Cosa chiede al calcio Marco Giampaolo?
Un cambio di mentalita’ che coinvolga
soprattutto le scuole calcio ed i settori
giovanili. Credo che ci sia bisogno di un
protocollo di lavoro che unisca tutte le squadre
minori, affinche’ ogni calciatore, a prescindere
dalla propria specificita’, sappia riconoscersi
dentro quella mentalita’ di cui parlavo prima.
Riconoscersi e’ l’obiettivo!
E’ vero che quando l’Amministratore delegato
della Juventus, Blanc, ti chiese “Si sente di
guidare la Juve?”, gli rispondesti “E Lei si
sente di sostenermi nel momento di difficoltà”?
Si, e’ vero.
Risponderesti di nuovo così, oggi?
Si, assolutamente.
E’ stato quello il motivo dell’occasione perduta
alla Juve?
No, assolutamente no.
Cellino ha suscitato in te rabbia, orgoglio,
mortificazione, o cosa?
A Cagliari sono stato un allenatore di
“rottura”, e mi riferisco alla mentalita’ di cui
parlavo prima. L’esonero, assolutamente
immotivato sul piano tecnico, del lavoro e dei
risultati, ha suscitato in me una serie di
sentimenti: rabbia e delusione prima, orgoglio
dopo.
Cito tre valori umani e professionali: Coerenza,
Dignità e Orgoglio…Te li riconosci?
Non so se a torto o a ragione, spesso sono stati
principi che mi hanno portato all’interruzione
dei miei rapporti professionali
E nel mondo d’oggi, del calcio in particolare,
sono pregi o difetti?
Diversi anni fa erano pregi. Oggi sono cambiati
tutti i rapporti di appartenenza, le gerarchie e
il rispetto dei ruoli. Le Societa’, i
calciatori e gli allenatori, solo per citare
queste tre componenti, devono rispondere ad
esigenze ed interessi diversi. Il problema e’
capire qual e’ il confine della Tua Credibilita’,
perche’ oltre quel confine si rischia di perdere
quei valori umani di cui sopra.
Giovane ed emergente, ma con tante stagioni alle
spalle, dal Giulianova al Treviso, dall’Ascoli
al Catania, dal Siena al Cesena…Quando la grande
squadra?
Chissà. Credo che allenare nella massima serie
sia molto selettivo ed e’ importante “resistere”
per tutta la stagione calcistica. Poi, dopo
questo primo traguardo, bisogna incrociare la
congiuntura giusta. Alcune volte la prima non
coincide con la seconda e viceversa.
Quale errore non ricommettesti?
Non lo so. Sul piano caratteriale e
comportamentale quelli che sono pregi alcune
volte rappresentano difetti e viceversa. Nelle
scelte professionali sono abbastanza fatalista,
la differenza la fanno gli uomini con i quali
lavori. Nella pratica lavorativa di errori se ne
commettono, sempre, l’ ideale e’ farne il meno
possibile.
E quale scelta rifaresti?
Tutte le scelte professionali sono state un
arricchimento, anche quelle meno felici.
Chi era Giampaolo giocatore, chi è Giampaolo
allenatore?
Un giocatore mediocre aiutato da uno stile di
vita professionale, sostenuto da una buona
caparbieta’.
Giampaolo allenatore? Te lo diro’ quando
smettero’!
Chi consideri i tuoi veri maestri? E per quali
ragioni?
Il calcio con le sue metodologie di lavoro e’ in
continua evoluzione. In virtu’ di questo, ogni
allenatore con il quale ho avuto il piacere di
lavorare mi ha insegnato qualcosa,
contestualmente al preciso momento storico. Nel
settore giovanile del Giulianova ricordo
l’attenzione allo “stile”, all’aspetto
comportamentale, che poi ha rappresentato la mia
formazione di calciatore e di allenatore. Nelle
squadre in cui ho militato da calciatore
conservo ancora appunti scritti, da Giorgini a
Sonzogni, il primo e l’ultimo dei miei
allenatori. Negli anni precedenti a quella che
e’ la mia attivita’ di allenatore, ho cercato di
aggiornarmi attraverso coloro che, a mio modo di
vedere, proponevano metodologie e idee
all’avanguardia. Posso citare Galeone, il piu’
qualitativo fra tutti, amante del senso estetico
del calcio; Sacchi, per l’idea del collettivo,
della squadra che vince, dell’organizzazione del
lavoro; Delneri, per l’organizzazione della
linea difensiva, assolutamente innovativa,
ancora all’avanguardia, difficilmente imitabile;
Rossi, per la dedizione al lavoro,
l’organizzazione degli step d’allenamento, la
capacita’ di essere autosufficiente, il
pragmatismo che lo ha contraddistinto negli
ultimi anni; Spalletti, per la capacità di
applicare una metodologia di lavoro su misura
per una squadra di fuoriclasse, il giusto mix
tra l’aspetto ludico e quello del lavoro;
Prandelli, per la disponibilita’ e l’educazione.
Tecnicamente completo in tutte le fasi di gioco.
Infine, ma non ultimo per importanza, Adriano
Buffoni, colui che mi ha permesso di esprimere
le mie idee. Mi disse “tu allena, il
responsabile sono io...”
da sinistra, Marco Giampaolo con Marino
Camaioni e Nobile Capuani,
Direttore Sportivo e Presidente
del nuovo Settore Giovanile del Giulianova
Supervisore
del settore giovanile del Giulianova: come e
perché?
Supervisione non e’ il termine piu’ appropriato.
L’impegno che ho assunto, nei confronti di un
gruppo di ragazzi nei quali ho percepito
passione e idee e che probabilmente sanno del
mio debole per il “settore giovanile”, e’ stato
quello di stipulare un protocollo di lavoro,
attraverso la consulenza e la formazione di
alcuni miei collaboratori e conoscenti,
affinche’ tutte le squadre del nostro settore
giovanile sappiano riconoscersi dentro un’idea
di gioco
Non è per caso che studi da presidente di un
futuro Giulianova?
No, pero’ mi piacerebbe vedere una societa’ di
calcio che abbia la “sua casa”, che sappia
“unire” e che sia riconoscibile per la qualita’
della “sua scuola”
Tu l’uomo dell’equilibrio tattico, tuo fratello
Federico il talento. Messi insieme quale
giocatore ne uscirebbe fuori? Un nome come
esempio?
Meglio il talento rispetto all’equilibrio, se
non altro per l’unicita’ che puo’ esprimere.
Un nome? Seedorf, mi viene in mente lui.
Cos’è per te Giulianova: il brodetto di Giovanni
Beati, le chiacchierate di calcio con Andrea
Iaconi, il tuffo nel settore giovanile...
Se me lo avessi chiesto senza citarli ti avrei
detto tutte e tre le cose. Giovanni, se non si
"industrializza", rimane il numero 1! Eppoi ha il
pregio che con me non parla mai di calcio.
Andrea e’ tra i migliori conoscitori di calcio
con i quali io abbia mai parlato, e posso dire
di aver avuto colloqui di lavoro con i migliori
direttori sportivi italiani. Il Settore
Giovanile rappresenta la mia infanzia, la mia
formazione professionale, i primi passi nel
mondo dello sport, i miei sogni…tutte cose
attraverso le quali nutro soltanto passione
Dove arriverà il tuo Cesena?
Spero che mi dia la possibilita’, attraverso un
campionato onesto, di realizzare i sogni di oggi
e quelli di domani… |