Automobilismo:
Gabriele Tarquini, un altro giuliese in cima al
mondo
Tarquini,
miracolo di entusiasmo e di longevità al volante
Nostra
intervista
esclusiva al neo
campione del
mondo FIA WTCC a
bordo della Seat
Leon
di Ludovico Raimondi
Giulianova, Sabato
28 Novembre 2009
- Per noi che lo
intervistammo campione
del mondo di kart nei
primi anni '80, è
il caso di dirla con il
Celentano della Via
Gluck..."però, quel
ragazzo ne ha fatto di
strada": in tutti i
sensi, visto che stiamo
parlando di Gabriele
Tarquini, Campione del
Mondo Fia WTCC 2009 di
automobilismo, sport
dove i chilometri si
divorano e di gran
carriera.
Gabriele, cosa significa per te
questo titolo mondiale? ”Il coronamento di
una lunga carriera,
inseguito dopo il
secondo posto dell’anno
scorso ed il campionato
europeo di alcuni anni
fa. La ciliegina sulla
torta”
- Un mondiale
a 47 anni. Miracolo di
longevità sportiva ed
agonistica. Da cosa
nasce questo miracolo?
“Non so se è un
miracolo. L’età c‘è, è
un dato statistico. Ma
in fondo in questa
disciplina non si è
giovanissimi, l'età è
medio-alta. Il secondo
classificato, Muller, ha
40 anni” - Molti direbbero: ma
chi me lo fa fare, mi
godo i miei successi,
evidentemente i miei
guadagni e la mia
famiglia... Ecco, cosa
te lo fa fare?
“La grande passione,
nata nei kart da
bambino, a Giulianova ed
insinuata in me come un
virus che non è stato
mai debellato. Anzi” - La tua graduatoria,
nell’ordine,
sull’importanza di
queste componenti del
tuo successo: talento,
entusiasmo, spirito di
sacrificio,
professionalità?
“Il talento, senza il
quale non raggiungi
certi traguardi; la
professionalità per
rimanere al vertice a
lungo; l’entusiasmo, che
non deve mai
affievolirsi per restare
sulla cresta dell’onda.
Lo spirito di sacrificio
è connesso, mai io non
lo sento. Nel momento in
cui dovessi avvertire la
mia attività come un
sacrificio vorrebbe dire
che ho perso
l’entusiasmo. Direi
stop” - Ripensi mai alla
Formula 1? E con quale
sentimento?
“La vedo da
lontano,
appartengo ad
un’altra epoca,
l’ultima corsa è
stata nel 1995.
Ho avuto la
fortuna di
correre in
Formula Uno per
5 anni,
divertendomi.
Ripenso a quel
mondo e a quell’esperienza
senza rimpianti” - Hai
cullato mai il
sogno della
Ferrari?
“All’inizio
del 1985. Fui
chiamato da Enzo
Ferrari. Certo
che l’ho
cullato. In
Italia, ma anche
nel mondo, la
Ferrari
impersona le
Corse, la
Formula Uno. Da
allora ho
costruito una
carriera di
grandi
soddisfazioni.
L’incontro con
Ferrari è una
delle più belle”
- Il sogno che non si
è realizzato?
“Io mi reputo uno
fortunato, di sogni ne
ho realizzati tanti dal
punto di vista sportivo.
Nel 94’ mi sono laureato
campione continentale
nella BTCC, nel 2003, un
anno dopo il mio
rientro, ho rivinto un
campionato europeo nell’ETCC,
l’anno scorso sono
arrivato secondo nel
WTCC”
- Qual è quello che
si è realizzato di più?
“Credo che le mie
ambizioni le abbia
soddisfatte, anche se,
ovviamente, c’è sempre
qualcosa che manca. Il
Mondiale di oggi, sia
per la mia età sia
soprattutto per la
competitività degli
avversari, è l’apice di
una parabola che è stata
lunga ed intensa, anche
se non costellata da
tantissimi successi”
- Hai mai pensato di
abbandonare? E in quale
momento?
