Alla vigilia della presentazione
delle manifestazioni di Giulia Eventi Estate
2010, che vedrà il Palazzo Kursaal al centro di
varie iniziative, abbiamo raccolto da Lino
Manocchia, giuliese puro anche se emigrato in
Usa per lavoro, alcune delle memorie legate
all’imponente ed elegante edificio liberty sul
Lungomare Monumentale di Giulianova. Il Kursaal,
la cui costruzione fu avviata nel 1909, nacque
come “Club Marino Nettuno” il 25 agosto 1913, ad
un solo piano. Sofferta la Prima Guerra
Mondiale, riprese le attività nell’estate 1921.
L’ Avv. Francesco Cerulli, presidente del Club
Marino, ne fece il fulcro della “meglio società”
giovanile ed aristocratica. Con l'elevazione del
piano superiore, il Kursaal divenne uno degli
alberghi di maggiore classe e fascino
dell’intera costa nel 1929, e un centro di vita
vissuta dell’estate. Nella sua splendida
terrazza, ospitò serate danzanti e musicali, con
artisti di fama nazionale fino ai primi anni
’60, mitici anche per la vicinanza della famosa
Lanterna (l’equivalente della Bussola di
Viareggio!), del Nautico,
del
Golf Bar, dello chalet Da Marechiaro. Un polo
pulsante del turismo. Dopo un periodo infelice
di abbandono e un lungo contenzioso di
esproprio, dal ‘90 il Comune, che due anni fa lo
ha ceduto alla partecipata Giulianova
Patrimonio, lo ha recuperato per convegni e
manifestazioni. L’incantesimo della Golden Age,
tuttavia, è sfumato. Si avverte anche dal
racconto di Manocchia (lr). |
di Lino Manocchia
Usa,
Domenica 27 Giugno 2010 - KURSAAL
LIDO: parola magica, romanzo della memoria
carico di ricordi, racconti,personaggi che
difficilmente si dimenticano anche se il
tempo vi ha riversato una lieve patina di
polvere. Dal “turbillon” dei ricordi il
mulino a vento delle mente riporta a galla
avvenimenti che risollevarono il cronista,
reduce di tre anni dietro reticolati e ferri
spinati, ben guardati da cani rabbiosi
quanto i padroni.
Cartolina
d'epoca: l'ex albergo Kursaal Lido nella
Golden Age delle sue notti magiche
Correva
l’anno 1946, Giulianova si risvegliava dal
lampo della Seconda Guerra Mondiale ed i
suoi cittadini volevano rifarla Grande, non
come la Bagdad delle “Mille e una notte”, e
nemmeno Grande come i mastodontici sogni
dittatoriali, Grande come una citta’ che si
rispetta, con un nome riassunto in un detto
della “Maggiolata”: “E Giulianova e’ lu
chiu’ belle site”...
In mezzo a
tanto turbinare di sogni e di speranze,
esisteva un’“Isola” che abbracciava cento,
mille fedeli e li lanciava in danze festose,
presaghe di un futuro pacifico: il Kursaal
Lido innalzato dai De Santis, Meo,
Migliori, Acquaviva, Ciafardoni, per offrire
trattenimenti dei bagnanti e la popolazione
residente, e battezzato con un nome tanto
transalpino. Seriamente danneggiato durante
la Seconda guerra, venne restaurato, appunto
nel 1945. Una sera, mentre il cielo si
ammantava di miriadi di stelle e la luna
sorgeva vezzosa, i giuliesi udirono il
fischio di un caratteristico trenino dalle
stazioncine allineate e folcloristiche. Era
il “Trenino di Santa Fe’” ideato dal
cronista che presentava lo “show” col nome
di “Zio OSA” (Organizzazione serate
adriatiche) con l’orchestra del maestro
Danova che eseguiva “Amado mio”,
“Perfidia”, ’”Valzer della candela” ed altri
ballabili moderni.
Un
leggerissimo, impercettibile suono s’alzava
per l’aria fresca della sera, cresceva,
s’ingigantiva, trascinava...
Non trascorse
molto e il Kursaal tenne a battesimo la
“Miss Giulianova 46”: veniva applaudita ed
incoronata la signorina Anna Maria Taccelli,
simpatica bruna dal fascino moresco.
Anche la
fiorentina Maria Teresa
Franci,
divenuta “l’Onorevole
Angelina” nel
film omonimo con Anna Magnani e Luigi
Almirante,
era una
“habituée” del Kursaal.
