Teramo,
1.7.2012 -
La verità
sui precari del Comune
di Giulianova è una sola
ed è un fatto
dimostrabile: da oggi,
le lavoratrici storiche
sono disoccupate,
lasciate sole con i loro
problemi.
Intanto,
rispetto alle
dichiarazioni del
Sindaco sulla stampa,
sono doverose alcune
precisazioni.
La prima. L’accordo del
dicembre 2010 permetteva
la proroga dei precari
fino a 36 mesi, il
Sindaco decise per 18
mesi.
La seconda. In provincia
di Teramo sono stati
stabilizzati ben 250
precari e ciò ha
interessato quasi tutti
i comuni: da Colledara a
Roseto, da Bellante a
Pineto a Penna
Sant’Andrea. Le
amministrazioni comunali
che hanno ritenuto di
non volerlo o poterlo
fare, da Morrodoro a
Notaresco, da Silvi a
Civitella ad Atri,
spiccano i comuni di
Mosciano e Sant’Egidio
alla Vibrata che però,
oggi, sono alle prese
con ricorsi al giudice
del lavoro e Mosciano è
stata già condannata a
stabilizzare e a
risarcire i danni subiti
dai lavoratori.
Con il Comune di
Civitella, addirittura,
le trattative sono
ancora in corso.
La colpa del mancato
accordo sarebbe della
lavoratrici?
L’esperienza sindacale
ha insegnato alle
scriventi che se la
volontà politica è reale
ed è forte, le soluzioni
che proteggono tutti,
nel pieno rispetto delle
norme, si trovano.
È quanto accaduto alla
Provincia di Teramo.
Il Presidente della
Provincia di Teramo,
Valter Catarra,
l’Assessore provinciale
Eva Guardiani,
l’amministratore della
Teramo Lavoro srl, la
dirigente al settore
Lavoro della Provincia,
Renata Durante e le
Funzioni Pubbliche di
CGIL, CISL e UIL, due
giorni fa hanno siglato
un importante accordo
che permette la
prosecuzione dei
rapporti di lavoro dei
110 lavoratori e la
garanzia della
continuità dei servizi
alla cittadinanza.
Molteplici e infinite
riunioni si sono
succedute nel corso
delle ultime settimane
per superare la
drammatica situazione
normativa che ostacolava
l’accordo, ma eravamo
tutti lì a pensare a
come salvare i posti di
lavoro. E così è stato
fatto, senza “indurre” i
lavoratori a rinunciare
ad alcun diritto
precedente.
A Giulianova, il Sindaco
che non ha mai
partecipato alle
trattative sindacali
sulla questione delle
precarie, ha convocato
le scriventi OO.SS. solo
il 20 giugno per
comunicare la volontà di
prorogare le lavoratrici
di soli 6 mesi in cambio
di una rinuncia a
qualsivoglia pretesa nei
confronti dell’Ente e
dei suoi amministratori.
Nessun margine per la
trattativa.
Quale atto di eroismo?
Se le lavoratrici
dovessero fare ricorso
al giudice del lavoro,
potrebbero essere
risarcite di almeno 20
mensilità ognuna e delle
differenze retributive e
contributive. Appare
evidente che il
tentativo, mal riuscito,
di trovare una soluzione
apparentemente
vantaggiosa per le
lavoratrici era di fatto
la richiesta della
rinuncia ai loro
diritti.
Ci si aspetta che il
Sindaco reagisca con
altrettanta indignazione
come quando la ASL di
Teramo cacciò i 14
lavoratori di una
cooperativa.
Nei fatti, Giulianova
licenzia 14 lavoratori
(12 precarie storiche 2
cococo già uscite dal
Comune il 31 dicembre
dello scorso anno), ha
aumentato l’orario
lavorativo agli LSU
sostenendo costi
ulteriori pur avendo
quasi tutte le precarie
a 20 ore settimanali e
“acquista” 55 lavoratori
dall’agenzia interinale
in violazione delle
relative norme.
Si ritiene, invece, che
la verità sia un’altra e
che non contempli nulla
di eroico.
La proposta è stata una
“finta” sapendo sin
dall’inizio che non
sarebbe mai andata a
buon fine. Il Sindaco
era consapevole,
infatti, di non avere la
maggioranza né in giunta
né in consiglio vista
l’enormità delle
“contraddizioni”
contenute nella bozza di
delibera.
Il modo con cui è stata
condotta la trattativa
sindacale e il contenuto
della proposta sono,
oggi, irricevibili.
Soluzioni alternative ci
sono e sono tutte da
vagliare. Si chiede al
Sindaco e alla sua
Giunta di rendersi
disponibili ad aprire un
serio confronto, ma solo
se la volontà politica è
orientata a trovare
soluzioni che vadano,
inequivocabilmente,
verso la garanzia della
continuità dei servizi
per i cittadini e verso
l’occupazione delle
lavoratrici in
questione.
Cgil-Cisl
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