“Mai avuta questa
idea. Avrei potuto farlo
proprio dopo il titolo
iridato, con un colpo di
teatro, magari, nella
conferenza stampa dopo
l’ultima corsa, ma ho
ancora voglia dentro”
- Nel 2010 stesso
campionato e stessa
scuderia?
“Non lo so. Sono in
attesa delle decisioni
della Seat dopo che la
scuderia ha annunciato
l’intenzione di
abbandonare. Intanto mi
godo un po’ il successo
del mondiale, analizzerò
le proposte con
tranquillità”
- Ce ne sono?
“Non di concrete, ma,
ripeto, mi sembra
innanzitutto corretto
aspettare la Seat, con
la quale ho un ottimo
rapporto e alla quale
penso di avere dato un
contributo nella sua
crescita degli ultimi
quattro anni,
contrassegnati da due
titoli mondiali battendo
un gigante come la Bmw”
- Sei tornato a
goderti il relax nella
tua Giulianova. Quando
torni nella tua città, a
cosa ti viene da pensare
guardandoti attorno ed
incontrando gli amici?
“Che Giulianova è
parte della mia storia
che iniziò all’età di
sei anni. Devo tutto a
una coincidenza: i miei
non erano genitori molto
sportivi. Mio padre
affittò il Dromokart, la
pista gialla, a nord
della città, e tutto è
nato lì. Il mondo delle
corse mi ha permesso e
mi permette di girare e
conosciure il mondo, ma
Giulianova è la mia
casa, non solo perché ci
vivo con la mia
famiglia” - Hai programmato
quando appenderai il
volante al chiodo?
2009:
Vincitore del World Touring Car Championship su
Seat Leon Vittorie - 4:
Non
solo turismo comunque nella carriera del “Cinghio”, anzi
una vasta esperienza di ruote scoperte, iniziata negli
anni ottanta con le vittorie in Kart e in F3, proseguita
poi con la F3000 fino al debutto in F1, avvenuto nel
1987 con la Osella (motorizzata Alfa Romeo) sul
tracciato di Imola. Da lì in poi 5 anni nel Circus,
prima con la Coloni, poi con AGS e Fondmetal, mai con
una monoposto che gli permettesse di dimostrare tutto il
suo valore. L’unico obiettivo potevano essere i compagni
di squadra, e contro Caffi, Dalmas, Winkelhock e
Johansson tra gli altri, Gabriele ha sempre dimostrato
di essere all’altezza della situazione.
Ha
capitò però che non valeva la pena perdere tempo in un
mondo che non gli dedicava le giuste attenzioni, e si è
così rivolto al mondo del turismo, in cui qualche passo
l’aveva già fatto. Una partecipazione al Campionato
Italiano SuperTurismo con una BMW nel 1989, poi ancora
con una M3 nel ‘92. Il primo contatto con l’Alfa arriva
nel 1993, e con la 155 Ts sono subito cinque vittorie e
il terzo posto finale nel campionato vinto da Roberto
Ravaglia con la BMW. Il primo trionfo arriva nel 1994,
quando al debutto sulle piste inglesi, sempre con la 155
Ts, domina il BTCC, vincendo titolo e otto gare. L’anno
successivo la casa di Arese lo utilizza come “pilota
immagine”, facendolo correre a tratti nell’italiano e a
tratti nel BTCC, dandogli poi una 155 V6 TI per l’ITC
del 1996. Nel ’97 avviene il passaggio alla Honda Accord,
con la quale partecipa al BTCC, all’STW tedesco. Nel
2000 e nel 2001 il binomio Tarquini – J.A.S. attacca l’EuroSTC,
proponendosi come l’unica alternativa al dominio di
Giovanardi e dell’Alfa Romeo. Ed ecco che ritroviamo il
biscione, che riaccoglie il “Cinghio” tra le sue spire
nel 2002, ottenendo in risposta il titolo dell’ETCC
2003. Nel 2004 Tarquini resta in lotta fino all’ultimo,
ma il campionato va a Priaulx, nel 2008 giunge secondo
nel mondiale WTCC con la Seat.