SIAMO ALLE SOLITE, MA IL
COMUNE DA CHE PARTE STA?
Giulianova,
Giovedì 24 Marzo
2011 -
Nel Consiglio Comunale
di lunedì 14 marzo è
stato inserito l’esame
delle Osservazioni
presentate per il Piano
di Recupero dell’ex
ADS-FOMA. Ovviamente,
come già previsto nel
PRG sin da lontano ’94,
in quell’area, come
nell’area ex SADAM,
occorre intervenire per
recuperare suolo urbano
abbandonato e per
riqualificare. Va fatto,
però, tutelando
pienamente gli interessi
pubblici, cosa che il
Piano di Recupero
autorizzato non fa. Lo
abbiamo spiegato
dettagliatamente nella
nostra Osservazione
(presentata dopo
l’adozione) che contiene
anche le proposte per
evitare che ciò avvenga.
Visti gli esiti del
Consiglio Comunale è
necessario fare qualche
riflessione.
Innanzitutto, come mai nella gestione urbanistica delle grosse aree,
continua ad esserci
(dopo il Lido delle
Palme, l’ex SADAM, ora
anche nell’ADS-FOMA) da
parte
dell’amministrazione
comunale tutta questa
attenzione acritica nei
confronti di specifici
ed esagerati interessi
privati a scapito di
quelli generali?
Basta scorrere
l’elenco delle cose che
la città e i cittadini
perdono (e che
invece ogni buon
amministratore avrebbe
fatto ottenere loro) per
rendersi conto di quanto
sia giustificata questa
domanda:
1. REGOLE NON
RISPETTATE: non rispetto
delle Norme di
Salvaguardia; mancanza
di una congrua
motivazione in cui
risultino tutelati gli
interessi pubblici nel
derogare da quanto
previsto sia dal PRG
vigente, sia dalla
Variante Generale al PRG;
forzature e inadempienze
nella procedure della
VAS e in quella della
fuoruscita dall’elenco
regionale dei Siti
Contaminati. Così si
perde la correttezza
amministrativa e si
appanna la moralità
nella vita pubblica
giuliese.
2. VAS: l’ARTA ha
detto che occorre prima
bonificare l’area per la
presenza di numerose
sostanze inquinanti e
tossiche per la
popolazione e poi
ripresentare il Piano di
recupero: ignorata! Si
perde la possibilità
della realizzazione di
quartieri ecologici con
la giusta attenzione
agli spazi pubblici.
3. BONIFICA SITO
CONTAMINATO: si legge
nel ricorso al TAR fatto
dal proprietario dell’ex
casello ferroviario di
violazioni delle norme
che dettano le procedure
per disinquinare l’area
industriale dismessa e
di un’assenza
sconcertante del Comune
nelle delicate attività
di controllo. E’ un
fatto, ad esempio, che
il gigantesco serbatoio
con la scritta ADS è
stato abbattuto: ci si
chiede di quale
materiale fosse fatto.
Così si perde la
doverosa piena tutela
della salute dei
cittadini.
4. PERDITA DEL
PARCO SUL CANNOCCHIALE
VERDE e confinamento di
gran parte delle aree
verdi pubbliche in zona
poco pregiata, vicino
alla ferrovia.
5. MANCATO
OTTENIMENTO DI TANTE
SPETTANZE FINANZIARIE
che dovrebbero derivare
da: indici edificatori
alti (0,60 mq/mq mentre
ad esempio nella E2 sono
di 0,35), aumento
notevole della
percentuale di
residenziale (la
destinazione d’uso più
appetita dai
costruttori), aumento
delle altezze da 14 a
16,50 m., pagamento al
prezzo di mercato delle
aree o attrezzature
pubbliche non cedute. Se
non si ottengono per il
pubblico risorse
cospicue o spazi
pubblici importanti e di
qualità negli interventi
su grosse aree (ADS-FOMA
27.00mq, ex SADAM 54.000
mq, Lido delle Palme
90.00 mq) quando li
otterrà mai il Comune?
Nei lotti da 500 mq?
6. ALTEZZE E
PAESAGGIO: ancora una
volta poca attenzione al
rispetto del peculiare
paesaggio giuliese.
Manca completamente lo
studio dei cannocchiali
visivi verso la collina
ed il Gran Sasso. Tutto
è lasciato alla
casualità ed ancora una
volta è stata “fatta
fuori” la Sovrintendenza
ai Beni Culturali e
Paesaggistici (eppure la
collina è vincolata nel
Piano Paesistico
Regionale) ed è stata
ignorata la prescrizione
della Sovrintendenza ai
Beni Archeologici.
7. NESSUN PROGETTO
DI QUALITA’ PER VIA
TRIESTE: disattesa la
nostra proposta di
cogliere l’occasione
degli interventi ex
SADAM e ex ADS-FOMA per
dare, finalmente, la
dignità di viale (si
pensi a viale Orsini)
anche a via Trieste,
prescrivendo ampi
marciapiedi con
piantumazione
appropriata e una pista
ciclabile,
infrastruttura
fondamentale per la
mobilità sostenibile
cittadina.
8. STRADA PARALLELA
ALLA FERROVIA NON
DEFINITA PROGETTUALMENTE
E FINANZIARIAMENTE: è
razionale autorizzare la
costruzione di 300-400
alloggi con 1200 nuovi
abitanti previsti senza
definire preliminarmente
in termini progettuali e
finanziari (per non
farne ricadere gli oneri
sul Comune) una strada
di supporto a via
Trieste?
9. ATTIVITA’
COMMERCIALI FINO A 1000
MQ: ignorata la
prescrizione fino a 250
mq prevista dai PRG
vigente e adottato. E’
la fine per “I Portici”
e gli altri negozi di
via Trieste?
10. SCARSA TUTELA DEL
COMUNE NELLA
CONVENZIONE IN ORDINE
ALLE AREE DA CEDERE AL
PUBBLICO: è stato Il
Cittadino Governante a
far inserire le clausole
(previste dal PRG) che
le cessioni al Comune
devono essere fatte
prima del rilascio dei
Permessi di costruzione,
che devono essere
definitive e che sugli
spazi pubblici ceduti il
Comune deve mantenere
piena autonomia!
11. MALTRATTAMENTO dei
cittadini proprietari
della casa ubicata sulla
nuova strada accanto
alla ferrovia. Essi non
sono stati avvisati del
fatto che una strada
incombe su di loro, e
per ottenere gli atti,
al fine di sapere cosa
li attendeva, hanno
dovuto fare ricorso al
TAR ed al Difensore
Civico spendendo 12.000
euro. Meno male che i
cittadini giuliesi
spendono i soldi per
pagare anche un
assessore alla
Trasparenza!!!
Auspicavamo che i
Consiglieri Comunali,
con mente libera,
stessero attenti e si
pronunciassero con piena
autonomia di valutazione
e giudizio, ricordandosi
che tutelare gli
interessi generali è
un loro precipuo
compito, non è andata
così: quelli di
maggioranza penosamente
arroccati sulle
posizioni penalizzanti
la collettività
dell’amministrazione;
quelli di centro-destra,
addirittura, assenti al
momento delle
dichiarazioni di voto! |