dall’interesse collettivo? Perché non si
vuole ascoltare la gente che grida i propri
diritti? Perché la politica non è più attenta
(se mai lo sia stata) al volere della
popolazione? Perché farci credere che da questo
progetto se ne ricaveranno posti di lavoro e
benefici economici? Perché non si informa il
“popolino” dei rischi concreti e reali che
scaturiscono da queste politiche economiche?
Ho letto la lettera che la
Dott.ssa D’ Orsogna Le ha inviato al tempo della
Sua campagna elettorale come anche la Sua
risposta: cosa è cambiato da quel giorno ad
oggi? Dov’è la sensibilità che accomunava il suo
essere Abruzzese a quello della Dottoressa?
Perché ha scelto la strada del silenzio? Ecco,
vorrei richiamare la sua Abruzzesità, perché
Lei dovrebbe sapere cosa rappresenta questa
Regione per noi che l’abitiamo e anche per
coloro che la ammirano da lontano. Sa che anche
quando si vive altrove il cuore è rivolto a
questa terra, che regala sempre amore e rigenera
gli animi al solo sorgere e tramontare del sole.
Sa che abbiamo l’enorme fortuna di vivere dei
prodotti che la terra ci regala in ogni
stagione, in ogni raccolto, in ogni pesca. Sa
che i contadini, i pastori e i pescatori sono le
risorse più genuine che possiamo vantare. I
nostri ori sono il Vino, il Pane, il Pesce…..Non
ce ne servono altri e per di più cancerogeni,
nocivi e deleteri.
Mi rammarica vedere che
proprio i nativi di questa regione non
salvaguardino il “tesoretto” abruzzese,
soprattutto in un periodo in cui si rivendicano
sentimenti regionalistici e si preme per il
federalismo fiscale. Come vivrà l’Abruzzo se e
quando ogni regione dovrà provvedere a sé? In
cosa si distinguerà l’economia della nostra
regione? Oggi produciamo vino, olio, grano,
ortaggi. Siamo ricchi di formaggi, di carne e di
pesce. Ma domani? Di cosa vivremo noi che oggi
abbiamo venti o trent’anni? Quale futuro
erediteremo dalla “vecchia guardia”? Che
prospettive avremo per noi e per i nostri figli?
Si parla di salvaguardare i valori della
famiglia e della società civile e poi si
permette a grandi società di smantellare le
nostre terre e i nostri mari. A che gioco si sta
giocando? Quante domande si susseguono nelle mia
mente!!! Anche se andassi via per sfuggire la
tirannia delle centrali petrolifere o nucleari
avrò sempre l’immagine di una realtà, la mia,
che mi porto dentro sin dalla nascita, deturpata
e logorata. Non lo voglio!!!!
Perché nega a noi
cittadini la possibilità di conoscere le nostre
sorti: ci farete affondare nelle paludi nere o
ci aiuterete a costruire il nostro “domani”,
perché un giorno anche i nostri figli possano
godere delle bellezze che la Natura offre? Siamo
in ginocchio a causa della crisi economica e
della mala Sanità: è questo il momento per
reagire con una politica atta promuovere il
turismo e la sicurezza dei cittadini abruzzesi e
di coloro che verranno a conoscere la nostra
terra. Abbiamo panorami fantastici, una storia
modesta ma importante. Nel periodo in cui ho
vissuto a Milano ci sono stati due incontri
fulminei che mi rimarranno a lungo nella mente:
il primo è stato con una signora che, sentendo
che ero abruzzese, mi ha detto: “Signorina cos’è
venuta a fare a Milano? Avete un’aria così
pulita…perché è venuta a respirare lo smog?”;
l’altro ha visto protagonista un ragazzo che mi
ha detto di aver visitato l’Abruzzo per caso e
che lo aveva trovato davvero bello, ma ha
aggiunto: “Peccato che sia poco conosciuto.
Dovreste pubblicizzarlo di più dal punto di
vista turistico”. Ecco, personalmente sono
affezionata a queste due visioni esterne, ma non
estranee.