(caricatura di Lino Manocchia
presentatore)
Era il
principio di numerose serate
che avrebbero
offerto “i telegrammi lampo”, un
simpaticissimo gioco di societa’ assai
diffuso per le spiagge adriatiche, e poi il
“Ballo del Poker,” un gioco basato su un
mazzo di carte cedute ai ballerini (per 10
dollari l’una, allora) che a loro volta le
regalavano alle dame cercando di fare poker
e vincere vistosi premi.
Il trucco
risiedeva nel tener lontano i 4 assi che i
cavalieri cercavano disperatamente e che
avrebbero trovato verso la fine del concorso
ad un prezzo.... “riscaldato”. E poi una
serie di Miss di diverse categorie. Una di
queste il concorso della ” Festa del
sorriso” che Lea Civico, una splendida
sciatrice, vinceva dinanzi a numerose e
belle concorrenti, tra le quali Mariella
Nebiosi, Vittoria Sabatini, Nerina Neri,
Milena Ingelido, Giovanna De Merolis ed
Elena Pettina.
A due passi,
adagiato sulle onde azzurre lo stabilimento
di Canno’ - speciale per le sue amarene,
tamarindo e le gassose di Cichetti-
ammiccava sorpreso. Poco più a sud il
Circolo NAUTICO Vincenzo Migliori, che era
un po’ il cuore della vita giuliese,
alternava le serate danzanti, mentre a
completare la corona festosa che circondava
il Kursaal, si adoperava il cinema
all’aperto che “offriva”, gratuitamente,
punture noiose ad opera delle sgradite
zanzare, ed il chiosco di “Peppinuccio
Rossi” il re del gelato.
Più tardi apparve “La
Lanterna di Mimì’”, ossia Domenico Di Carlo,
detto Micaio’, ma io ero già partito alla
volta degli Usa, dopo aver
consumato
una cena d’addio da Filumena sul Corso
insieme agli amici Giorgio De Santis, Renato
Lattanzi, Giulio il barbiere, De Lucia,
Bruno Solipaca ed altri
(nella foto).
Fu la serata più bella
della mia vita resa indimenticabile da veri
amici alcuni dei quali sono ancora in vita.
Nelle immense
splendide sale del Kursaal si ritrovava la
”noblesse oblige” e gli amanti del poker
(vero) con a capo Lello Pagliaccetti e
Renato Granata, il quale aveva ordinato al
padrone del calzaturiificio –suo padre- due
paia di scarpe speciali, con tacchi molto
alti, capaci di limitare l’handicap
dell’altezza.
Il resto?
Molti appassionati, innamorati, spasimanti
delle bellezze muliebri che spaziavano tutto
intorno.
Chi non ricorda
Renato Campetti che all’una di notte
“strusciava” sotto la finestra di una delle
figlie di Pierino De Felice? Molti
ricordano, noi con loro, Giorgio De Santis,
il figlio dell’ex Sindaco, che col suo
“charme” corteggiava la signorina Giuliana
Paolone, che poi condusse all’altare. E
l’ingegnere Bruno Solipaca con l’immancabile
sigaretta Nazionale tra l’indice ed il
medio, abbronzati dalla nicotina, che
alternava il lavoro alla speranza di poter
convincere la deliziosa Emmina De Rospis. E
Mondino Maggi che dedicava tanto tempo ad
inseguire la magnifica Milena Ingelido di
Roma, che poi non sposò, mentre il fratello
Elisio aveva gli occhi su Anna Maria
-sorella di Milena- la quale disse “si” ad
uno dei fratelli Romanelli dell’omonima
compagnia trasporti.
Da Ancona una
splendida signora, moglie di un ricco
industriale, era ospite puntuale del
Kursaal, dove alloggiava con la figlia
Marina, un “ricavato fisico” splendido,
avvincente, la quale, guarda un po’, si era
innamorata di me che avevo un avversario
temibile in Renato Granata. Ma a metà
stagione apparve la mia Ada De Michele
dall’Ohio, figlia di Adriano di Giulianova,
e più tardi andammo in luna di miele al lago
di Scanno, per poi sopravvivere 50 anni
insieme, a New York. Roba da romanzo rosa,
che ha sempre tenuto piede nel “circolo”
della gioventù giuliese.
E
“l’antico-nuovo” palazzo che si erge
maestoso sul Lungomare rimane imperioso,
accogliente con i suoi gioielli-ricordi del
passato, sicuro che il suo nome rimarrà
nella storia anche per qualcuno che tenterà
di rilanciare gli indimenticabili spettacoli
dello “ZIO OSA.”
Per i più
giovani basterà dire: “Il Kursaal? E’ la
culla dell’amore!”
E tanto basta.
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