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GIULIANOVA, 2011 - Conosciamo Mauro Bocchi, ballerino e coreografo emergente. La  determinazione e la passione per la danza lo fanno accostare al protagonista del film di Stephen Daldry

 

 

 

Giulianova ha il suo Billy Elliott

 

di Ludovico Raimondi

 

Mauro, cos’è la danza per te: un sogno, una passione, un salvagente professionale?

La danza per me è come il respiro, indispensabile per nutrire la vita di un essere umano. In nome di quest’ ultima ho fatto tanti sacrifici per potermi realizzare professionalmente, ma ognuno di essi lo rifarei per altre mille volte. Un sogno, una passione, una professione tutte e tre le cose. Un sogno perché mi permette di creare una realtà parallela nell’ elaborazione delle mie coreografie e anche un'ambizione per andare sempre più in alto verso una crescita costante; una passione perché senza questa componente non si potrebbe mai avere l’ idea di fare questo lavoro perché comporta tanti lati positivi ma anche molti negativi; un salvagente professionale perché attualmente è il mio lavoro e credo lo resterà per tutta la vita.

 

Se ti paragono, per determinazione e spirito di libertà, al Billy Elliott del film di Stephen Daldry vado lontano dalla realtà?

Ho visto questo film bellissimo un paio di volte. Lo spirito di libertà e la determinazione sono sempre state due cose che ho sempre posseduto naturalmente. Per queste due componenti soprattutto per lo spirito di libertà ho pagato spesso e volentieri il giudizio gratuito delle altre persone, quindi no, non vai lontano dalla realtà del film. Nella danza ho sempre avuto costanza e voglia di arrivare.

 

Nel film, il padre di Billy si oppone alla vocazione di ballerino del figlio, poi lo sostiene e ne diventa fiero: è successo anche con te, con i tuoi?

A dire il vero ho avuto sempre la fortuna di avere due genitori che non  hanno mai ostacolato nessuna delle mie scelte nella vita. Certo, possono ogni tanto non essere d’accordo con tutto quello che faccio, ma non si sono mai permessi di negarmi nulla. Credo che questa sia una cosa molto importante per un ragazzo, soprattutto per chi vuole avvicinarsi al mondo della danza. Nella nostra cittadina ci sono troppi pregiudizi, quindi pochi ragazzi decidono di intraprendere questo tipo di percorso.

 

Quali sono le occasioni che hai colto, quelle che avresti voluto cogliere, quelle che ti sono passate davanti e le hai fatte scivolare via?

Come dicevamo prima ho avuto sempre molta determinazione nella danza ma anche nella vita, quindi ho colto quello che dovevo cogliere, ho colto quelle che mi sono passate davanti e ho fatto scivolare via quello che non mi convinceva o che non corrispondeva  al mio modo di essere.

 

Chi è in realtà il tuo “mito” della danza?

Bella domanda. Ci sono veramente tantissimi grandi che adoro,quindi rimane veramente difficile poter dare un nome rispetto all’ altro;  preferisco dirti che attualmente il coreografo che ispira di più il mio modo di concepire la danza è Jiri Kyliàn direttore artistico del Nederlands Dans Theatre. Ho in programma di andare a studiare la settimana dopo Pasqua con lui vicino Amsterdam.

 

Quanto è difficile farsi strada nel settore, e perché?

Il settore è pieno di tante persone attualmente che hanno bisogno di lavorare. Purtroppo molti scendono a compromessi, piuttosto che far rispettare la propria dignità morale e caratteriale o semplicemente il proprio pensiero. Io credo che per farsi strada bisognerebbe trovarsi al posto giusto e al momento giusto. Con questo non voglio dire che gli asini piovono dal cielo, ma semplicemente che oltre la bravura, le doti artistiche, uno deve avere anche un pizzico di fortuna. Questa crisi sta distruggendo qualsiasi tipo di attività anche quello dell’ arte; ci sono pochi finanziamenti e il lavoro purtroppo diminuisce per tutti. Poi ci sono i classici raccomandati, chi lavora per conoscenze, insomma credo che queste cose facciano parte un po’ di tutto quello che accade in tutti i lavori.

 

Tu sei arso dal sacro fuoco dell’arte, sei persino diplomato al Liceo Artistico. Cosa volevi fare da grande? Dopo, cosa è successo?

