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I Ricordi di Lino Manocchia

La scoperta dell'America di www.giulianovailbelvedere.it

Speciale da Filadelfia

Mario Lanza,

il "Caruso dell'Air Force" con sangue pescarese

 

  Mario Lanza, al secolo Alfredo Arnold Cocozza: Il Caruso dell'Aira Force aveva sangue molisano per parte del papà ed abruzzese per parte di madre

di Lino Manocchia

FILADELFIA, Gennaio 2010 - Alfredo Arnold Cocozza oggi avrebbe festeggiato 88 anni. Non è più con noi dal 7 ottobre 1959, e sei mesi dopo fu seguito dalla moglie Betty che, colpita dal grande dolore, lasciava quattro giovani figli: Colleen, Elisa, Damon e Marc.

Alfredo Arnold, nato da papà Antonio, emigrato da Filignano (Isernia), e da mamma Maria Lanza, originaria di Tocco Casauria, in quel di Pescara, crebbe nella casa del nonno materno che possedeva una drogheria, coltivava la passione per la pittura ed aveva una ricca raccolta di dischi di Enrico Caruso.

"Freddy", come era chiamato amichevolmente, era un grande ammiratore del cantante ed ascoltava spesso tutti i dischi del nonno divertendosi a cantare le romanze con la sua naturale voce tenorile. La madre, che possedeva una bella voce da soprano, non poté svolgere l’attività di cantante perché il padre non glielo permise, ma visto il naturale talento del figlio, pur di fargli studiare canto, non si risparmiò di lavorare per diverse ore al giorno.

"Freddy" ebbe modo così di studiare con l’ex cantante lirica Irene Williams che gli procurò un’audizione all’Accademia di Musica di Filadelfia dove fu ascoltato dal maestro Serge Koussevitzky  in "Vesti la giubba" dai Pagliacci. Il maestro sbalordito disse: «Questa è davvero una voce eccezionale», e gli fece eco il critico del New York Times: «Piace in particolar modo la superba potenza della sua voce».

 Seguendo la stella che lo avrebbe guidato nella fama, Freddy assume il nome d´arte di Mario Lanza in onore della madre e poco dopo parte per il servizio militare nella base aerea di Marfa in Texas. Qui intrattiene le truppe e viene soprannominato dai suoi commilitoni "Il Caruso della Air Force".

Mario Lanza era chiamato The Great Caruso: A lui anche l'appellativo di "The Voice"

Anche Hollywood intravede la futura "voce" che firma un contratto di cinque anni con la casa discografica RCA Victor. Il servizio militare termina nel 1945 e poco dopo si sposa con Elizabeth "Betty" Hicks di Beverly Hill.

Lanza si trasferisce a New York dove continua a studiare canto e pianoforte col maestro Enrico Rosati, già maestro di Beniamino Gigli. Vince una borsa di studio, firma un contratto con la Columbia Concert e partecipa ad un tour che lo porta negli Usa, Messico e Canada.

Nel 1947 viene chiamato dalla MGM per interpretare una serie di sette film musicali, nel frattempo continua a tenere concerti, a incidere dischi e a partecipare a programmi televisivi.

"Io canto col cuore – diceva -. Canto le parole della canzone e le sento dentro di me, da capo a piedi. Canto come se la mia vita dipendesse dal canto. Non smetterò mai, e se mi fermerò la mia vita sarà finita”.
Nel 1949 interpreta il suo primo film musicale, "Il bacio di Mezzanotte", quindi riesce a coronare quello che è sempre stato il suo sogno: interpretare un’opera lirica, in Pinkerton nella “Madama
Butterfly” di Puccini, che riceve un successo senza eguali

Sempre nel 1949 incide un disco di romanze considerato dalla Associaton National  record Critics come la miglior registrazione dell’anno. Un anno dopo gira il film "Il pescatore della Louisiana", interpretando la sua più famosa canzone "Be my love". Subito dopo recita in quella che è stata considerata la sua migliore  interpretazione: "Il grande Caruso", dove interpreta quindici pezzi del repertorio del famoso tenore napoletano. Col film venderà più di un milione di copie e gli varrà il disco d’oro.

Mario Lanza in un felice quadro famigliare con la moglie Elizabeth "Betty" Hicks di Beverly Hill, sposata poco dopo il servizio militare, e due dei quattro figli.   Mario Lanza in un quadretto fagliare: Qui con la moglie Betty e due dei quattro figli

La sua carriera è punteggiata anche da contrattempi e liti legali con la MGM che gli proibisce di girare film con altre case cinematografiche. Lanza non potrà incidere dischi e partecipare a concerti. Questa parentesi negativa mette a dura prova le finanze del grande cantante.

Con disappunto, Mario parte con la famiglia alla volta della patria dei genitori dove gira un film con Renato Rascel e Marisa Allasio, incide anche la canzone che da il titolo al film "Arrivederci Roma", quindi interpreta il suo ultimo film "Come prima" con Zsa Zsa  Gabor.

Intanto la Scala di Milano gli propone "Il Rigoletto", il teatro San Carlo di Napoli gli offre l’opportunità di interpretare un’opera a sua scelta. Lanza sceglie "I Pagliacci", purtroppo, però non gli sarà dato modo di coronare il suo sogno.  Negli ultimi giorni  della sua esistenza accusava forti dolori alla gamba sinistra,segno di avanzata flebite, il 7 ottobre 1959, infatti, a Roma nella Clinica Valle Giulia dove era stato ricoverato d’urgenza, decedeva per embolia polmonare.

Mario Lanza, temperamentale, carismatico, abusivo, sexy, cantava col cuore, ma fu il suo cuore che cedette, e non - secondo le solite voci maligne, vergognose, che tinsero di scandalo la personalità di uno dei più grandi tenori della storia lirica - che sarebbe stato"controllato dalla malavita."

Lanza era "The Voice"  per milioni di americani e per gli amanti del canto di mezzo mondo. Il suo grande difetto: una vita sregolata, incurante del futuro, amante della buona cucina, che tramava il suo fisico, sordo agli accorati richiami della sua "Betty" affinché controllasse il suo modo di vivere.

«I muri delle case di Filadelfia conservano ancora la voce del nostro Mario - ebbe a dirci  l' anziano Pascucci, abruzzese della Pensilvania -. Mario era il nostro orgoglio, la memoria che ci lega alla nostra terra. Il più alto monumento non sarà mai sufficiente a descrivere per i posteri la "Voce" che forse non verrà mai superata.. Amava i maccheroni alla chitarra al  ragu' cotto lentamente. Col vino era sobrio, e brindava  sempre alla musica e al canto".

Quanta verità in questo pensiero!

LINO MANOCCHIA

Lino Manocchia è nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, e di Filomena Spadacci. Ha incontrato ed intervistato personaggi come: Frank Sinatra, Dean Martin, Perry Como, Rocky Marciano, Juan Manuel Fangio, Mario Andretti e tanti altri illustri. Durante il lavoro con Voice of America, Manocchia ha avuto modo di intervistare cinque Presidenti americani: Eisenhower, Kennedy, Johnson, Carter e Clinton.
Le amicizie giuliesi
A Giulianova, gli amici più cari che frequentava erano: Carlo Marcozzi (poi sposato con la Branciaroli), Guido Pompei, Renato Campeti, Ernesto Ciprietti, l’affezionato Giancola e poi Giorgio De Santis, figlio del Sindaco, il geometra Bruno Solipaca, Dante Paolini, Poliandri, Rossi, Epimerio Taffoni, quest’ultimi noti sportivi giuliesi.
 
 
 
 
 

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