Giulianova, 5.04.2012 -
Nel comunicato del
febbraio scorso avevamo
già mostrato quali erano
i veri scopi della
Giunta Mastromauro nel
promuovere il sondaggio
deliberativo (è
presente sul sito
www.ilcittadinogovernante.it). In sintesi gli amministratori avevano un grosso
problema: un Bilancio
fuori controllo per non
aver condotto nel corso
degli anni una politica
delle Entrate rigorosa
ed equa e una
politica della Spesa
oculata e responsabile.
Per riequilibrare hanno
deciso di vendere i
gioielli di famiglia ma
non volendo assumersene
la paternità hanno
coinvolto i cittadini in
nome della
partecipazione (chi può
mai essere contro?). Ma,
tra i mille possibili
temi, su cosa sono stati
interpellati i
cittadini? “Il patto di
stabilità” forza oscura
che si accanisce contro
la nostra città e che ci
impone di vendere e
quindi: “cari cittadini
cosa vi volete vendere,
partecipando?”
A detta degli esperti per la significatività
statistica erano
necessari almeno 145
cittadini invece appena
34 hanno partecipato e
solo 26 hanno espresso
un voto. Nonostante ciò
si è voluto lo stesso
far andare avanti questo
esecrabile tentativo
propagandistico mettendo
in estremo imbarazzo i
lodevoli cittadini che
hanno risposto alla
richiesta di
partecipazione (tali
ovviamente sono sia i 34
che hanno partecipato,
come tutti gli altri che
non hanno ascoltato le
trionfalistiche e
mistificatorie
dichiarazioni degli
amministratori).
La partecipazione è una cosa seria, decisiva per
la democrazia, ma chi
dice di promuoverla deve
fornire tutte le
informazioni (e non solo
alcune) affinché nei
cittadini ci sia piena
consapevolezza sul tema
da affrontare,
altrimenti il tutto si
trasforma in una
operazione populistica e
di propaganda tesa al
rafforzamento di chi è
al potere con una grave
mancanza di rispetto nei
confronti dei cittadini
strumentalizzati.
Allora, correttamente,
la domanda vera doveva
essere: c’è una crisi
finanziaria in Comune,
come la risolviamo?
Curando di più le
Entrate? E quali di
esse? Riducendo la
Spesa? E quale voce in
particolare?
Invece nel sondaggio deliberativo è stato deciso
dalla Giunta che l’unica
possibilità concessa era
quella di scegliere
quali vendere tra sei
aree pubbliche destinate
a creare qualità urbana,
cioè vivibilità
cittadina! Ne sono state
scelte tre. Ma se il
prossimo anno non si
apporteranno radicali
correttivi al Bilancio
comunale sullo sperpero
di milioni di euro come
nella gestione dei
rifiuti,
nell’esternalizzazione
del trasporto
scolastico, nelle opere
inutili o malfatte (già
successo per piazza
Buozzi, corso Garibaldi,
lungomare ovest,
anfiteatro dietro al
municipio, parcheggio
davanti al Caprice etc.)
e non si chiederanno le
previste milionarie
spettanze in ambito
urbanistico, occorrerà
vendere anche le altre
tre. E allora è lecito
chiedere su cosa avrà
inciso la volontà dei
cittadini? Praticamente
su niente. Insomma una
gigantesca presa in
giro. Tra l’altro, essi
non potevano nemmeno
opporsi: o votare sì o
astenersi. E poi, chi
rappresentava l’altro
punto di vista come
accade in consiglio
comunale, dove non c’è
niente di “appiattito”
viste le battaglie che
vi conduciamo in difesa
di tutti i cittadini?
Forse risiede in tutto
ciò il motivo per cui
ben 111 dei 145
invitati hanno
declinato l’invito a
partecipare al sondaggio
deliberativo. Cioè hanno
detto no.
Una riflessione va poi fatta su questo uso
disinvolto dei terreni
che man mano il Comune
ottiene in cessione per
realizzare spazi
pubblici (verde urbano,
piazze, impianti
sportivi, parcheggi
pubblici). Si cominciò
con la vendita del
Pioppeto, non è
possibile, però,
continuare su questa
strada. Intanto,
ricordiamo ai Giuliesi
alcuni fatti che
intrecciano aspetti
urbanistici ed aspetti
finanziari e cioè:
Mancata richiesta di
circa 7 milioni di euro
nel PRUSST ex SADAM che
il Comune deve ottenere
per legge.
Mancata monetizzazione,
per qualche milione di
euro, dei numerosi
aumenti dei parametri
urbanistici concessi in
variante al PRG nell’ex
ADS-FOMA.
Donazione di 3000 mq. in
E2 (zona nord, degli
alberghi) ad una
associazione privata.
Concessione ad un
privato per 30 anni di
1000 mq. (valore circa
800.000 euro) di parco
dell’Annunziata per
compensare un debito del
Comune di soli 21.000
euro!
Valutazione sottostimata
dei terreni di cui è
stata decisa la vendita,
considerando che sono
stati collocati in zona
B (non ci sono cessioni,
opere di urbanizzazione
già esistenti)
Poi, riteniamo che le aree pubbliche debbano
rimanere tali perché
servono a realizzare una
città vivibile. Con la
vendita non si
rispettano nemmeno gli
standard urbanistici e
nei pressi del centro
sportivo di Via
Ippodromo si estenderà
ulteriormente la
cementificazione. Solo
in casi eccezionali, per
emergenze finanziarie,
si può pensare ad
eventuali alienazioni
con adeguati
corrispettivi economici
a favore del Comune.
Prima però si ottengano
tutte le spettanze
previste (nelle
operazioni urbanistiche)
e si recuperino le aree
pubbliche regalate a
privati. Solo così si
tutelano gli interessi
generali in un momento
in cui i comuni hanno
gravi difficoltà
finanziarie. |