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Il Mal d'Africa: Racconti di un giuliese dal Butembo

 

Emidio Casati dal sindaco di Butembo

 
Da Emidio Casati riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza della missione umanitaria in Congo nata dalla collaborazione tra il Monastero Benedettino Santo Volto e la città di Giulianova, nel monastero di St. BenoIt

Primi passi per colmare una grande distanza

Verso il gemellaggio Giulianova-Butembo

 

BUTEMBO (Congo), 21.3.2013 - Siamo patiti in tre! Don Felice Poli, priore del monastero santo Volto, Casati Egidio, “missionario laico” e il Tecnico Maurizio Nepi. Era il ventisette febbraio. Avevamo diversi obiettivi, portavamo con noi molte speranze e qualche timore. Ci precedeva un grosso container stracolmo di beni, soprattutto con l’occorrente per istallare un impianto fotovoltaico, sul Monastero San Benedetto e sull’annessa “Scuola dei mestieri” a Butembo. Era partito da Giulianova il 9 Dicembre 2012! Attraverso diversi canali seguivano con trepidazione le varie tappe della nave prima in Egitto, poi in Kenia e infine dall’Uganda con una potente motrice fino a Kasindi, il confine con la Repubblica Democratica del Congo. Provenienti da Entebe, speravamo di incontrarci con l’atteso nostro carico, invece abbiamo scoperto che la burocrazia vive e vegeta anche in Africa. Abbiamo atteso per ben sei giorni!

Non abbiamo perso tempo: per concretizzare l’idea del gemellaggio Giulianova - Butembo  dovevamo incontrare il Sindaco della città. Ci ha accolto con grande cortesia e cordialità. Abbiamo esposto i significati del progetto e i benefici che ne potrebbero derivare. Ha iniziato la sua risposta dicendo che da tempo stava aspettando una simile proposta. Ha redatto un documento indirizzato al Sindaco di Giulianova invitandolo a visitare la città di Butembo e ripromettendosi di contraccambiare la visita.  Una foto ricordo ha concluso il nostro incontro. Tutti i mezzi di comunicazione hanno parlato diffusamente di questo evento.

Ci premeva poi incontrare anche ll Vescovo diocesano Mons. Mekisedek. Ci ha ricevuti nella sua residenza, che domina tutta la città.  La sua prima preoccupazione è quella di fornire di sufficiente energia l’ospedale diocesano, il più grande della città. Dotarlo di elettricità, ci ha detto, significa salvare tante vite, cominciando dai neonati. È un impegno non impossibile da assolvere e potrebbe essere uno dei primi frutti del gemellaggio. Tra l’altro ci ha promesso  che  nella sua prossima visita a Roma volentieri verrà a trovarci a Giulianova.

 Venerdì 8 Marzo, con Don Giacobbe, abbiamo raggiunto la dogana di Beni, dove abbiamo rivisto con piacere il nostro container. Dopo una giornata laboriosa abbiamo assolto le difficili operazioni doganali e finalmente sabato 9 il container era all’interno del Monastero. Con fatica e in pochi giorni siamo riusciti a istallare l’impianto fotovoltaico in piena coincidenza con la grande festa della prima professione dei quattro novizi del Monastero. Gioia meraviglia e sincera gratitudine hanno contraddistinto la giornata di Domenica 17.

 
Casati tra i bambini

BUTEMBO (Congo), 20.3.2013 - Da Emidio Casati riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza della missione umanitaria in Congo nata dalla collaborazione tra il Monastero Benedettino Santo Volto e la città di Giulianova, nel monastero di St. BenoIt:

Arriviamo a Butembo e veniamo  presi d’assalto da alcuni  bambini che ci chiedono, bon  bon bon bon!Una di loro scarta una caramella con la lingua e la tocca , ripone la caramella nella carta  e poi  in tasca.

Alla nostra domanda perché  non l’avesse mangiata, risponde: così mi dura di più!

Il mal d’Africa è quel senso di struggente nostalgia che assale colui che ha avuto la fortuna di avvicinarsi a quel continente.
Per chi che come me c’è già stato, tornarci è quasi un obbligo, per chi non lo ha ancora fatto, sarebbe un peccato vivere senza mai esserci stati.
Ci sono due tipi di questo male: il nostro (il mal d’Africa del bianco), che è positivo, provoca sensazioni forti e fa sognare; il loro (il mal d’Africa degli abitanti di questa terra, nero) che è negativo, è un incubo.
Per noi il mal d’Africa è un bellissimo ricordo, per loro è un incerto  futuro, un triste futuro anche se, inconsapevolmente, vivono nella terra più ricca del mondo, infatti non è la ricchezza a mancare, quello che manca è la ridistribuzione del denaro. I soldi si fermano in mano ai potenti, in mano a coloro che la governano e la sfruttano.
Meraviglia, stupore, rabbia, felicità e tranquillità sono solo alcune delle emozioni che la mia mente ha provato attraversando la terra del Congo. Paesaggi che ti lasciano senza fiato, dove il caldo, il vero caldo non ti pesa, dove il paesaggio è formato solo da due colori, quello rosso della terra e quello verde degli alberi. In città si incontrano interi villaggi, fatti di capanne di canne, terra e  foglie, pietre e qualche pezzo di legno. Spiccano tra queste capanne i loro abitanti, con i loro abiti variopinti, colori forti che rispecchiano la loro personalità.
Il fuoco acceso ed un cielo stellato, incontaminato, che non si riesce a descrivere. Tappe importanti, che mi hanno fatto riflettere ancora una volta sulle loro condizioni di vita, dove bimbi soli, abbandonati e malati si inchinano davanti ad un^ bonbon^, soffrono la fame, la sete, provano dolore, non hanno la luce elettrica, l’acqua corrente, ma… ,anche in situazioni estreme di sopravvivenza, sorridono sempre.
Oggi, siamo quasi alla fine di questa missione che solo grazie a Dio è andato tutto per il meglio, spero di aver lasciato, con il mio racconto, ad ognuno di voi la libertà di sognare, sperando che il vostro sogno possa trasformarsi in realtà.
Il mal d’Africa esiste davvero ma non colpisce tutti, solo le persone sensibili possono esserne contagiate.

 

da Butembo Emidio Casati

 

 

 

 
 

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