Adrien Viglierchio nel clic del noto fotografo
musicale Simone Cecchetti*
NEW YORK, 18.12.2012 -
Le interpretazioni del “Dodicesimo Pianeta” di
Adrien Viglierchio sono musica da vivere tutta
d’un fiato immaginando un percorso in crescita,
un viaggio della mente verso un pianeta ideale
dove tutte le creature potranno vivere in
armonia”.
Ha 37 anni, e forse non li dimostra, capelli ed
occhi castani, si è affacciato al mondo musicale
all’età di undici anni. Se Adrien non è stato un
bambino prodigio, è divenuto un adulto prodigio.
Diplomato al quinto anno di pianoforte al
Conservatorio di Torino, nel 1998 partecipa come
solista alla prima teatrale del Musical
“Gershwin inside me” al teatro Chiabrera di
Savona. Successivamente approfondisce lo studio
del canto lirico e del Belting e si dedica
professionalmente alle terapie olistiche
mettendo a frutto le esperienze musicali e
professionali per dar vita al suo disco
d’esordio utilizzando la voce come strumento
vibrazionale di comunicazione.
Adrien, la musica eleva l’anima o l’esaspera?
La musica è la sollecitazione dell’anima, è un
grande amplificatore della coscienza umana che,
in base al proprio stato d’animo, può elevare
l’Uomo verso la propria adrenalina evolutiva
oppure condurla verso una consapevolezza
esasperata in grado di donare importanti
risposte di guarigione personale.
Rimpiange l’adolescenza?
La mia adolescenza è la chiave della mia
evoluzione personale, all’età di 14 anni mi
accorsi di avere un problema di atrofia alla
muscolatura del mio polpaccio sinistro, che dopo
numerosi esami risultò stazionario e rappresentò
la motivazione e lo stimolo per intraprendere la
mia strada nel Campo delle Medicine Alternative.
Ho sempre avuto una famiglia straordinaria che
mi ha insegnato e accompagnato verso le mie
scelte autonome, le ringrazierò sempre
I suoi ideali?
Gli ideali di un essere umano dovrebbero vantare
una sana collaborazione tra i popoli. Gli ideali
sono l'equità e l'uguaglianza universale, la
pace nel mondo, lo scambio equo e non
speculativo di un servizio o di un bene che
l’uno può dare all’altro. La fratellanza è un
bellissimo ideale, che sarebbe tale se si
riuscissero a mettere da parte alcuni interessi
economici al fine di riconsiderare i veri
bisogni del Pianeta. Per questo idealmente ho
intitolato il Disco “Il Dodicesimo Pianeta”
perché voglio trasportare l’ascoltatore, almeno
idealmente, verso un Pianeta Migliore, un
Pianeta Verde.
Nella
vita, cosa più la incuriosisce?
La curiosità è lo stimolo di ogni giorno verso
la riscoperta. Sia di se stessi, che di ciò che
ancora dovrà accadere. Infatti il mio motto è
sempre stato che “Il Bello deve ancora Venire” e
in questo ci metto dentro la parola ARTE, che
trovo essere l’espressività profonda dell’essere
umano. Tra le espressioni artistiche mi
affascina il Cinema e i suoi retroscena, le
collaborazioni musicali e i primi istinti
geniali di un autore quando sta per creare un
capolavoro, la vestizione di un progetto che
sento dentro che potrà cambiare in meglio molte
persone. Sono curioso di vedere come una
Medicina Sonora come questa potrà migliorare un
pubblico altrettanto curioso.
Cosa la commuove di più?
Mi commuovono gli sguardi intersecati con la
persona che ami con pari intensità, che si
sommano in un attimo silenzioso che fa scendere
immediate lacrime di gioia. Magari alimentato da
una musica in sottofondo straordinaria, oppure
una scena di un film talmente perfetta e
comunicativa che anche alla centesima visione,
ti commuove come il primo giorno.
II successo chiama sempre il successo?
Il successo si può presentare sotto molte forme.
E non sempre ha la presunzione di voler essere
esponenziale, anzi, spesso il successo è dato
dalla maturità di riuscire a creare Arte
restando all’interno della propria “Bolla”
perfetta, ovvero lavorando con sincerità a
fianco alle persone che ami. E’ il miglior
ambiente per creare meraviglie. Ed è da qui,
sapendo che attorno a te ci sono sorrisi, che
quando si realizza un opera di successo si può
con serenità avviarsi verso il tuo percorso di
divulgazione. Ciò comporta, interviste,
recensioni, programmi, tournee ma soprattutto
giuste scelte, pulite e ponderate, che
garantiscono una riuscita raffinata che ti
trasforma in un artista centrato e più
consapevole.
La chiave del suo successo?
