GIULIANOVA, 6.4.2013 -
Nella chiesa del
Monastero benedettino
Santo Volto di
Giulianova, si è tenuto
ieri sera un incontro
pubblico in cui il
Priore Don Felice Poli,
con fervido entusiasmo,
ha esposto ai suoi
parrocchiani, accorsi
numerosi, il resoconto
dell’ultima missione
condotta a Butembo, una
cittadella del Kivu
Settentrionale, nella
Repubblica Democratica
del Congo. Un viaggio
avventuroso ed
emozionante compiuto dal
frate benedettino
insieme a due
collaboratori
appassionati, Egidio
Casati e Maurizio Nepi.
Il racconto è stato
accompagnato da
centinaia di foto e da
alcuni video, che hanno
reso possibile il totale
coinvolgimento dei
convenuti, i quali hanno
potuto constatare la
concretizzazione degli
obiettivi, che stavano
alla base della
missione. Ai monaci del
Monastero St. Benolt,
infatti, sono stati
donati un fuoristrada
Toyota bianco,
acquistato con il
prezioso contributo
dell’Associazione
“Insieme per costruire”,
e un impianto
fotovoltaico di
sessantasei pannelli
solari, installato sul
tetto di una struttura
adiacente all’edificio
religioso. A tal
proposito Don Felice ha
riferito che con il
sindaco di Butembo si
sta pensando di
estendere i medesimi
impianti ad altre
strutture del luogo,
prime fra tutte quelle
ospedialiere, dove
“operano medici
bravissimi e competenti,
il cui lavoro, però, è
ostacolato dalla
mancanza
dell’elettricità”.
L’elettricità. Nel
collegamento via Skype
con Don Giacobbe,
infatti, vi è stato un
momento alquanto
particolare: un suo
giovane confratello, con
quella gioia traboccante
propria dei bambini, ha
ringraziato Don Felice e
i fedeli “perché
finalmente c’è la luce e
posso studiare meglio”.
Parole che come una
folgore hanno squarciato
per un attimo le
quotidiane certezze e
sicurezze, cui tutti noi
siamo abituati. Le
immagini sul maxischermo
hanno mostrato una
terra, il Congo in
generale, e Butembo, in
particolare, ricca di
colori, il rosso delle
strade, il verde delle
piantagioni di thè e di
banane, gli abiti
variopinti delle donne e
dei bambini, una terra
ricca di sorrisi, di
speranza. Uomini che
caricano quantità di
caschi di banane o di
cassette sulle loro
biciclette, donne con
figli legati alla
schiena che trasportano
pesi di vario genere,
ragazzi in moto che
sfrecciano per le vie
della città: una
comunità che nonostante
le difficoltà e le
situazioni belligeranti
cui sono costrette, è
pronta a cantare e a
danzare con gioia e
allegria. A sognare di
poter avere un giorno la
possibilità di vivere
delle proprie risorse,
come dimostrano i tanti
ragazzi che lavorano
nella Scuola di
Falegnameria, aperta dal
Monastero benedettino
Santo Volto, con la
speranza di tracciare il
sentiero verso un futuro
migliore degli Africani
per gli Africani. |