PESCARA,
16.12.2016 –
Il Consiglio
di Stato ha emesso oggi, dietro ricorso di
alcune Associazioni Venatorie e della Regione
Abruzzo, una ordinanza che, nella sostanza,
conferma quanto già
disposto dai giudici del TAR di Pescara. Nel
dettaglio seppure vengono concessi 10 giorni di
caccia in più a gennaio ai turdidi (tordo
bottaccio, tordo sassello e cesena), viene
confermato che la caccia alla specie beccaccia
non può essere consentita oltre il 31 dicembre e
che quella ai turdidi non può in ogni caso
andare oltre il 10 gennaio.
A
costringere il WWF a opporsi era stato il
calendario della Regione Abruzzo che consentiva
invece di cacciarle fino al 19 gennaio. Per
questo l’associazione ambientalista aveva
presentato ricorso ai giudici del TAR per
riportare il calendario nella legalità, fermando
la pre-apertura e impedendo l’estensione del
periodo di caccia ad alcune specie.
Dichiara Claudio Allegrino, coordinatore
regionale delle guardie ambientali WWF:
«La
Regione emani ora un nuovo calendario con le
modifiche confermate dal Consiglio di Stato e
informi debitamente i cacciatori abruzzesi
affinché non vadano a caccia con le regole
ritenute illegittime dai giudici».
«Risulta davvero incomprensibile – aggiunge
l’avv. Michele Pezone che ha difeso le posizioni
del WWF - il tono trionfalistico usato a
commento dell’ordinanza dai difensori delle
associazioni venatorie che hanno proposto
l’appello cautelare. Il Consiglio di Stato ha
infatti confermato la statuizione del Tar
Abruzzo sulla chiusura della caccia alla
beccaccia al 31 dicembre anziché al 19 gennaio,
e ha prolungato il periodo di caccia per il
tordo bottaccio, sassello e cesena solo fino al
10 gennaio e non al 19 come richiesto dalle
associazioni venatorie. Di fatto l’ordinanza del
TAR Abruzzo ha ampiamente retto al vaglio del
Consiglio di Stato».
«L’ennesima
sconfitta delle associazioni venatorie e della
Regione Abruzzo – conclude Luciano Di Tizio,
Delegato regionale del WWF Abruzzo - dovrebbe
far riflette la politica regionale sulla
inaccettabile gestione della fauna selvatica che
ha contrassegnato le due ultime legislature.
L’unica preoccupazione dei nostri amministratori
è stata quella di consentire la caccia a sempre
più specie e allungare quanto più possibile il
periodo venatorio. Una posizione assurda,
irrispettosa delle norme di legge, non condivisa
nemmeno dalla parte più attenta del mondo
venatorio, e inevitabilmente soggetta alla
bocciatura della magistratura. Ci auguriamo che
la Regione cambi finalmente passo,
nell’interesse di tutti e in particolare della
fauna selvatica che è, non ci stancheremo mai di
ripeterlo, patrimonio della collettività dei
cittadini e non trastullo della piccola
minoranza dei cacciatori». |