LIME ROCK, 24
settembre 2010.
Il 26 settembre del 2008, un Uomo, amico,
attore-regista, pilota, patron, benefattore ci
lascio’, diretto all’Aldila’ dove lo attendevano
amici, avversari sportivi, colleghi di cento
film e tanti fans.
Il 13 agosto
Paul Leonard Newman volle rivedere ancora
una volta la mitica pista di Lime Rock, a bordo
di una macchina che lo vide trionfare, guidata
da un amico, in questo patetico addio del
grande asso del volante...
Disse un giorno il
veterano” di Lime Rock: “Qui ho lasciato
i momenti piu’ belli della mia carriera
sportiva, più forti della 24 ore di Daytona del
1995 “ (che vinse all’eta’ di 74 anni).
Lime Rock Park
era la sua pista non lontana da Westport, nel
Connecticut, dove abitava con la impareggiabile
consorte Johanne Woodworth, che provava
tonfi al cuore ogni qualvolta il marito pilota
saliva sui veloci prototipi.
L’attore, nato il
26 gennaio 1925 a Skater Heights, nello stato
dell’Ohio, restio ad accettare l’Oscar di
Hollywood che aveva conquistato a piene mani,
aveva abbracciato lo sport delle quattro ruote
per oltre 40 anni registrando
vittorie
spesso impossibili, con a fianco il fedele
compagno d’armi, Carl Haas
(a sinistra, con
Newman al centro e Mario Andretti a destra).
Con lui, Paul festeggiava la centesima vittoria
sulle piste piu’ importanti della nazione.
”Carl e io”- ci confesso’ un giorno,
brindando a un’ennesima vittoria- siamo da
oltre 25 anni alla guida nella serie Champ car
con piloti di primo piano. E’ un po’ brontolone,
ma poi tutto finisce con il grosso sigaro ed
una risata”.
Modesto,
leggermente introverso, allergico alle pose,
all’enfasi alla pubblicita’, Paul “occhi blu”
aveva carisma e talento, non credeva alla
fortuna “che e’ volubile ed e’ meglio non
fidarsene”. Si arrabbiava spesso con se
stesso e della sua vita privata ne’ parlava ne’
voleva sentir parlare.
Il decano delle
star si scaldava, ma in senso buono, quando si
parlava di corse, team, piloti e del successo
ottenuto dalla Champ car con alla guida l’amico
Mario Andretti e del milanese Teo Fabi
nella categoria Can Am.
LA
“DINAMO CAMP” ITALIANA
Paul e’ stato
sempre un benefattore di fama mondiale. Amava il
denaro “ma poteva farne anche a meno”. Da
diversi anni con l’aiuto della moglie aveva
creato i “Wall gang camp”, un campo per ragazzi
malati drogati, handicappati. I soldi da lui
donati all’istituzione parlano di centinaia di
milioni ricavati dalla vendita dei suoi prodotti
alimentari.
Sorridendo una
volta mi confessò: ”Sono sconcertato per la
mia “salad dressing” (condimento per
insalata n.d.r) che sta guadagnando piu’ dei
miei film... Dovro’ chiudere bottega”.
Nel 2007 incorporo’
la sezione italiana della Fondazione Dynamo
camp nella cittadina di Limestre in quel di
Pistoia. Prima di volare in Italia mi disse :
”Amo l’Italia, mi piace tanto il
Lago di Como, ma saro’ capace di pescare in quel
magnifico lago? Ci sono belle trote?”.
Per l’ottantunesimo compleanno i suoi piloti gli
presentarono una torta: ”Grazie ragazzi,
assaggero’ un cucchiaio di crema. Non debbo
ingrassare”. Poi sorridendo aggiunse: ”Ma
voi, lo sapete quanti anni conto?”.
Personaggio strano,
difficile da decifrare anche da noi che lo
conoscevamo da anni, figura iconica che si erge
nella storia di Hollywood.
“Quel giorno”
scomparve un Uomo che non si vergogno’ di dire
che da giovane vendeva la Bibbia, accumulando i
soldi necessari per andare ad Hollywood, da dove
usci’ divo, decano delle star, mostro sacro del
mondo della celluloide, animato dalla “passione”
per le automobili, piu’ volte preferita alle
bellezze mondane.
L’Uomo che aveva
sfidato nella sua vita le macchine, la velocita’
, i pericoli i segreti del mondo della
celluloide, respinto lo scetticismo degli
“avversari”, umanitario senza limiti “Quel
giorno” ci lascio’ diretto alla volta del
cielo, a bordo di una sua fiammante Ferrari.
Paul, non ti
dimenticheremo mai. |