pescara,
26.7.2018 -
Ancora una volta – scrive il WWF
Italia in una nota diffusa ieri a livello
nazionale - fatti concreti per la tutela della
fauna selvatica e il rispetto delle leggi
italiane ed europee sulla biodiversità arrivano
dai giudici e dalle organizzazioni che
proteggono la natura, come il WWF: purtroppo le
ragioni dell’ambiente e della fauna selvatica
hanno più attenzione nelle aule dei tribunali
che nelle scelte delle regioni. Oggi
il Tar Umbria ha comunicato che con l’ordinanza
del 24 luglio è stato accolto il ricorso del WWF
Italia,
curato dall’avvocato Maurizio Balletta, contro
il calendario venatorio della Regione Umbria per
la stagione di caccia 2018/2019. La Regione che
ha dato i natali a San Francesco (protettore
degli animali) ha approvato, tra i vari elementi
negativi, l’apertura anticipata della caccia a
diverse specie ai primi di settembre, pur
essendo il Piano faunistico venatorio scaduto e
non essendoci quindi una preventiva
pianificazione basata sui monitoraggi sulle
specie.
Per fare il solito “regalo” ai
cacciatori la
Regione Umbria voleva anticipare la caccia senza
avere alcuna reale informazione sullo stato
delle specie,
condannando migliaia di capi a
morte certa semplicemente perché così chiedeva
il mondo venatorio, una piccola minoranza
rispetto alla stragrande maggioranza di
cittadini che chiedono addirittura l’abolizione
della caccia.
La decisione del Tar Umbria è un
primo risultato positivo che
il WWF vuole dedicare alla memoria del giudice
Maurizio Santoloci, straordinario giurista umbro
che fu impegnato nella tutela della fauna e che
è considerato a ragione uno dei padri del
diritto ambientale in Italia.
E questa decisione deve essere un
monito,
non solo per gli amministratori umbri, ma anche
per quelli delle altre Regioni. Se le Regioni
continueranno ad emanare atti non conformi alle
leggi di tutela della fauna selvatica e non
appronteranno provvedimenti che limitano le
forme di caccia rendendole “sostenibili”, il WWF
continuerà ad utilizzare la via giudiziaria per
difendere la fauna e il diritto, anche inviando
esposti alla Corte dei Conti contro i pubblici
amministratori che, con le loro scelte non
conformi alle normative di settore, provocano
notevoli danni non solo agli animai selvatici,
ma anche alle tasche dei contribuenti.
Intanto anche in altre regioni c’è una forte
mobilitazione.
In Sardegna WWF, Italia Nostra e Lipu hanno
duramente criticato il calendario venatorio che
non prende in considerazione nessuna delle
indicazioni dell’ISPRA;
il WWF in Abruzzo ha scritto alla Regione le
proprie osservazioni definendo il calendario
venatorio predisposto “Un regalo ai cacciatori”,
con preaperture e prolungamenti dei periodi di
caccia. |