L'AQUILA,
9.10.2016
–
«Da un
sottosegretario con delega all’ambiente mi sarei
aspettata una risposta più seria e
intellettualmente onesta della nenia
“E’
colpa della Raggi!"»,
replica Sara
Marcozzi, capogruppo M5S a
Mario Mazzocca
insistendo nella richiesta di dimissioni alla
luce dell’emanazione del Decreto della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, attuativo
del Decreto Sblocca Italia, che conferma
l’intenzione del Governo Renzi di installare un
inceneritore in Abruzzo.
«Mazzocca
sa che l’ultimo Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti risale al 2007 in violazione dell’art.
199 c. 8 del Codice dell’Ambiente, secondo cui
il piano si sarebbe dovuto adeguare entro il 12
dicembre 2013. Anche per questo motivo, pendono
procedure di infrazione UE. Sa bene che nella
bozza del decreto attuativo (dell’agosto 2015)
gli inceneritori previsti erano 11 e che, avendo
le regioni Liguria,
Piemonte e Veneto adeguato i rispettivi PRGR,
sono riuscite a scongiurare il pericolo
inceneritore.
Tanto è vero che oggi gli inceneritori previsti
nel decreto ministeriale sono solo 8. Questo è
quello che chiedemmo a Mazzocca in più occasioni
e che Mazzocca non ha ancora fatto -
continua Marcozzi - Nel vigente PRGR è
previsto che, al raggiungimento della soglia del
40% di raccolta differenziata, la Regione possa
decidere di far ricorso all’incenerimento in
impianti dedicati. Per questa ragione, il M5S
depositò il 13 ottobre 2015 la proposta
di legge n. 168/2015,
in attesa dell’approvazione del nuovo Piano, per
modificare, eliminandola, questa possibilità
(http://iter.crabruzzo.it/crabiterfo/showRicerca.do).
Medesima richiesta, di
modifica del piano o di approvazione del nuovo,
fu da noi ribadita durante la seduta di
consiglio straordinario del 29 febbraio 2016.
Nulla di ciò è stato fatto né preso in
considerazione».
«Il 5 ottobre 2016, a un anno dal deposito della
nostra proposta di legge, viene pubblicato il Decreto
della Presidenza del Consiglio dei Ministri in
cui all’allegato III in
cui, relativamente alla nostra regione, si
legge: “(…) Il
Piano regionale di Gestione di Rifiuti vigente
prevede che l’incenerimento di frazioni non
altrimenti riciclabili in impianti dedicati è
ammissibile al raggiungimento della media del
40% di raccolta differenziata. Atteso che, ad
oggi, tale livello si attesta sulla percentuale
del 46,1%, risulta giustificata la realizzazione
di un nuovo impianto da 120.000 tonn/anno, tale
da soddisfare le esigenze regionali"
(http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/10/05/16A07192/sg).
Dal testo del decreto
ministeriale, dunque si evince facilmente che la
previsione di un inceneritore è causata dalla
mancata modifica del Piano regionale di Gestione
dei Rifiuti e che l’impianto dovrebbe servire
esclusivamente a soddisfare il fabbisogno
regionale».
«La Raggi e Roma non c’entrano nulla! La scelta
degli inceneritori è del Governo Renzi e la
colpa dell’inceneritore in Abruzzo è
riconducibile all’inerzia del Governo regionale.
Mazzocca farebbe bene a concentrarsi sulla sua
regione, piuttosto che accampare scuse che non
hanno i piedi per camminare. Delle due l’una, o
il sottosegretario Mazzocca non ha letto il DPCM
del 5 ottobre o è disonesto intellettualmente.
In entrambi i casi, deve dimettersi! Nel
frattempo, la prossima settimana, mi recherò
personalmente in procura per depositare un esposto su
tutte le inadempienze di Regione Abruzzo in tema
di rifiuti».
Contro l’inceneritore resta ancora una speranza
«Avverso
il decreto Sblocca Italia pendono numerosi e
fondati ricorsi avanti la Corte Costituzionale,
purtroppo, però, il contenuto del decreto è
stato calato all’interno della Riforma
Costituzionale Renzi-Boschi-Verdini, dunque, se
vogliamo scongiurare definitivamente il pericolo
inceneritore, non ci resta che votare NO al
referendum del prossimo 4 dicembre»
conclude Marcozzi. |