New York, Sabato
17 Luglio 2010 - Giulianova, lassù,
ha la fronte luminosa. Il suo colle è
tripudio di fiori e di verde. Sulla spiaggia
il sole avvampa più forte. Qui l’anima è
veramente presa da soave poesia. Odore di
alghe e di salsedine, ritmi strani sgorgano
dalle opaline equoree profondità e si
compongono in sinfonie ineffabili che solo
parlano alla più intima sensibilità dello
spirito. Sul mare zaffiro spira lievemente
trasportando la mente in sogni dorati mentre
il brusio della folla si mescola allo
sciacquio del verde Adriatico. C’è sulla
spiaggia simile ad un quadro alchimista, la
meticolosità del Michetti, la luce del
Celommi, il futurismo intricato di De Pero.
Più avanti lo stabilimento Venere, pieno,
affollato, assolato, poi
la Colonia della “noblesse
dorée” ed infine
la Colonia dei bimbi
poveri.
A sinistra il Kursaal
con il suo “Trenino di Santa Fe’”. Il
Nautico dalla forma di una tolda di nave, il
Pellicano Giallo, il bar “A Marechiaro” ed
infine il Lungomare, ben custodito.
Sale
l’onda della vita con tutti i suoi paramenti
della ricercatezza dell’eleganza sotto forma
di costumi ultimo grido, accappatoi, unghie
colorate e cuffie di gomma. Sin dall’alba al
tramonto rossastro le fanciulle brunite
intrecciano ghirlande di boccioli belli e i
ragazzi, gli eterni bambini di tutte le
estate. costruiscono tanti castelli di
sabbia inzuppata dove chiudono stretti i bei
sogni dell’infanzia dorata. Come il castello
di “Mille e una notte”
come la torre dell’antica “Castrum”. Poi un
calcio, e via tutto da capo.
Il
mio mulino a vento che stava “macinando”
giorni, momenti, attimi di vita vissuta,
tenta di cancellare il “sogno” di un vecchio
nato in quella “Giglie” ch’ é lu chiù
belle site...,
da Giulianova Cartoline
d'epoca
(Di Pietro, facebook)
la perla dell’Abruzzo
“che t’invita..,” come afferma la canzone
tanto cara al coro della “maggiolata
giuliese".
ll mio sogno d’un
colpo diventa realtà. I luoghi
dell’infanzia, la scuola, la maestra, lo
zainetto di legno, portato a spalla, che
stringeva i libri ed i quaderni, le
partitelle al calcio e gli amici, rimangono
memorie che l’Uomo desidera rievocare, prima
dell’arrivo del “Grande Giorno” fissato, per
rivivere quei momenti cari trascorsi con
papà , mamma ed i fratelli, ed i tanti amici
d’infanzia e di scuola. E’ allora che le
figure di Egidio Taffoni, Renato Campetti,
Carluccio Marcozzi, Bruno Solipaca, Renato
Lattanzi, e poi Ciprietti, Rossi, Paolini,
Poliandri, Giancola,
la Sabatini,
la Caprioni,
la Morganti e le Fratoni
riaffiorano gradite, ciascuna con qualche
particolare umano. Alcuni hanno intrapreso
il grande viaggio verso un altro pianeta,
altri vivono ancora e sicuramente rievocano
gli attimi più belli della loro
esistenza. Con essi in un libro, ingiallito
dal tempo, che racchiude alcuni dei
principali avvenimenti tracciati sulla carta
dal cronista, si legge del porto di
Giulianova degli anni ‘40 ridotto a
tronconi contro il cielo, dove ancorava un
vecchio vaporetto, ed il saliscendi
gracchiava la sua quotidiana monotona
sinfonia, raggranellando qualche pesce
sperduto.
E la stazione
ferroviaria, assetata di “restaurazione”
(a
sinistra Disegno di Flavio Branciaroli, 1964) e di
abbellimento del litorale ferroviario
adriatico. Giorni impietosi, quelli, che
lanciavano l’appello di uno sparuto gruppo
di interessati a trasformare la vecchia
Colonia “Rosa Maltoni Mussolini” in
tubercolosario, difesa a spada tratta, sulla
carta stampata, dal Sindaco Grue e dal
cronista.
Uguale interesse
sollevò l’aspirazione giustificata da
antichi legami storici e da interessi
presenti e futuri, e presentata al Governo
dall’ex sindaco di Giulianova Riccardo
Cerulli, l’avvocato Giuseppe De Bartolomeis
e il dott. De Martis, per una unione della
ridente cittadina Cologna col Comune di
Giulianova.
Grande risonanza ebbe
la dichiarazione del Cerulli, il quale
asseriva che Cologna fu terra di Giulianova,
come veniva ricordata dagli storici Palma e
Bindi.Tuttavia, malgrado il comitato Pro
Unione costituito dal gruppo di Colognesi
che raccolsero un grande margine di firme,
la ventilata Unione non avvenne e trascorse
tanto tempo prima che i ferri
raffreddassero.
Ricordi, ricordi,
ricordi che non possono finire nel nulla
anche se il cronista attraversò' l’Atlantico
tanti anni fa per descrivere, celebrare
conoscere la storia dell’Uomo Colombo, che
con la sua vita austera. col suo profilo
aquilino, col suo forte corpo, con la sua
formidabile volontà è la personificazione
stessa del Sogno gigantesco, nelle di cui
spire egli sembra sia stato trasportato
sulle sponde del Nuovo Continente.
E’ facile dire
America, ma difficile ad incontrarla,
scoprirla, criticare ed amare. Lo confermano
le migliaia di emigranti di ogni regione
italica che della terra ospitale hanno fatto
la loro seconda Patria, allevando altre
generazioni che al termine di una giornata
lavorativa, ritornano in famiglia che
conserva ancora, a distanza di anni, la
fede, l’affetto dell’Abruzzo, Sicilia,
Campania,Toscana, ed altre regioni, siano
essi ricchi, professionisti, lavoratori
operanti nel grande calderone umano a stelle
e strisce del Nuovo Continente. |