Mi piacerebbe che ogni
politico nato in questa bellissima regione la
amasse fino al punto di proteggerla “con le
unghie e con i denti”, perché credo che ciascuno
abbia ricordi, emozioni, sensazioni ed
esperienze per cui valga la pena lottare
duramente, affinché sia legittimamente difeso
questo gioiello. Si dovrà fare tanto per lo
sviluppo economico, sociale e culturale, ma se i
primi passi verranno guidati da voi che ne avete
gli strumenti adatti…beh allora anche noi
potremmo muoverci sereni e senza dover opporre
continuamente le nostre convinzioni alle vostre
per ottenere e condividere il bene comune.
Penso che la politica non
debba essere appannaggio solamente di chi è
chiamato a governare, ma anche del singolo
cittadino, che ha eguali diritti e pari dignità
nel partecipare attivamente alle cause che
coinvolgono la sua esistenza e quella della
comunità di cui fa parte.
Grazie della cortese attenzione,
Distinti saluti
Ludovica Raimondi |
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Il 31
Dicembre è vicino. Ad anno nuovo potrà aprirsi
un capitolo importante per la Regione Abruzzo:
l' Eni entrerà nella nostra regione dal portone
principale. Cosa significherà potrete
immaginarlo. Penso che tutti più o meno sarete
informati a riguardo. Ho avuto modo di vedere la
proiezione del documentario a cura di Antonello
Tiracchia, che mostra altre realtà italiane
(Basilicata e Sicilia) già soggette agli
impianti di raffinerie petrolifere, dove la vita
è cambiata da anni. Malattie e malformazioni
sono all'ordine del giorno, ormai. Personalmente
ho paura che quel mondo possa presto essere il
nostro mondo. Viaggiando in treno a Falconara si
può notare come essa non sia una località
turistica, ma il luogo della puzza e della
bruttezza paesaggistica: una enorme raffineria
di petrolio impiantata proprio a ridosso del
mare. Anche lì la mortalità per tumori è
altissima.
Non credo che abbiamo il diritto e il dovere di
vivere nella malattia, nella paura,
nell'angoscia. Non credo che sia giusto per noi
ereditare il Brutto da chi non se ne frega nulla
della nostra vita. Non credo sia giusto lasciare
ai nostri figli un mondo che procura solo
dolore. Credo, invece, che coloro a cui
deleghiamo la tutela della nostra salute, dei
nostri diritti, del miglioramento della
condizione umana, debbano guidarci e camminare
in mezzo a noi, per costruire un Mondo nuovo,
sempre all'avanguardia e rispettoso dei suoi
abitanti.
Ecco perché ho deciso di scrivere al Presidente
Gianni Chiodi. Ecco perché mi piacerebbe che
qualcuno condividesse la mia scelta, scrivendo
in piena libertà parole che possano far
conoscere la nostra esperienza di essere
abruzzese, il nostro sentirci partecipe
dell'evoluzione di questa terra. Penso che le
parole possano aiutare noi stessi e la
collettività a cambiare lo status quo in cui ci
troviamo o potremmo trovarci. Penso che le
battaglie individuali servano a poco se non sono
condivise da altri e anche che dovremmo
partecipare per non lasciare l'incombenza alle
sole associazioni, alle sole personalità
politiche che si stanno opponendo (vedi la
provincia di Chieti), alla sola Dottoressa Maria
Rita D'Orsogna, al solo Antonello Tiracchia (che
non è Abruzzese di origine: lo è per scelta,
quindi per adozione) e ad altri. L'Abruzzo è di
tutti noi che lo viviamo e che ci abitiamo.
Penso, quindi, che ognuno dovrebbe provare a non
essere passivo.
Personalmente ci sto provando. Fino ad oggi ho
letto, ho ascoltato, mi sono informata. Adesso
sento il bisogno di prendere parte a questa
grande opposizione e ho iniziato scrivendo una
lettera, come ho detto sopra. Scrivere e far
girare le nostre parole su facebook, sui siti
online....PER NON SENTIRCI SOLI...in questa
battaglia contro la mala politica che non ci sta
aiutando a rialzarci dagli eventi che si sono
abbattuti su di noi nell'ultimo anno....
Vi invito a prendere in considerazione questa
possibilità e di poter coinvolgere anche altre
persone, amici, bambini, cercando di rispondere
a questo tema: COSA E' PER VOI L'ABRUZZO E QUALI
SONO I MOTIVI PER CUI VALGA LA PENA OPPORSI AL
CENTRO OLI E AL PETROLIO NERO.
Parole libere, che possano coinvolgere
emozionalmente le persone che in questi mesi
dovranno darci una risposta. |