Beh, credo probabilmente che tra le mie
personali chiavi vi sia la delicatezza di
espressione, sia nel parlato che nel cantato, le
scelte legate alle sonorità ricercate, la voglia
di far intraprendere un viaggio sonoro alle
persone, l’esigenza di stimolarle a un ascolto
consapevole. Un'altra chiave importante è
sicuramente la mia sensibilità, raggiunta anche
con l’esperienza di Operatore Olistico del
Massaggio, l’aver trattato più di 6000 persone
in 18 anni comporta grande cura e premurosità
verso il prossimo e alimenta la brama di
conoscenza al fine di ottenere un sempre miglior
risultato di guarigione per loro, cosi con le
mani e il massaggio, oggi con la voce e il mio
messaggio.
Lo strumento più eclettico?
In Musicoterapia ho potuto conoscere l’esistenza
di molti strumenti vibrazionali tra cui le ormai
famose campane tibetane, il lettino armonico
sulla quale il paziente si adagia per ricevere
un massaggio sonoro. E da diversi anni pratico
il massaggio energetico spirituale, un
trattamento molto intenso e curativo
tramandatomi dal maestro Sri Govindan, compagno
di Ghandi, che consiste in una stimolazione
digito pressoria ai piedi collegata ai 7 chakra
principali che verranno risuonati da un percorso
sonoro dei Bija Mantra (Vibrazioni primordiali
che impattano l’organo stesso). E’ inoltre
curioso il percorso sonoro e meditativo che sta
avanzando l’HANG, un disco vibratorio prodotto
in svizzera che emette suoni di assoluta
primordialità interiore.
Si sente più libero sulla scena o nella vita?
Credo che la libertà sia fondamentale per vivere
nella serenità dei propri successi. Pertanto su
un palco si ha la certezza di una scaletta o un
percorso scelto oltre il quale non è opportuno
strafare, quindi si è liberi soltanto di
eseguire meglio una performance. Nella vita è
necessario amare per essere liberi.
Le sue fonti d’ispirazione? Anche per lei, come
per Voltaire, il lavoro e’ gioia?
Il Lavoro è l’opportunità di identificare se
stessi nei propri talenti. Tutti abbiamo punti
di riferimento dai quali prendiamo appunti e
metodo di studio, e non esiste la copia di
qualcuno, siamo assolutamente tutti diversi con
diverse personalità, l’importante è riuscire a
raggiungere un lavoro che dia gioia
nell’intraprenderlo e successivamente nel
ricrearlo.
La sua Musa più feconda?
La Musa ispiratrice è colei che in quanto donna
e femmina suscita la creazione di qualcosa. Beh
nel mio caso non stiamo parlando di una compagna
o moglie o ex, meravigliosa e femminile che sia,
ma piuttosto della mia mamma, col quale lavoro
in tutti questi 18 anni di esperienza Olistica,
è la persona più influente e straordinaria che
io conosca. Lei è madre, amica, compagna,
confidente, nonna, fidanzata. L’Angelo migliore
che si possa avere, con delle conoscenze
assolute e altamente quantiche. Grazie a lei
sono arrivate le maggiori ispirazioni del mio
lavoro Musicale e Olistico.
Osservando il suo programma futuro, si nota
un tour anche italiano.
Dove conta far tappa?
Vorrei presentarmi in Italia, ovunque, Ho molti
amici, anche in Abruzzo che ho visitato di
ritorno da un tour. Mi e’ rimasta nel cuore
Giulianova, un vero gioiello dove conto tornarvi
con mia moglie e mio figlio. Farò di tutto per
presentare un “successo”. Al momento mi viene in
mente un dettaglio che si potrebbe prendere in
considerazione, ovvero che il settimo brano del
Disco si intitola “Aquila”, come la citta’
abruzzese. In realta’ e’ un richiamo alla
protezione sul popolo. Grazie al suo sguardo a
360 gradi sull’intero Pianeta l’Aquila indurrà
l’ascoltatore ad una suprema beatitudine.
Traccia musicalmente pop, parla di un viaggio
sospesi nell’aria durante il quale non resta che
affidarsi allo sguardo d’insieme dell’Aquila per
percorrere con coraggio e determinazione una
nuova strada.
Un “motivo” dunque dedicato alla citta’ stessa
come rilancio ed augurio di speranza?
Esatto, un augurio di speranza dopo il Terremoto
recente
Rifarebbe quel che ha fatto?
Assolutamente Si, con gli stessi errori
illuminanti.
Il suo piatto preferito?
Beh sicuramente la Pasta, adoro il Pesto Ligure,
ma sicuramente anche i Maccheroni alla Chitarra
Abruzzesi. Ah e adoro le patate…cucinate in
qualsiasi modo. E poi presentatemi le cotolette
impanate con patate o classici americani e mi
farete felice.
Lino Manocchia |