Mi mandi in crisi con questa domanda. Allora, il mio desiderio finite le superiori era quello di proseguire con l’arte, avevo scelto l’ accademia di Brera, perché secondo me, otto anni fa era una delle più formative. Purtroppo (ma adesso posso dire anche per fortuna), ho avuto una serie di problematiche che hanno impedito il mio trasferimento per poter effettuare questo tipo di studi. Ho iniziato scienze del turismo a Giulianova, ma dentro sentivo il nulla, perché non avevo più quel mondo parallelo di cui ti parlavo prima. Da li, a diciannove  anni, ho preso un po’ per scherzo inizialmente a seguire un corso di danza da Mara Recinelli, che ringrazio con tutto il cuore. Da quel momento in poi sono rinato, ho dato l’anima per la danza. Ho lasciato l’ università con tutti gli esami del primo anno fatti e con una media altissima per buttarmi in quella che adesso mi sta ripagando di tutti i miei sacrifici. Sono felice della mia scelta e amo quello che faccio.

 

Cosa non concede Giulianova per valorizzare in pieno i suoi talenti?

Giulianova purtroppo non dà tante possibilità se parliamo di danza. Basti pensare al fatto che non abbiamo neanche un teatro all’ interno del nostro paese. Ma come si può non avere un luogo dove poter ospitare delle compagnie di danza, di attori ecc non è proponibile. Inoltre se qualcuno ha un progetto da esporre al comune, il comune ti impone di proporre progetti a costi relativi o addirittura nulli, questa è un'assurdità; un'assurdità perché non avendo un minimo di spese non si realizzano progetti di qualità e poi in secondo luogo si rischia di cadere nel banale proponendo sempre le stesse cose. Non se ne può più di vedere realizzate cose che riguardano poco i giovani. Giulianova non è fatta solo di persone adulte e i giovani vanno ascoltati. Ecco il perché tutti ad una certa età scappano il più velocemente possibile. Anch’ io sono stato costretto a fare ciò. Quindi tornando alla domanda credo che Giulianova per valorizzare in pieno i suoi talenti deve aprire la sua “mentalità”. 

 

Ti sei posto un traguardo?  

Si. Il mio obbiettivo è di formare un giorno una compagnia teatrale di danza contemporanea, da portare in tutti i teatri d’  Italia. Per adesso, ho formato una piccola compagnia chiamata “Lotus Ballet”.

 

Quale pegno saresti disposto a pagare per raggiungerlo?

Nessuno.

 

I tuoi progetti immediati e futuri?

Per adesso il mio obbiettivo primario è la scuola che  sto aprendo a Fabriano, partirà con i suoi corsi a settembre. Nell’ aria ci sono delle collaborazioni importanti a Roma ad aprile ma preferisco per adesso non dire nulla.

 

Chi è Mauro Bocchi

Nato a Giulianova il 30 marzo 1983, vive a Roma. Conseguita la Maturità artistica, si è iscritto all’Università del Turismo, che ha lasciato per dedicarsi alla danza, alla quale si è avvicinato presso la scuola "Danza Etoile" di Mara Recinelli. Tecniche dal Classico al Contemporaneo, dal Moderno all’Hip Hop. Ha seguito stage importanti, ha ottenuto diverse borse di studio e, soprattutto, numerosi Premi e riconoscimenti: vincitore di concorso come coreografo categoria senior e junior “Momenti Magici” FederClubs Roma; danza contemporanea nel 2006 e 2007, e nel 2010 vincitore del concorso Città di Macerata. Tra le sue esperienze: nel 2008 ha lavorato come ballerino nella sigla tv “Ascolta il tuo cuore” de “La sai l’ ultima” con Lorella Cuccarini, nel concerto di Elisa al Palalottomatica di Roma; come figurante ballerino in “Questo piccolo grande amore”, uscito al cinema l’11 febbraio 2009, tutti sotto la regia di Luca Tommassini; come ballerino al “Festival del Cinema 2008” di Roma, alla presentazione del film :”High school musical 3” (coreografia di Mauro Nati). Ha iniziato ad insegnare nel 2003 in diverse scuole di danza in Abruzzo, ha formato un gruppo lotus ballet  che porta in vari concorsi in tutt' Italia. Chiamato ultimamente  per  l'evento Super Summer come coreografo al fianco di ospiti di fama internazionale, tra cui Black Eyed Peace. Ha ballato come ospite nello spettacolo Romeo e Giulio di Daniele Baldi, noto coreografo a livello nazionale di hip hop al Teatro Greco di Roma. Attualmente insegna in diverse scuole in Abruzzo, a Roma e nelle Marche.
 
 
 
 
 

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