Giulianova,
28.8.2012 -
Apprendiamo
dalla stampa che il
Sindaco Mastromauro
esprime disappunto per
la fisionomia di un
nuovo edificio da
realizzare, previa
demolizione della
palazzina esistente, in
via Gramsci angolo
via Cesare Battisti,
affermando che il
progetto "ultramoderno"
sembra " fare a pugni
con il contesto in cui è
inserito". Naturalmente
l'osservazione è
condivisibile, visto che
l'intervento, per la sua
vicinanza al centro
storico, inciderà
sull’estetica di uno dei
suoi ingressi.
La Sezione locale di
Italia Nostra è
intervenuta in modo
puntuale sul tema,
spiegandolo e
circostanziandolo, così
da portare a conoscenza
della cittadinanza utili
elementi di riflessione
e proposte.
Quel che resta poco comprensibile è il fatto che un sindaco,
passeggiando come un
comune cittadino lungo
le vie della città che
amministra ormai da
anni, si sia scoperto
sorpreso e contrariato
per le caratteristiche
di un edificio il cui
progetto ha completato
l’iter procedurale.
Eppure proprio lui avrebbe potuto prevenire tali situazioni:
1) Mettendo in campo specifiche competenze negli uffici comunali e
nella commissione
edilizia al fine di
valutare negli
interventi urbanistici
la continuità di
caratteri architettonici
e gli equilibri di
contesti anche e,
soprattutto, nei singoli
edifici che non
rientrano nelle zone già
normate e vincolate.
2) Interpellando preventivamente La Soprintendenza per i Beni
Architettonici e
Paesaggistici
dell’Abruzzo affinché
accertasse l’esistenza
dell’interesse culturale
per l’edificio (come
accadde per la scuola
Acquaviva).
Ma ciò non è accaduto. Magari una maggiore attenzione avrebbe
potuto evitare
l'insorgere di un
possibile contenzioso
con conseguenti costi e
situazioni di
incertezza.
Infine ci chiediamo perché il sindaco non abbia fatto le stesse
riflessioni qualche anno
fa quando come assessore
ai lavori pubblici
promosse la
ristrutturazione di
piazza Buozzi che ha
deturpato
irreversibilmente il
cuore della Giulianova
rinascimentale
nonostante i tanti
suggerimenti che
all’epoca furono dati.
Ci auguriamo, però, che
questa tardiva svolta
verso la qualità
urbanistica ed
architettonica sia
definitiva. L’imminente
passaggio sulla VAS per
la Variante al PRG
costituirà un buon banco
di prova e così vedremo
se è oro tutto quello
che luccica.
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