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Debora Sbei,
campionessa del mondo |
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non per caso |
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di Ludovico Raimondi |
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Giulianova, Mercoledì 25
Novembre - Debora Sbei conferma
il detto che “le perle più preziose sono
racchiuse nelle ostriche più piccole”.
Lei, all’apparenza minuta e timida,
racchiude in sé la forza dei campioni.
Anzi, di una Campionessa del Mondo. Fresca del titolo iridato
conquistato a Friburgo, nel pattinaggio
artistico a rotelle, la portacolori dell'Ads
Pattinaggio Artistico Giulianova si concede
all’intervista con la semplicità dei suoi 19
anni e con il sorriso solare che sono l’altra
faccia della medaglia (d’oro, è il |
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caso di dire) del carattere ferreo e
determinato che, dalla frazione di Colleranesco di Giulianova, l’hanno
portata lassù in cima al mondo. |
Debora,
il mondiale anche da senior. E’ stata più dura
dei cinque da junior, immagino…
“Già, proprio così. Anche
perché seconda è giunta una vincitrice di dieci
mondiali nella categoria”
In queste
occasioni viene da dire: tanti sacrifici, ma ne
è valsa la pena?
“Come no? Tante rinunce,
ma ben ripagate”
Ripagate più moralmente
che economicamente in uno sport che certo non è
ricco?
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“Sì, ma anche
economicamente va un po’ meglio di prima. Per
tanti anni sono state solo spese. Diciamo che
sono stati anni di investimento” |
Vi sono
stati momenti in cui ti è passato per la testa
di lasciare perdere tutto? |
“Certo. Soprattutto nei periodi brutti degli
infortuni, delle delusioni, degli scoramenti che
sempre attraversano un’attività sportiva” |
Si
avverte il peso di tanti sacrifici? |
"A volte.
Ma tutto passa di fronte alle soddisfazioni”
Quali sono le rinunce che più pesano per una
ragazza che non vive una vita normale come le
sue coetanee?
"Io credo che sia una
questione di organizzazione del proprio tempo.
Forse mancano gli amici, appunto le cose
normali”
Magari il
fidanzatino…Ce l’hai il ragazzo?
“Sì”
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E allora
il problema di organizzazione è suo, ti pare?
“Già” (e scoppia a
ridere)
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Quando si
è acceso il sacro fuoco della passione per il
pattinaggio? |
“A
5 anni. Fu mia mamma a spingermi verso il
pattinaggio. Una rivalsa, perché a lei piaceva
molto ma sua mamma, mia nonna, le impedì di
andare avanti” |
Una
forzatura?
“Non proprio. Cominciò a piacermi, ma a dire la
verità non vincevo. I primi podi arrivarono
verso i 10 anni. Ma ero un’eterna seconda,
sempre dietro ad una più forte. Questo però mi
dava le motivazioni a migliorarmi. Avessi vinto
sempre, forse mi sarei adagiata sugli allori. A
pensarci bene, sono 14 anni che pattino”
|
Sappiamo che
papà Delfino ti segue ovunque, è un po’ anche il
tuo addetto stampa. E mamma Lucia?
“Anche lei mi
segue sempre. Solo che papà, il mio primo
tifoso, è anche il primo a correre ad
abbracciarmi, piangendo, dopo le mie vittorie.
Mamma, invece, non riesce a vedermi ed esce ogni
volta che è il mio turno di gara. Ad entrambi
devo tutto”
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Devi
ringraziare qualcuno, oltre ai tuoi?
“La mia allenatrice
Sara Locandro, di Pescara, il preparatore
atletico Lucio Ronci, i fisioterapisti di Gaia
srl e di Sport Clinic, i dottori Enio Di Pizio e
Fabrizio Capone, i medici che mi hanno seguito
anche per i miei infortuni, e quanti mi hanno
aiutato e mi aiutano nella mia avventura
agonistica"
Talento o
applicazione: quale è più importante?
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Sara Locandro e Debora Sbei |
“Sembra scontato, tutti e due sono |
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fondamentali. Senza talento non si raggiungono
determinati risultati, ma anche la costanza nel
nostro sport premia”
Quanto è
stato importante per il salto di qualità entrare
nel giro della nazionale?
“Molto, perché
ti seguono allenatori federali e si ha anche la
possibilità di partecipare a stage con il
Commissario Tecnico e gli allenatori. Con Sara
Locandro ho vinto 6 titoli mondiali, 5 da junior
ed ora quello da senior”
Prima
gareggiavi - e vincevi - anche in coppia. Poi
hai preso la strada esclusivamente individuale.
Come mai?
“Ho gareggiato
in coppia negli anni delle scuole superiori. Il
mio partner però era di Perugia. Essendo io
minorenne, lui doveva viaggiare per venire ad
allenarsi a Giulianova. Alla lunga non si può
reggere una simile situazione, troppo
complicata”
Tu sei
studentessa universitaria. Come riesci a
conciliare studio e attività agonistica a questo
livello?
“Sempre
con l’organizzazione e con la costanza nei
sacrifici”
Cosa
studi?
“Ingegneria edile ad Ancona”
In pratica, hai uno studio aperto per il futuro:
seguirai tuo padre nella professione dopo che
lui ha seguito e segue te nella tua carriera
sportiva?
“Vero, è
così”
Farai un pensierino alla medaglia d’oro alle
Olimpiadi, se la tua disciplina verrà ammessa ai
Giochi?
“Beh, sì”
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