TERAMO,
12.2.2016 -
Un documento
firmato Opes (Osservatorio dello sviluppo) da
presentare al Gruppo nazionale di
coordinamento
dell’area di crisi Vibrata-Tronto-Piceno,
l’organismo che dovrà redigere i termini
dell’Accordo quadro con le Regioni.
“Un
documento politico, il nostro, non obbligatorio
ma di cui non si potrà non tener conto visto che
è rappresentativo di tutti i portatori di
interesse e che contiene i suggerimenti raccolti
direttamente dagli imprenditori in questi cinque
mesi di lavoro”
ha spiegato il presidente Renzo Di Sabatino,
questa mattina, alla riunione dell’Opes,
riunione convocata per fare il punto sullo stato
di avanzamento del progetto e fare sintesi sulle
esigenze emerse in cinque mesi di incontri.
Esigenze non
solo della Vibrata perché la Provincia sta
lavorando anche al riconoscimento di un’area di
“crisi semplice”. I criteri per la scelta, in
questo senso, sono piuttosto stringenti e
dettati dal Ministero dello Sviluppo anche se
poi a deliberare deve essere la Regione Abruzzo.
Le aree di crisi semplice possono essere scelte
fra i <sistemi locali di lavoro> individuati
dall’Istat: a Teramo ce ne sono quattro oltre la
Vibrata, e sono quelli di Atri, Pineto, Silvi;
Giulianova, Mosciano, Roseto, Notaresco e Morro
D’oro; Teramo e i Comuni dell’area interna (21
complessivi); i comuni della Val Fino che però
stanno insieme con Vestina.
Come
ha specificato il
vicepresidente della Regione,
Giovanni Lollipresente
all’incontro di stamani “L’unica
area che non sfora il criterio demografico è
quello di Giulianova, non abbiamo ancora deciso
anche perché siamo consapevoli dell’impatto
anche politico di questa decisione. Se ci sono
altre valutazioni fatemele conoscere al più
presto”.
“I comuni
della Val Fino rientrano nell’area di crisi
semplice dell’area vestina –
ha
spiegato il presidente Di Sabatino
– noi stiamo ancora lavorando per verificare
margini di flessibilità degli indicatori
ministeriali ma è possibile che la Regione
scelga Giulianova perché è l’unica area che
rispetta gli indicatori individuati”.
Per quanto
riguarda la Vibrata entro la fine dell’anno
Invitalia – soggetto attuatore del progetto –
bandirà una manifestazione d’interesse per
“misurare” l’attenzione e l’interesse delle
imprese; a dicembre si dovrebbe firmare
l’Accordo quadro con le Regioni e a febbraio
dovrebbero uscire i primi bandi.
Al
finanziamento del Governo (non ancora
quantificato ufficialmente ma che ci si auspica
sia sui 20 milioni di euro) si affiancherà
quello della Regione Abruzzo che ha stanziato 23
milioni di euro per aree di crisi complesse e
semplici. E’ probabile che la Vibrata possa
contare su altri 4/5 milioni di euro regionali.
“Poi però ci sono gli aiuti de minimis e i bandi
Fesr: noi in autunno siamo pronti poi possiamo
anche decidere che i tempi debbano coincidere
con quelli di Invitalia”. Le prime misure
regionali a sostegno del mondo produttivo
riguarderanno: ricerca; aree di crisi; credito.
Il nodo del
credito – non più i tassi di interesse, già
bassi, ma proprio l’accesso – è il primo dei
punti “delle cose da chiedere e che rilevano gli
imprenditori” nel report preparato dalla
Provincia, condiviso stamattina dall’Opes e che
diventerà un documento ufficiale da inviare a
Regione e Coordinamento nazionale area di crisi
Vibrata-Tronto-Piceno.
Sul
credito, questa la proposta uscita stamattina
anche grazie alla disponibilità della Regione, “si
potrebbe prevedere un progetto pilota
incontrando il sistema del credito e i Confidi
con un intervento del Fondo centrale di garanzia”.
Altro tasto dolente, per gli imprenditori: i
tempi, sempre troppo lunghi che spesso
compromettono la buona riuscita degli
interventi. Fra le proposte quella di
riconvertire luoghi esistenti – come il centro
fieristico di Sant’Egidio – per trasformarlo in
un laboratorio di servizi avanzati – marketing,
comunicazione, design, internazionalizzazione –
che possa essere utilizzato da tutte le imprese;
poi formazione, valorizzazione della filiera
dell’automotive e di quella del manifatturiero.
“Vogliamo far
tesoro di quanto accaduto in altri territori di
crisi dove non sempre gli interventi di
Invitalia hanno incrociato le esigenze del
territorio, evitando le criticità già rilevate”
ha chiosato Di Sabatino che, anche per
valorizzare le risorse all’interno dellOpes
(associazioni datoriali, sindacati, istituti di
ricerca, università) ha proposto l’istituzione
di tavoli di lavori su specifici argomenti. |